Il nome Romagna-Twin fa pensare ad una ottima ospitalità e alla buona tavola, ma la sorpresa più grande è stata conoscere tratti di questa regione che mai avrei immaginato. Scorci bellissimi, strade immerse nella natura e posti incantevoli tutti da scoprire.
Sorprendente come una partecipazione “quasi per caso” al Romagna-Twin si sia rivelata così divertente, almeno per me totalmente nuova ai percorsi off. Un’esperienza davvero incredibile che mi ha insegnato molto e mi ha fatto scoprire un modo nuovo di andare in moto, profondamente diverso dall’andare su e giù per passi di montagna nel fine settimana.
E’ difficile raccontare nel dettaglio tutto il tour, anche perché certe esperienze vanno vissute di persona: incontrare un cavallino dietro una curva, visitare un eremo e scoprire che una delle Sorelle che ci vive fa motocross o riunirsi di notte intorno ad un vulcano. Bisogna esserci per capire.
Però alcune cose le ho capite bene e ne farò tesoro per le prossime avventure.
1. Non chiedere mai: “Come è la strada?”. E’ come chiedere in montagna quanto manca al rifugio, il montanaro di turno risponderà sempre che siete quasi arrivati, un paio di tornanti e ci siete. Così per i fuoristradisti: la strada sarà sempre fattibile, sì forse qualche tratto un po’ così c’è (mentre guardano con sospetto la tua moto e il tuo equipaggiamento da gita fuori-porta) ma niente di così complicato. Tu in quel momento ti guardi intorno, in effetti c’è anche chi partecipa col passeggero, non può essere così difficile. Le ultime parole famose.
2. Chi fa fuoristrada sa che si può cadere, tu ovviamente lo puoi immaginare, ma non lo metti proprio in conto, fino a quando non ti trovi con il sedere in terra. In quel preciso momento capisci che forse forse c’è qualcosa che non hai la minima idea di come fare, ad esempio come sopravvivere al fango. Poi dopo, quello che era dietro a te, ti spiega nel dettaglio come sei caduta e perché, tu non ti sei nemmeno resa conto, e la lezione la impari subito. Molto istruttivo.
3. Quando ci sono dei percorsi alternativi c’è un perchè. Quindi se vi guardano con aria decisa dicendo: “Tu vieni con il mio gruppo.” vuol dire che vi hanno preso le misure e dovete obbedire. Non voglio nemmeno sapere come fosse il percorso definito “in discesa e un pochino più tecnico”, e comunque in certi momenti nulla è più rassicurante di una striscia di asfalto.
4. Bisogna sempre essere gentili. Solo in questo modo tutti saranno ben predisposti nei vostri confronti. Si sa mai che durante il tragitto si abbia bisogno di una guida, di suggerimenti tecnici, di un meccanico, di un conforto, di qualcuno che vi sproni o di qualche complimento. Oppure di tutto ciò insieme.
5. La moto non fa il monaco. Non lasciatevi ingannare dall’estetica. Se vedete moto datate, infangate e spogliate da ogni elemento che non sia strettamente indispensabile al funzionamento, forse c’è una spiegazione. Quello che non c’è non si rompe e soprattutto la moto pesa meno. Stesso discorso per l’abbigliamento. Non fidatevi del pilota perfettino tutto vestito in tinta, con lo stivale pulito e l’accessorio abbinato (come me), state dietro a quello con l’aria “vissuta” e difficilmente vi sbaglierete.
Infine di una cosa sono certa. Il Romagna-Twin rappresenta al meglio quello che è lo spirito dei “romagnoli”, divertimento assicurato, rilassatezza, amicizia e spirito di gruppo. Viaggiare, scoprire una vastissima moltitudine di percorsi sia stradali che fuoripista, tutto fatto con la leggerezza che è tipica di questi luoghi. Assolutamente esperienza da ripetere, grande gruppo e gran bella atmosfera… solo che la prossima volta almeno il pigiama e spazzolino da denti lo prendo su.
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Testo e foto di Nadia Giammarco.