Testo Barbara Urbani
Foto Norberto Ronchi – Foto Gallery in bianco e nero Claudio Falanga
I casi strani dell’essere appassionati di moto: parti alla ricerca di un ricambio per una vecchia lavatrice e ti ritrovi ad ammirare con una certa timidezza una collezione privata davvero speciale di Moto Gilera d’epoca. Galeotta una foto in bianco e nero appesa in negozio di un Gilera ed il suo biker durante una lontana gara Milano-Taranto.
Ed è proprio così che grazie alla figlia ed al nipote conosciamo Angelo Cattaneo…anzi il suo spirito, il suo amore per queste bellissime moto, la sua passione per le gare, il suo ricordo ancora così vivo in tutto quello che ha lasciato e che i suoi cari hanno così amorevolmente mantenuto intatto, ed accudito, nonostante Angelo sia scomparso ormai da più di 3 anni.
Clack, clack, clack. Vengono aperte le porte del suo garage-officina e varcando la soglia sembra di tornare indietro nel tempo. Si percepisce ancora la sua presenza, li dove passava la maggior parte del suo tempo libero, sia di giorno che di notte. Ogni cosa è ancora dove lui l’ha lasciata. Silenziose ed allineate tutte le sue amate e tutte con lo stesso numero di gara, il suo numero fortunato: il 17. Lucide, perfette, pronte ed in attesa di riprendere l’asfalto. Uno spettacolo per gli occhi.
Ci sono ancora appesi all’anta dell’armadio in ferro sia la sua tuta Barbour in pelle nera sia il suo gilet marchiato Gilera, gli stivaloni dal look vintage giacciono subito sotto, il casco lo si scorge adagiato all’interno dell’armadio semi-aperto. E poi foto, selle di moto, ritagli di giornale, locandine di gare e motoraduni storici, pezzi di ricambio, coppe….tutto un mondo legato alle moto.
Altrettanto mistica e spettacolare la parete attrezzata ad officina dove si capisce subito che Angelo si occupava personalmente di ogni aspetto e dettaglio dei suoi mezzi da gara. Ma questo lo si vede anche guardando le moto stesse dove sono evidenti le modifiche migliorative personali. E’ stato da poco venduto il tornio che usava per i suoi lavoretti: in effetti è un peccato lasciare in disuso macchinari che potrebbero ancora avere molta vita. Si capisce però, dalle parole e dalle espressioni dei famigliari, che dar via la minima cosa presente in quel garage costa sentimentalmente tanta fatica.
La preferita di Angelo? La monocilindrica Gilera 250 Nettuno, anno 1952, che però si trova ora nel garage del suo nuovo proprietario. Era la moto con la quale gareggiava da ragazzino, venduta per poter seguire un’altra delle sue passioni, la fisarmonica, ma che il destino ha fatto rincontrare anni dopo. Proprio lei! Ritrovata adagiata ed ormai rottame presso una parrocchia, ripresa e riportata al suo vecchio splendore. E’ stata lei che ha segnato l’inizio della collezione.
Ma della storica casa motociclistica brianzola nel suo garage Angelo, nel tempo, ha voluto aggiungere altri gioielli: una Saturno 500 ed una Saturno 500 Cross, modificata regolarità, le cosiddette “mezzolitro di Arcore”, immatricolate nel 1952.
All’appello anche due Gilera 175: il modello regolarità nato nel 1958 ed il modello regolartià/competizione immatricolata nel 1968 .
A completare la sua collezione di moto nel garage riposano anche una Motomorini 125 del 1961, una Airmacchi 125 anno 1966, una BSA 500 del 1968 ed infine una Ducati 250 immatricolata nel 1962.
Angelo partecipò innumerevoli volte alla famosissima gara di gran fondo MILANO-TARANTO, gara motociclistica su strada di circa 1400km, nata nel 1937, con partenza dalla periferia di Milano (Rogoredo) ed arrivo a Taranto, percorso che i piloti dovevano coprire in una notte. In pratica fu un prolungamento fino a Taranto di quella che nel 1932 era la “Coppa del Duce”, voluta appunto da Mussolini e che portava i partecipanti da Milano a Napoli, prima ancora denominata Raid Nord-Sud, nel lontano 1919.
