Prosegue il nostro tour della Tuscia, alla scoperta di Sant’Angelo di Roccalvecce, un borgo incantato nel cuore del polmone verde dell’alto Lazio.
Punto nevralgico del potere temporale dei Papi e territorio di domini delle importanti casate dei Farnese, Orsini, Monaldeschi e Baglioni dal Medioevo all’Età Moderna. Tutti lasciarono un segno indelebile della loro presenza nella terra della Tuscia, realizzando quelle opere magnifiche che tutt’oggi ne fanno una meta irrinunciabile per il susseguirsi di emozioni, tra archeologia, storia e natura.
Se siete rimasti rapiti dai misteri del Sacro Bosco di Bomarzo, l’itinerario di oggi vi porterà a Sant’Angelo di Roccalvecce, piccola frazione del viterbese immersa nel suggestivo scenario rurale della Valle Teverina.
E’ un di quei borghi “sospesi” Sant’Angelo di Roccalvecce, sospeso nel suo silenzio e nella sua vita semplice, apparentemente fuori dal tempo, ma che è tornato a rivivere ancorandosi al presente grazie alla fantasia ed al mondo magico delle fiabe.
Tagliato fuori dalle principali arterie stradali, e soggetto all’abbandono per spopolamento, nasce da qui l’iniziativa dell’Associazione Culturale Arte e Spettacolo (ACAS), realtà locale presieduta da Gianluca Chiovelli, per dare al paese una spinta attrattiva trasformandolo in un museo a cielo aperto dell’arte popolare.
Sono le 11 e 27 minuti, così segna l’orologio di Alice nel Paese delle Meraviglie dalla piazza principale del paese, l’orario in cui il 27 novembre 2017 è stato inaugurato il primo murale del progetto “Sant’Angelo il Paese delle Fiabe”, realizzato dalla direttrice artistica, Tina Loiodice.
Paese delle fiabe e delle artiste, la opere di street art che hanno colorato e trasformato le vie del borgo, sono state realizzate prevalentemente da donne, oltre a Tina Loiodice: Daniela Lai, Lidia Scalzo, Stefania Capati, Cecilia Tacconi, Isabella Modanese e Gabriel Decarli.
Un tentativo di riqualificazione urbana attraverso la street art autofinanziato con cene ed eventi tra i quali la sagra delle ciliegie (dal 1 al 3 giugno) e spesso il contributo dei proprietari delle case su cui sarebbero state realizzate.
Il ciclo di murales è dedicato alle fiabe più belle della tradizione. Un itinerario colorato che farà sognare anche i più grandi, per il rimando a quei racconti che da piccoli ci hanno incantato, che sanno di tuffo nel passato e storie della buona notte.
E così eccoli dietro l’angolo gli gnomi dei Fratelli Grimm, corri, insegui il bianconiglio. Gira, presto, che il brutto anatroccolo ha scoperto di essere un magnifico cigno come ci aveva sussurrato Andersen! Sei stanco? Vuoi un dolcetto? In fondo alla via ho visto una casetta di marzapane. Vai tranquillo c’è Don Chisciotte, l’eroe dei mulini a vento di Cervantes a proteggerti dalla strega cattiva! Se avrai freddo cerca la bambina con i fiammiferi, ti condurrrà dalle fate per una danza tra le stelle in compagnia del piccolo principe.
Ed eccolo lì Sant’Angelo da sfogliare come un libro, insieme ai suoi abitanti e le loro storie che si intrecciano al mondo magico delle favole. Gente che apre le loro case in quella forma di accoglienza genuina, l’acqua che scorre dal lavatoio, le campane a festa e l’odore di legna che arde nel camino.
C’era una volta in un paese lontano lontano una comunità che ha realizzato il suo sogno..