È passato solo un anno, da quella tragica mattina dove il giovane Marco Simoncelli perse la vita.
In un solo istante, il tempo di un respiro, tutto cambiò, al rumore devastante delle potenti Moto Gp all’improvviso salì il silenzio devastante della disperazione.
Fin da subito fu ben chiaro che la vita di Marco era volata via, perché le immagini nella loro tragicità non lasciavano dubbi.
Il silenzio calò in quel circuito, calò anche nelle case di quelli che inchiodati davanti ai teleschermi aspettavano un solo cenno di speranza.
Purtroppo non ci fu nulla da fare, il mondo perse a soli 24 anni Marco, pilota della Moto Gp, veloce e aggressivo in pista, dolce e simpatico smesso il casco.
Eppure in tutta questa storia qualcosa non torna!
Una vicenda tragica, certo, dove amici e nemici piansero senza nessuna differenza.
Il dolore della perdita di Marco è forse diverso, come lo era lui.
Ho la percezione che quando si parli del “Sic” si riesca comunque a sorridere, nel ricordo della sua estrema e fantastica pazzia quando “cavalcava” la sua Honda, la sua spregiudicatezza nello “spingere” al limite, anche quando forse sarebbe stato meglio portare un po’ di pazienza.
“Diobò” è diventato di uso nazionale, perché a pronunciarlo c’era quel “ragazzo” dallo sguardo un po’ perso e stralunato che alle volte faceva sorride tanto ricordava un semplice passante intervistato all’improvviso. Ecco anche nel raccontare quel poco che so di te, vien da sorridere! Eppure è passato solo un anno.
Incredibile allo stesso modo è stata la compostezza nel dolore della famiglia, abbiamo imparato a conoscere il Papà Paolo, che con un’incredibile forza d’animo ha raccontato e portato avanti il ricordo del “Sic”.
Forse il riuscire a sorridere passa anche attraverso questa forza incredibile che sembrano esser dotati in casa Simoncelli. Loro e nessun altro sanno quanto hanno perso, un figlio ancor prima di un pilota emergente nella massima espressione del mondo delle competizioni in moto, dotato di talento e vicino a diventare definitivamente uno dei pretendenti alla conquista di chissà quanti campionati del mondo.
Oggi Marco vive ancora nei nostri ricordi, di lui c’è una traccia indelebile che proseguirà a esserci per sempre, in ognuno di noi, anche in quelli che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
Vive nelle piste, con il circuito di Misano intitolato a Simoncelli, vive nei numerosi libri dedicatogli; in questi giorni è arrivato nelle librerie quello scritto da Papa Paolo e Mamma Rossella “Il nostro Sic” il cui ricavato andrà totalmente in beneficenza all’associazione che porta il nome di Marco.