testo e foto Maurizio De Biasio
C’è aria di soddisfazione la mattina del 20 agosto: i nostri amici, ricevuto e montato il pneumatico arrivato da Cape Town, possono ripartire con la loro amata motocicletta. Maurizio ha l’impressione che anch’essa goda di essere nuovamente efficiente e percepisce dal suo bel bicilindrico quelle vibrazioni di “buon umore meccanico” che solo un pilota amante queste cavalcature può capire.
Escono dalla capitale della Namibia verso Est sulla Trans-Kalahari Highway, superano la cittadina di Gobabis, raggiungono Buitepos, un piccolo insediamento nella regione Homaheke, posto di frontiera con il Botswana e passano l’ultima notte in questa stupenda terra. Il giorno seguente Daniela e Maurizio calpestano il territorio desertico del Kalahari in Botswana e si “bevono” 500 km di strada asfaltata in mezzo al nulla senza aver la possibilità di rifornire i serbatoi fino a Maun sul Delta dell’Okavango.
Questa cittadina centro amministrativo del Ngamiland è detta la “capitale del turismo” del Botswana sede di partenza di numerosi safari. Alloggiano in tenda con vista sul fiume presso l’Okavango River Lodge e muovono per alcune escursioni sul Delta prima in battello, poi con un “mokoro”, la tipica canoa indigena ricavata scavando un tronco dritto di ebano o kigelia, ora realizzata anche in vetroresina. L’Okavango è un fiume che non sfocia in un mare ma si disperde in una palude di 15000 kmq di estensione dando vita, ai margini del deserto, ad una flora e fauna esuberanti che meriterebbero ben altro tempo e studio ma è già ora di continuare il viaggio in direzione di Francistown, seconda città per abitanti del Botswana, centro, sul finire del XIX° secolo, della prima corsa all’oro dell’Africa meridionale.