Galàtone, si è rivelata a noi con il suo centro storico ricco di attrattive storiche artistiche, culturali e gastronomiche. In poche parole tutto ciò che la Puglia ha da offrire concentrato in una città.
La città di Galàtone si pone al di fuori del turismo di massa ma è capace di sorprendere.
Siamo in provincia di Lecce, a pochi minuti dalla costa ionica e non distante da centri turisticamente più noti come Gallipoli, Nardò, Galatina.
Prima tappa della nostra visita alla città di Galàtone è la Chiesa Madre
La Collegiata dell’Assunta è la chiesa maggiore del paese, ed è stata costruita dal 1591 al 1595 su un progetto di Scipione Fanuli di Galatone. Fu edificata sulle rovine di una chiesa precedente demolita per le precarie condizioni statiche.
La facciata è semplice ma elegante e il campanile, eseguito tra il 1599 ed il 1750, è a tre piani a forma di prismi sovrapposti.
La pianta è a forma di croce latina con quattro cappelle per ogni lato della navata e due nel transetto. L’ambiente risulta molto luminoso grazie alla presenza di ben 24 finestre.
Tra le tele che si possono osservare all’interno troviamo, nella seconda cappella a destra, una delle più interessanti opere di Antonio Donato d’Orlando: la Solenne Crocifissione.
Sopra l’altare maggiore si può ammirare un grande ed antico Crocifisso di legno risalente al 1599.
Passeggiando tra le vie di Galàtone rimarrete senz’altro colpiti dalla facciata della Chiesa dedicata al Santissimo Crocefisso, uno degli esempi più significativi del tardo barocco salentino. La facciata a tre ordini è realizzata in pietra calcarea (tipica della piana salentina), ed è ricca di decori e statue di Santi.
Uno spettacolo che diventa meraviglioso alla luce del sole.
La chiesa sorge nella Piazza omonima, circondata da edifici di estremo rilievo quali la Torre del 1300 e il Palazzo Marchesale, l’ex Convento dei Domenicani del 1500 (ora sede del Comune) e la Chiesa di San Sebastiano.
La pianta della Chiesa del Santissimo Crocefisso è rettangolare e suddivisa in tre navate. Risale agli inizi del 1600 e fu edificata sui resti di una chiesetta del 1696; ultimamente è stata oggetto di un recente restauro che ci permette di ammirarla al massimo del suo splendore.
I suoi interni sono decorati con un ampio utilizzo di elementi dorati che la caratterizzano riempiendola di una luce particolare: difficilmente ci è capitato vedere un’opera tanto ricca.
Il soffitto ligneo a cassettoni e le navate laterali dopo il restauro hanno colori accesi ed intensi; nel transetto sotto la cupola vi sono le statue dei Santi Agostino, Girolamo, Ambrogio e Gregorio.
Molti sono gli affreschi che è possibile vedere in questo edificio, ma l’elemento che più ci ha colpiti è stato l’altare maggiore, ricchissimo di statue e decori. Le colonne tortili che vi troviamo sono anch’esse rivestite in oro. Un capolavoro assolutamente da non perdere.
Moltissimi visitatori confluiscono a Galàtone nei primi giorni del mese di maggio per i festeggiamenti del Santissimo Crocefisso, una ricorrenza molto sentita in occasione della quale tanti cittadini, magari emigrati per motivi di lavoro, tornano per celebrare la festività religiosa.
Proprio di fronte alla Chiesa, sulla stessa piazza, si trova il Palazzo Belmonte Pignatelli, dove ha sede la Mostra delle Macchine di Leonardo da Vinci. Incredibile vero?
L’autore è Giuseppe Manisco che ci accoglie all’ingresso da perfetto padrone di casa e ci incanta con il racconto della sua storia.
“Questa esperienza nasce nel 2004 quando un mio amico torna dal suo viaggio di nozze, a cui io e mia moglie facciamo da testimoni, e mi porta un regalo: un libro. “Le Macchine di Leonardo Da Vinci” .
Leggo questo libro e mi ‘rovino’ la vita perché comincio a realizzare queste macchine.”
