“Le Vie Francigene in Moto” Prima Parte (Da Canterbury a Troyes)

La prima parte del viaggio che ha portato Dario De Vecchi da Canterbury a Roma, utilizzando le Vie Francigene. Ovviamente in moto.

Questo lungo viaggio inizia a piedi…purtroppo sì. Non si può evitare la visita di Canterbury e della sua cattedrale. Qui si trova anche il luogo che, simbolicamente, rappresenta la partenza: la pietra del chilometro zero. Posizionata nel 2006, è situata nel cortile della cattedrale, alla destra del portale principale. L’attuale edificio religioso nasce dopo un incendio che nel 1174 distrusse la precedente cattedrale. Molto grande, soprattutto in lunghezza, grazie a diversi ampliamenti effettuati in diversi periodi.

Da vedere anche e la chiesa di S. Martino, che risale alla dominazione romana e il Canterbury Pilgrim hospital: un museo situato nel luogo di accoglienza per i pellegrini. La visita consente di immergersi nell’atmosfera del pellegrinaggio, anche se è più recente del viaggio di Sigerico.

“Le Vie Francigene in Moto”
La Cattedrale di Canterbury

Io ho parcheggiato la moto vicino alla zona pedonale, quasi sotto alla West gate tower, antica porta di ingresso alla città. Per questa tappa, si tratta di pochi chilometri; si seguono le indicazioni per Dover, uscendo dai sobborghi di Canterbury e ci si immerge nel verde del Kent. La strada si addentra nei boschi e viene voglia di percorrerla lentamente, assaporando la natura. La magia finisce presto perché il traffico e l’operosità del porto di Dover incombono.

Qui una breve salita porta al castello. La visita è a pagamento e dura un paio di ore; oltre al castello si posso vedere i tunnel, utilizzati per scopi bellici fin dal periodo napoleonico. L’altra grande attrattiva sono le bianche scogliere, lo spettacolo maggiore, per me, è vederle dal mare; con il poco tempo a disposizione mi sono accontentato di ciò che ho potuto vedere e fotografare dal traghetto.

Vie Francigene
Faro romano a Dover

A Calais, città devastata dalla guerra

La giornata è passata ed è facile trovare da dormire a Calais, domani una breve visita. I bombardamenti subiti dalla città, durante la seconda guerra mondiale, che causarono la distruzione di due terzi degli edifici, hanno ridimensionato il numero di vestigia storiche da vedere. Nulla di medioevale e poco altro. La città vecchia, un’isola circondata da canali, è a ridosso del porto. Con la moto ci si arriva in brevissimo tempo, la si può parcheggiare in centro o girare in sella per la visita. Il municipio, posto in posizione centrale, nella piazza del milite ignoto e il suo snello campanile sono dell’inizio del novecento. La chiesa di Notre Dame di Calais, la Tour de Guet (anticamente un faro) e le fortificazioni della Cittadella, sono le tappe per un giro rapido.

Il municipio di Calais

Poi bisogna cominciare a macinare chilometri. Le tappe intermedie di Sigerico: Sombre, Terouanne e Bruay la Bruissiere, non hanno particolarità da vedere, mentre è importante fermarsi a Bethune, città patrimonio UNESCO. La Gran Place custodisce i maggiori punti di interesse della città e trenta chilometri dopo arriviamo ad Arras. Stiamo già assaggiando le pianure della Francia, con le sue strade dritte, i paesini, le coltivazioni. Alcuni spostamenti si possono anche fare in autostrada, non si perde quasi niente.

 

La città degli arazzi

Arras è la città degli arazzi. Dal tredicesimo secolo e fino al quindicesimo la città divenne famosa per i suoi tessuti illustrati, dei veri quadri. Nota tanto che in Italia il nome della città coincide con quello del famoso prodotto.

Da vedere: le piazze, gli edifici in stile fiammingo, il municipio con il Beffroi (così si chiamavano qui le torri civiche), Les Boves, una rete di gallerie, pare che siano circa 35 chilometri, scavate a partire dal decimo secolo (miniere di gesso, cantine, depositi di munizioni, collegamenti segreti; svariati sono stati gli utilizzi nel corso dei secoli). Infine la Cittadella di Arras costituisce una rilassante passeggiata. È stata progettata dal maresciallo di Francia Vauban ed è patrimonio UNESCO dal 2008. Questo architetto militare è un personaggio molto importante, praticamente in ogni mia scorribanda in Francia mi sono imbattuto in sue opere.

