di Gabriele Paterlini
Ad una settimana dall’evento motoristico svoltosi in terra pontina, siamo qui a sottoporvi la nostra riflessione su quella che doveva essere una due giorni di festa commemorativa per Marco Simoncelli.
Doveva, ed in effetti lo è stata – ma si è caratterizzata da subito, sin dalle prime prove libere – come l’ultima sfida tra i due rivali di sempre, Rossi e Biaggi. Entrambi presenti alla manifestazione hanno quasi azzerato l’interesse del pubblico verso ogni altra cosa non avesse un 46 o un 3 appiccicato su tuta e tabelle porta numero. Per Max l’ultima gara dopo aver annunciato il suo ritiro dalle competizioni, dunque l’ultima volta in pista assieme a Rossi.
Sabato non si parlava di altro, di quanto andasse l’uno sull’asciutto e di quanto invece andasse meglio l’altro sulla pista annaffiata da un meteo per nulla clemente. Dagli altoparlanti del circuito abbiamo insistentemente sentito pronunciare la frase “the last challenge”, l’ultima sfida. Sembrava non ci fossero che loro in pista, misuravano il distacco del tempo sul giro dei due come se la gara si sapeva già sarebbe stata affar loro.
Manco a dirlo la pole position non l’ha centrata ne l’uno e ne l’altro e la gara se l’è aggiudicata l’equipaggio composto da Dovizioso ed Hermunen. Il folto numero di iscritti annoverava piloti di caratura mondiale sia della velocità che del motard eppure dagli altoparlanti del circuito abbiamo sentito il nome di questi, giusto durante la presentazione dei team.
Gli speaker del circuito si son ricordati del Sic solo l’indomani, la domenica mattina, quando sotto la pioggia, che cadeva prima della gara, il microfono è passato nelle mani di papà Paolo Simoncelli che uno ad uno ha voluto ringraziare tutti i piloti che di li a poco si sarebbero affrontati in sella alle loro motard sul circuito “Il Sagittario” di Latina. Una passerella dal paddock fino alla linea di partenza dove i piloti, passando a piedi per un tratto della pista, hanno avuto la possibilità di abbracciare papà Paolo e di ricevere gli applausi del pubblico.
E in questo frangente abbiamo avuto modo di assistere ad un altro fatto che definire increscioso è più che mai lecito visto che l’evento doveva essere per lo più una festa commemorativa per un pilota e ragazzo eccezionale qual è stato Marco nel cammino della sua pur breve vita terrena. Al passaggio di uno dei due arcirivali (l’altro è rimasto nel paddock senza fare la passerella) si sono sentiti fischi e parole poco carine a lui indirizzate. Ancor più fragorosi sono stati i fischi quando il pilota era uscito dal paddock in moto per affrontare il warm up della mattina.
E’ stata una vera prova di inciviltà che con lo sport ha davvero poco a che fare.
Se l’enfasi per la sfida tra Rossi e Biaggi era quasi del tutto prevedibile vista la storia agonistica dei due, i gesti di inciviltà restano a firma di un pubblico spesse volte, ormai troppe, poco interessato all’evento sportivo e decisamente più attento all’evento mediatico.
Finita la gara abbiamo lasciato il circuito pontino tra non poche perplessità, ma con l’animo tutto sommato sereno sapendo che migliaia di spettatori avevano contribuito in maniera importante alla raccolta di fondi dell’associazione che porta il nome del Sic. Probabilmente alcuni di loro lo han fatto inconsapevolmente, ma l’obiettivo della manifestazione era quello di raccogliere fondi per la Onlus che porta il nome di Marco Simoncelli e quell’obiettivo è stato centrato.
Certo che se non fosse stato per le parole di papà Paolo spese per ricordare le attività nelle quali l’associazione si sta prodigando, probabilmente quella di Latina sarebbe stata ricordata semplicemente come l’ultima gara tra Rossi e Biaggi.
Vien quasi da tirare un sospiro di sollievo ora che uno dei due ha mollato per sempre.