Una storia incredibile che si resterebbe ad ascoltare per ore, incantati da come una così grande passione abbia trasformato la vita di Giuseppe Manisco e di tutta la sua famiglia, che lo ha sostenuto e supportato (e “sopportato” come dice lui) durante la creazione dei suoi capolavori.
All’interno degli spazi del palazzo, Manisco ci ha mostrato macchine realizzate in scala e pezzi a misura naturale, tutte perfettamente funzionanti. Ci ha sorpresi la naturalezza con cui ha saputo calamitare la nostra attenzione spiegando il funzionamento delle sue realizzazioni e inserendo nel racconto aneddoti e episodi della vita di Leonardo da Vinci.
Sempre all’interno del Palazzo Marchesale è possibile visitare il Frantoio Proto-Industriale, un vero e proprio pezzo della tradizione salentina, frutto della più avanzata tecnologia della metà del 1800, essendo stato costruito nel 1848.
Fu pensato secondo i procedimenti industriali dell’epoca e, al tempo, illuminato con del “gasogeno” ricavato dalla semi combustione degli scarti di lavorazione. Una tecnologia che oggi chiameremo “verde”.
All’epoca della sua costruzione era un frantoio assolutamente all’avanguardia con molti dettagli tecnici di rilievo. Le dimensioni sono notevoli, in questo luogo ci lavoravano, oltre agli asini, un centinaio di persone. E’ stato oggetto di un sapiente restauro, ed è utilizzato anche come spazio per esposizioni temporanee.
Vi portiamo ora al Castello di Fulcignano. Un luogo ricco di fascino e dal passato importante. Qui sorgeva Fulcignano, di origine bizantina. Fu uno dei circa 300 villaggi Pugliesi che, intorno alla fine del 1500, sparirono: si trattava di villaggi non murati, vittime di peste e carestia.
Di tutto il villaggio ora rimane solo il castello. E’ difficile, da ciò che resta, immaginare come fosse il maniero al momento del suo massimo splendore, con i portoni, i passaggi di ronda, il giardino, il ponte, ecc.
Possiamo oggi ammirare solo le mura, in quanto la struttura in legno è caduta e le tegole sono state asportate. Fu abbandonato nel 1470 e quindi non ha subito modifiche, è un vero e proprio fossile storico. Autentico.
La struttura ha una pianta quadrata con 5 torri, due delle quali proteggono l’entrata. Non c’era il ponte levatoio ma c’era un ponte sul fossato che circondava il castello e lo rendeva inaccessibile alle macchine di guerra.
La torre più bella è quella ad angolo con le feritoie arciere, la torre è a forma di rombo utile per avere meno spazi vuoti sulla copertura del lancio delle frecce.
Il castello è stato oggetto di atti vandalici e sciacallaggi e purtroppo a noi rimane solamente un’idea di quello che poteva essere stato nel momento più glorioso. Un luogo fantasma che conserva comunque un fascino particolare.
L’amministrazione comunale ha comunque in programma di rimettere in sicurezza il castello e renderlo fruibile anche come location per eventi o esposizioni.
Galatone si trova a soli 20 minuti dalla più nota Gallipoli, e noi non perdiamo l’occasione di visitare questa perla del Salento, ricca di storia ma assolutamente imperdibile per gli scenari che offre.
Ci accoglie con la vista sullo splendido ponte adiacente al castello e con i pescatori che lavorano alle loro reti. Ci siamo concessi solo una breve passeggiata tra le vie del centro storico, ma abbiamo avuto il tempo di apprezzarne gli scorci e di incantarci davanti alla vista sulla splendida baia.
Ci ripromettiamo comunque di tornare con più calma, ma è quasi l’ora del tramonto e noi vogliamo godercelo da un luogo privilegiato: Torre Santa Maria dell’Alto.
Parcheggiamo la moto e con una breve passeggiata, in salita ovviamente, raggiungiamo la torre, da cui è possibile bearsi di panorami emozionanti.
Con questa vista lasciamo il Salento, meravigliosa meta che ci ha offerto tanto ma che, siamo convinti, abbia in serbo per noi ancora molto altro. E noi torneremo a scoprirlo.
Testo e foto di Nadia Giammarco
Si ringrazia la Cooperativa eLabora .