“Le Vie Francigene in Moto”
Arras

Finalmente il medioevo

Anche la strada per Laon non riserva sorprese, e ci si arriva rapidamente. Definita la montagna incoronata, la si scorge presto all’orizzonte, l’unica altura visibile. A Laon ho pernottato, quindi si può decidere se dargli una rapida occhiata subito o l’indomani prima di partire. Il borgo è piuttosto piccolo e non porta via molto tempo. La chiesa di Notre Dame è imponente e sulla piazzetta di fronte vi è l’ufficio del turismo, collocato sul vecchio Hotel Dieu, l’ospedale risalente al XII secolo. Finalmente qualcosa di medioevale!

“Le Vie Francigene in Moto”
Il borgo medievale di Laon
“Le Vie Francigene in Moto”
La chiesa di Notre Dame a Laon

Lasciamo Laon imboccando la D1044 verso la città Reims. Dopo i primi chilometri di oramai consueta campagna piatta si intravedono all’orizzonte i primi bassi rilievi dalla Champagne. Non passa molto che, attraverso un ponticello con poche pretese, si attraversa il fiume Aisne. Il ponte sarà modesto, il corso d’acqua anche, ma si tratta di un toponimo importante. Innanzitutto dà il nome alla regione che stiamo attraversando, poi è citato da Giulio Cesare nel suo “De Bello Gallico”. Intanto passano i chilometri e si vedono i primi sobborghi di Reims.

“Le Vie Francigene in Moto”
La cattedrale Notre Dame di Reims

La sede dei migliori Champagne

Una città di quasi 200.000 abitanti, ed entrandoci non si può non vedere quale è uno dei motivi per cui questo posto è famoso. Fatevi venire in mente qualsiasi marca di Champagne e ne vedrete la sede. Sceglietene una per una visita guidata alle cantine. Io, come al solito vado di fretta e passo. Voglio vedere  la cattedrale Notre Dame di Reims, anche qui c’è posto per la moto nei dintorni. Si tratta di un edificio veramente maestoso, ricco di decorazioni, la piazza di fronte ne accentua la grandiosità. Per un millennio, fino al 1825, vi sono stati incoronati i re di Francia. Visitatela dentro e girategli attorno, non dico di più. È ora di riprendere la moto per recarsi alla basilica di Saint Remi. Situata in zona periferica, la chiesa romano-gotica ospita i resti del Santo Remigio, il vescovo che convertì i Franchi al cristianesimo.

 

La prossima meta è Chalons en Champagne, circa cinquanta chilometri, io li ho fatti in autostrada per risparmiare tempo. La visita di Reims costa molto tempo, quindi Chalons diventa solo una rapida passeggiata: la cattedrale (rimaneggiata con una incoerente facciata barocca, Notre Dame en Vaux e il parco di Jard, sono le mete.

“Le Vie Francigene in Moto”
La Cattedrale di Chalons en Champagne

Una città non citata dal vescovo Sigerico sul suo tragitto per le Vie Francigene

Pernottando qui, si può anche rimandare la visita all’indomani mattina, visto che per domani è prevista solo Troyes.

Nei resoconti del vescovo Sigerico Troyes non è citata. La sua tappa è stata una cinquantina di chilometri più a est: Bar sur Aube. Un paese di circa 5000 abitanti, dove vi era una importante fiera nel medioevo; conserva edifici di quel periodo e consente gradevoli passeggiate in riva al fiume, ma nulla di più. Da Troyes è passato Mattew Paris nel XIII secolo. Considerata la vicinanza tra i due luoghi e che da qui le strade si separeranno (noi le esploreremo entrambe), ho scelto Troyes, una cittadina incantevole.

Troyes

Una descrizione esaustiva richiederebbe pagine, dico solo che non ve la dovete perdere. Lentamente si percorre la strada lungo il canale di Trevois, con i ponticelli allineati e le sculture disseminate sulla via. Come al solito la moto si può mollare ovunque e si comincia a girare per le vie costituite di case a graticcio e fantastiche botteghe. La cattedrale ha la facciata monca, solo una delle possenti torri ai lati della facciata è stata costruita; all’interno sono famosissime le vetrate policrome. Poi ancora la basilica di S. Urbano, la cui secolare storia della costruzione è da scoprire. C’è ancora altro, tra cui il fatto di passarci la serata in un’atmosfera magica.

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