testo e foto di Claudio Falanga
Lasciamo Palm Spring per dirigerci verso una delle grandi mete di questo viaggio: il Death Valley National Park.
Per arrivarci abbiamo il piacere di incrociare la vecchia Route 66 a Barstow, una cittadina distesa lungo la mitica strada che da Boston arrivava fino a Santa Monica. The Mother Road, come la chiamano i viaggiatori statunitensi, è forse la strada più famosa d’America ed è celebrata con decine di piccoli musei sparsi lungo il suo percorso. Anche a Barstow ne abbiamo trovato uno, non certo tra i migliori tra quelli visti, ma comunque interessante.
Lasciamo la Historic Route 66 per dirigerci verso Baker, località dove faremo l’ultimo rifornimento prima di addentrarci nella grande zona desertica che ci porterà nel cuore della Death Valley.
Ma a Baker c’è anche un altro motivo di attrazione che ci chiama, ed è proprio una Roadside Attraction tra le più famose d’America.
Si tratta del termometro più grande del mondo alto oltre 40 metri e costruito, come quasi tutte le Roadside Attraction per attrarre clienti in un locale, in questo caso il ristorante Bun Boy divenuto successivamente Big Boy.
Il termometro ha subito diverse vicissitudini, come la sua caduta prima dell’inaugurazione in seguito ad una tempesta, e lo stato di abbandono a seguito della chiusura di Bun Boy, ma adesso è stato ripristinato ed è in piena efficienza capace di registrare le torride temperature estive attorno ai 50°.
Proseguiamo ancora per una tratto sulla Interstate 15 fino al bivio con la 127. Con fatica resistiamo alla tentazione di allungarci fino a Las Vegas, che ci chiama come il canto delle sirene con Ulisse. Ma il nostro reportage è dedicato alla California, e questa deviazione sarebbe fuori tema.
La Interstate 127 ha poco traffico, il sole è alto, ma la temperatura fortunatamente non è insopportabile.
Il deserto ci attornia, con tutto il suo fascino. Ci guardiamo tra moto e moto, con estrema soddisfazione. Questo è viaggiare! Questa è la vita on the road!
Una sosta per qualche foto, un sorso d’acqua (non dimentichiamo mai che nel deserto si perdono liquidi senza accorgersi) e poi via di nuovo. Lungo il tragitto troviamo pochi insediamenti umani, un vecchio distributore abbandonato, una villaggio semideserto.
La nostra prossima tappa è nel cuore della Death Valley, a Furnace Creek che raggiungiamo con la Interstate 190.
L’ottimo resort ci accoglie con delle confortevoli camere e una piscina all’aperto, dove proviamo a rinfrescarci dalla calura della giornata. L’acqua è tiepida, chissà, forse in questo luogo la refrigerano invece di riscaldarla…
Fotografare e filmare ha i suoi momenti migliori all’alba e al tramonto. Ci alziamo di buon ora, ma non basterà questo a darci la possibilità di riprendere tutti i luoghi più belli della Death Valley con la luce migliore. Confidiamo anche nel tramonto, che regala suggestioni ancora migliori dell’alba, ma sicuramente in molti posti ci troveremo sotto l’incudine del sole, che sbianca il cielo e che qui spezza il fiato, anche se siamo in ottobre.
Ci rechiamo come primo posto al mitico Zabriskie Point. Celebrato da un famoso film di Antonioni offre una delle vedute più spettacolari del parco. Per arrivarci si sale parecchio di quota. Davanti a noi si apre tutta la vallata, ma la vista è offuscata dalla foschia provocata dall’inquinamento industriale che arriva dalla costa fin qui, come recita un cartello informativo, che è anche un ammonimento alla civiltà umana che porta le sue conseguenze anche in questo posto sperduto.
Lo stesso fenomeno lo riscontriamo a Dante’s View, uno dei migliori posti di osservazione della Death Valley, situato ben a 1669 metri di altezza. Da questo punto è possibile, nelle giornate più terse, vedere il luogo più alto degli USA e quello più basso, rispettivamente Monte Whitney e Badwater, dai 4418 metri di altezza, agli 86 metri sotto il livello del mare.
Abbiamo una sola giornata a disposizione per visitare i tanti luoghi interessanti della valle della morte e dobbiamo fare una scelta. Scendiamo quindi verso Badwater. Se a Dante’s View il clima, è gradevolmente fresco a Badwater sembra di scendere all’inferno. Ci incamminiamo verso la sconfinata distesa di sale per qualche scatto e qualche ripresa. Le pozze di acqua salata brillano al sole, siamo arrivati in questo posto proprio nel momento peggiore, con il sole allo zenit.
I raggi del sole sono implacabili e dobbiamo scappare da uno dei posti più estremi del pianeta.
Ma ora ci attende il punto più entusiasmante del nostro tour nella Death Valley, percorrere Artist’s Drive, un loop a senso unico di una dozzina di chilometri attraverso rocce e canyon che regala una infinita varietà di colori, che culminano nel tratto di strada denominato Artist Palette, proprio perché ricorda una tavolozza da pittore colma di colori. Il tratto di strada è così fantastico che non possiamo fare a meno di ripeterlo. La nostra giornata si conclude con la visita a Sun Dunes, dove montagne di sabbia disegnano un panorama sahariano.
