a cura dell’Avvocato Olivia Dornetta
Prima di far salire amici e conoscenti in sella alla propria moto sarà necessario accertarsi che indossino regolarmente il casco. Viceversa, in caso di incidente il conducente rischierà una condanna penale per omesso controllo dell’uso del casco da parte del passeggero.
È quanto ha stabilito la IV sezione penale della Cassazione con sentenza n. 43449 dell’8 novembre 2012, confermando la doppia condanna inflitta ad un centauro palermitano che si era schiantato con la propria moto contro un compattatore. A seguito dell’impatto la donna che viaggiava con lui, e che non indossava il casco protettivo, era stata sbalzata via dal mezzo sbattendo il capo e morendo, poi, per le lesioni riportate.
Nel giugno del 2010 l’uomo era già stato condannato dal Tribunale di Termini Imerese, Sezione distaccata di Corleone, ad un anno di reclusione per il delitto di omicidio colposo in danno della trasportata con violazione delle norme sulla circolazione stradale. Condanna confermata in secondo grado dalla Corte di Appello di Palermo con sentenza emessa in data 21.11.2011.
Successivamente il motociclista si era rivolto alla Suprema Corte contestando che, ai sensi del secondo comma dell’art. 171 del Codice della strada, la responsabilità del conducente per il mancato rispetto da parte del passeggero dell’obbligo di indossare il casco sarebbe prevista per il solo caso di trasportato minorenne.
La Cassazione ha respinto la tesi espressa nel ricorso sottolineando che “correttamente è stato addebitato all’imputato l’omesso controllo dell’uso del casco da parte della passeggera”. I giudici della Suprema Corte hanno, infatti, ritenuto irrilevante che il soggetto trasportato fosse maggiorenne e, quindi, pienamente capace e responsabile delle proprie azioni, statuendo che il conducente è comunque responsabile per l’omesso controllo, anche in difetto di una specifica violazione contravvenzionale in tal senso.