Tornanti, passi alpini e tanta strada da percorrere in moto. Un itinerario ideale per scoprire la Val di Scalve e i suoi piccoli borghi
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testo Marco Ronzoni, foto Paola Bettineschi
I week-end d’estate sono un irresistibile richiamo per saltare in sella e fare chilometri, noi vi suggeriamo un itinerario non troppo lungo ideale quindi per un fine settimana. Il nostro viaggio, da dovunque si arrivi, inizia sulla A4, uscendo a Bergamo.
Si seguono quindi le indicazioni verso la Val Seriana, guidando su un’ampia strada che scorre fino a Ponte Nossa dove inizia ad arrampicare verso il Passo della Presolana (1297 m/slm). Sfilano Castione della Presolana, da cui si potrebbe salire al Monte Pora (1880 m/slm), e poi Bratto, prima di scollinare il passo e scendere a Dezzo di Scalve.
Qui, a circa 60 chilometri da Bergamo, in questa piccola frazione a 750 m/slm contesa dai comuni di Azzone e Colere, inizia la Val di Scalve, percorsa dalla S.S. 294 che segue la traccia scavata dal corso del torrente Dezzo. Questo corso d’acqua nasce a 1500 m/slm tra le rocce del Passo del Vivione nelle Alpi Orobie e dopo soli 36 chilometri si unisce al fiume Oglio. Nella sua breve corsa raccoglie anche il torrente Gleno e disegna una stretta forra che in alcuni punti è davvero spettacolare.
…la Val di Scalve vanta un passato che affonda le proprie radici nel periodo della dominazione romana…
Seppur piccola e poco conosciuta, la Val di Scalve vanta un passato che affonda le proprie radici nel periodo della dominazione romana, attraversa il Medio Evo di Carlo Magno, la Repubblica di Venezia ed arriva alla Repubblica Cisalpina di fine ‘700. Da lì poca roba, almeno fino al 1° dicembre 1923, giorno in cui la Diga del Gleno, ambizioso ed imponente sbarramento idrico da poco eretto con non poche polemiche, cedette scaricando milioni di metri cubi d’acqua e fango che travolsero diversi centri abitati della Val di Scalve e causarono centinaia di vittime prima di arrestare la propria furia nel Lago d’Iseo. Un episodio di cui si ha poca memoria, se non nella Val di Scalve stessa.
Divisa tra le provincie alte di Bergamo e Brescia, la Val di Scalve ospita quattro comuni:
Azzone (970 m/slm) con le sue frazioni Dezzo e Dosso, è il più antico insediamento della Valle, luogo di relax, punto di partenza per passeggiate, escursioni e trekking in particolare nella vicina “Riserva Naturale dei Boschi del Giovetto”, un’area protetta istituita nel 1985 in cui viene studiato l’equilibrio dell’ecosistema.
Colere (1000 m/slm), rinomata in inverno per le piste da sci che si distendono sotto la Presolana partendo da circa 2200 m/slm ed in estate per le escursioni, il trekking e le arrampicate.
Vilminore, centro di riferimento della Val di Scalve con un’inconfondibile porta eretta all’ingresso dell’abitato, ospita la locale Comunità Montana che ha sede nel quattrocentesco Palazzo Pretorio.
Schilpario (1135 m/slm), posta al termine della Val di Scalve, è un centro che sta riscoprendo le proprie origini e le mette a disposizione del forte afflusso turistico della zona. E’ nato così un Museo Etnografico con un mulino la cui macina, mossa dallo scorrere del torrente Dezzo, produce farina di frumento come nei secoli scorsi. Poco distante è anche possibile visitare le antiche Miniere di ferro e zinco con escursioni guidate a piedi o con un piccolo trenino. Lungo i vari sentieri che salgono verso il Passo del Vivione è possibile avvistare marmotte, caprioli e falchi.
La strada scorre piacevolmente, con alcune possibili deviazioni che conducono a piccoli borghi e sterrati che si inoltrano nella boscaglia. Raggiunta Schilpario, si sale spesso senza protezione tra pinete, pascoli e stretti tornanti al Passo del Vivione (1828 m/slm). Il valico, chiuso nella stagione invernale e fino a primavera inoltrata causa neve, frane e smottamenti (meglio informarsi prima di partire), offre un itinerario tanto impegnativo quanto suggestivo che conduce poi attraverso boschi ed antichi insediamenti in Val Paisco e da lì a Edolo e Ponte di Legno.
Quando non è possibile proseguire oltre, si torna sui propri passi fino a Dezzo di Scalve. Da qui è possibile scendere verso Bergamo percorrendo l’alternativa stradale che anziché risalire al Passo della Presolana, prosegue invece verso Darfo Boario Terme in Val Camonica. Il primo tratto che si percorre è chiamato “La Via Mala”, otto spettacolari chilometri scavati nella roccia viva a metà dell’ottocento che seguono il tortuoso corso del torrente Dezzo con pareti vertiginose dalle quali cadono numerose cascate. Parte dell’antico tragitto ora è stato trasformato in un percorso pedonale che offre la possibilità di godere una superba vista aerea del sottostante canyon.
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