Cromature abbaglianti, musiche assordanti, incontri esaltanti. Come sempre anche il Motor Bike Expo 2019 è stata una festa.
Erano in tanti a chiedersi e a chiedermi se valeva la pena andare fino a Verona per il Motor Bike Expo 2019, soprattutto a pochi mesi di distanza da EICMA. “Ma non è un doppione?” No che non lo è! EICMA è la vetrina per eccellenza della produzione, patinata e superprofessionale, MBE è tutta un’altra cosa, una manifestazione ruspante, sanguigna, passionale, dove si danno appuntamento preparatori e artisti, macinatori di chilometri e appassionati da salotto, famiglie coi bimbi nel passeggino e soggetti ipertricotici e ipertatuati coi boccali di birra in mano e AC/DC a palla fin dalle 9 del mattino. Più che una mostra una festa insomma.
C’eravamo anche noi di Moto-Ontheroad naturalmente, e tra abbracci caffè e racconti con gli amici che sono passati a trovarci, abbiamo girato per i padiglioni come bambini a Disneyland.
Le Case
Che Motor Bike Expo 2019 sia una faccenda a sé stante lo si capisce dalla presenza delle Case. Giapponesi in pompa magna ma europei un po’ sottotono. A cominciare da Ducati, che ha esposto tre Diavel tre in un angolino, e, mi piange il cuore dirlo, era imbarazzante il confronto con gli adiacenti Honda e Kawasaki (guarda caso rivali in MotoGP e SBK) che da soli occupavano i due terzi del padiglione 5 con la gamma di prodotti al gran completo, mancava solo che esponessero anche i taglia erba e avevano proprio tutto. Ah no, c’erano anche quelli.
Le persone
Al Motor Bike Expo tira un’aria più casereccia, e si possono fare incontri e scambiare due chiacchiere in tranquillità con personaggi che insomma, speri che un po’ di esperienza e di capacità di guida ti venga trasmessa per osmosi.
Le moto
Padiglioni 1 2 e 3 dedicati al rutilante mondo custom, vero cuore pulsante di Motor Bike Expo. C’era da mettersi gli occhiali scuri per non avere danni alla retina per via delle cromature, motori improbabili incastonati in telai dalla guidabilità quantomeno dubbia, selle che farebbero storcere il naso al più masochista dei fachiri, dettagli cesellati fin sui raggi delle (enooOOoormi) ruote, roba che certi amanuensi medievali se li sognano.
Quello che mi chiedo però è come mai l’iconografia di quel mondo è sempre dominata da teschi, draghi, croci celtiche e sguardi truci, robette dall’aria poco raccomandabile insomma. Ma un po’ più di allegria no eh? Tanto più che sotto quelle barbe e sopra quelle panze spesso batte un cuore tenero. Almeno spero…
E a proposito di elettrico, abbiamo notato proposte che cominciano ad andare seriamente oltre la semplice mobilità urbana, la Zero Black Forest equipaggiata col trittico di borse promette autonomie appetibili anche per i più scettici culidipietra, e quella allestita per le forze dell’ordine dovrebbe preoccupare un po’ i trasgressori seriali del cds : occhio, che in caso di inseguimenti ‘sti motori hanno una ripresa mostruosa.
Ma su questo argomento torneremo presto. Intanto vediamo le cose che ci hanno colpito girando qua e là tra i padiglioni. A cominciare da quella che per me è stata la regina di questo Motor Bike Expo 2019, frutto di ingegno, fantasia, e un po’ di follia. Le tre generazioni di Frank Garage, nonno padre e figlio di Catania, hanno allestito la moto (?) qui sotto. Lo riconoscete il motore?