Ripartiamo con il fresco della mattina con la I 90. Godendoci le prime luci di un’altra giornata tersa da fare in moto. La nostra meta sono i grandi parchi del nord.
La strada è bellissima, sconfinata, deserta e le montagne si avvicinano. Su un tratto infinito, un saliscendi di almeno una ventina di chilometri, non si intravede nessuno. Decidiamo di fermarci un attimo sulla carreggiata per sistemare una cosa nel bauletto. Nemmeno il tempo di appoggiare i piedi a terra, che appare dal nulla, come se fosse arrivata dal cielo, una pattuglia della polizia che con l’altoparlante ci ammonisce : “don’t stop on the road – don’t stop on the road”. Non ce lo facciamo ripetere certo una terza volta, la polizia americana non è mai da prendere sotto gamba.
Giriamo attorno il massiccio montuoso del King Canyon National Park con la I 395: Abbiamo notizia che a Bakersfield c’è un museo dell’aviazione, la prossima Roadside Attraction nel nostro programma . Riusciamo ad arrivare nei pressi, ma pare che sia dismesso e dobbiamo rinunciare. Puntiamo quindi verso Visalia, da dove ci addentreremo verso la Sequoia National Forest, nel cuore del King Canyon National Park.
Questo parco, situato nel sud della Sierra Nevada, è famoso per i giganteschi alberi millenari, tra cui i cinque più grandi del mondo, con in cima il mitico Generale Sherman, una sequoia che ha iniziato a crescere molto prima della nascita dell’Impero Romano.
E’ spettacolare guidare avvolti da questi grattacieli di legno, immensi, eleganti, austeri, così com’è incredibile attraversare una delle road attraction naturale, il Tunnel Log. Si tratta di una sequoia caduta, nella quale è stato scavato un tunnel. In questa situazione si riesce a capire l’imponenza di questi alberi.
Ci avviciniamo quindi al Generale Sherman, il re della foresta, uno degli alberi più grandi del mondo. Con i suoi 83,8 m e una base di 32 metri, ci vorrebbero una ventina di uomini per abbracciarlo. Riprese le moto e percorso un breve tratto raggiungiamo Moro Rock, uno spuntone di roccia alto 75 metri. Ci incamminiamo percorrendo i 400 gradini che ci faranno raggiungere la vetta, posta a 2050 metri s.l.m..
Un cartello ammonisce di stare attenti ai fulmini. Alle prime avvisaglie di una turbolenza scendiamo immediatamente per non dare motivi a Zeus di scatenare la sua eventuale collera nei confronti dei motociclisti.
La giornata è trascorsa e dobbiamo incamminarci verso la nostra prossima meta, la contea di Mariposa, per addentrarci nel Yosemiti National Park. Prendiamo la I 99 fino a Fresno, poi la I 41, che ci porta fino alla meta. La strada nell’ultimo tratto diventa più guidata e questa cosa ci fa particolarmente piacere: dopo tanto rettilineo, finalmente un po’ di curve.
Ci sistemiamo nel confortevole 5Street Inn, arredato in stile inglese e andiamo alla scoperta della città. Mariposa è una cittadina del west, dove si respira ancora la vecchia atmosfera dell’epoca in cui venne fondata dai minatori. In realtà è un luogo dove convergono gli amanti della natura che vi risiederanno per visitare le bellezze del parco Yosemiti. Per questo motivo si trovano diversi buoni ristoranti e un caffè in stile italiano dove la mattina dopo ci ci delizieremo con un ottimo cappuccino
.
Il Parco nazionale di Yosemite è un’area protetta visitata ogni anno da più di 3,5 milioni di persone. La bellezza naturalistica di questo parco è la straordinaria determinata dalla vastità delle foreste, le altissime rupi, torrenti e cascate.
L’intervento umano in questa parte d’America è assolutamente minimo e per questo lo Yosemiti National Park mantiene tutto il suo fascino selvaggio.
Purtroppo nella nostra visita il meteo non è stato dei migliori e così in pochi giorni, ci siamo trovati dai circa 35 gradi del sud della California a temperature di poco sopra lo zero.
Ma a strada ci chiama e la California è ancora tutta da scoprire.
Come vi racconteremo nella prossima parte, dove vi porteremo di nuovo sulla costa, dopo aver trovato ancora delle Roadside Attraction.
[box_info]
Si ringrazia
Danika Heatherly
Terry Selk
Convention & Visitors Bureau
KINGS CANYON/VISALIA/SEQUOIA
Danielle Di Gianvito
Massimo Loquenzi
Visit California
Strutture consigliate
Furnace Creek Resort
Impossibile non pernottarci se si vuole andare alla scoperta della Death Valley
Highway 190, Death Valley, CA 92328
Phone: +01 760.786.2345 Fax: 760.786.2514
Comfort Suites
210 E. Acequia Ave.,
Visalia, CA, US, 93291
Phone: (559) 738-1700
Fax: (559) 738-8300
5 Street Inn
4994 5th Street Mariposa , Ca
[/box_info] [nggallery id=197]