Uno dei motivi del grande successo della MILANO-TARANTO fu il fatto che chiunque poteva parteciparvi, era sufficiente avere la licenza da conduttore ed una moto “truccata” per l’occasione, oltre al fatto che si correva sulle strade di tutti i giorni.
Purtroppo nel 1957, a pochi giorni dalla partenza, gli echi suscitati dalla tragedia avvenuta nel corso della Mille Miglia automobilistica a Guidizzolo di Mantova, nella quale perirono un equipaggio ed undici spettatori, tra i quali 5 bambini, portarono all’abolizione delle corse motociclistiche su strada, decretando dunque anche la fine della Milano-Taranto.
Tra gli scorsi di Angelo anche il Giro d’Italia con il suo Gilera Saturno 500 cross. Questa fu l’ultima gara a cui partecipò dedicandosi poi negli ultimi anni a lavorare sempre sulle sue moto, ma anche su quelle di amici e conoscenti, concedendosi ogni tanto la partecipazione a motoraduni storici. Di amici e conoscenti Angelo ne aveva davvero tanti, che spesso capitavano nel suo garage solo per curiosare o con quesiti o mezzi da riparare. Insomma come un bar o una sede di un club motociclistico….un viavai continuo. Tra i suoi lavori passati in sordina ma degni di nota il restauro di un paio degli esemplari Gilera esposti durante il festeggiamento del Cinquantesimo anniversario della casa milanese.
E’ quasi un peccato uscire dal suo garage e viene subito voglia di creare un’occasione per poterci ritornare. Dispiaciuti per non aver avuto l’occasione di conoscerlo di persona viene comunque d’istinto salutare con un “Ciao Angelo, alla prossima”.
La gallery in bianco e nero di Claudio Falanga e il commento.
“Direttore, vieni oggi pomeriggio a fotografare delle moto d’epoca?” così esordiva Norberto nella sua telefonata. Norberto mi chiama almeno 10 volte al giorno, ha un’idea ogni 5 minuti. E’ un vulcano di iniziative ed entusiasmo. Non posso stargli dietro. Devo selezionare attentamente le sue proposte. Forse negli ultimi tempi gli avevo anche un po’ tarpato le ali, e forse per un vago senso di colpa, ho detto si subito. “Passo a prenderti.” mi disse entusiasta.
Quando i figli di Angelo, hanno aperto la porta del piccolo garage, si è spalancato un modo di passione, olio, ferro e cuoio. Attrezzi ben ordinati, vecchie tute da corsa, stivali lunghi fino al ginocchio e poi le moto Gilera, tante bellissime, vissute.
Quell’angolo di paradiso motociclistico era stato di Angelo per lungo tempo, curato e custodito con geloso amore.
Mi venne subito da pensare quanto è effimero il possesso delle cose. Ci danniamo per avere e poi quando non ci siamo più, le nostre cose sono alla mercé di chi resta.
Ma quel piccolo museo Gilera non era frutto solo del desiderio di possedere quelle belle moto, Angelo non era un collezionista, era un pilota, un motociclista praticante.
Quelle moto le aveva vissute.
Ora quel piccolo tesoro era nelle amorevoli mani della sua famiglia che sentiva tutto il peso e la responsabilità di quella memoria.
Ho lasciato quel garage a malincuore, perché forte percepivo il legame con una persona che non avevo mai conosciuto. Angelo era lì dentro, era nelle sue cose, nella sua storia di pilota, negli sguardi dei suoi cari.
Grazie Angelo.
Bellissima storia , ma anche un pò triste.. è il destino di tutte le collezioni
le cose rimangono, le persone passano
Proprio vero Riccardo, forse per questo conviene godersi quello che si ha, cercando comunque di preservare la memoria storica che spesso grazie ad appassionati come Angelo si mantiene.
salve, di che città era originario questo meccanico? grazie in anticipo
Buongiorno, non era un meccanico, ma un appassionato ed era della Brianza