1000 Curve copertina

1000 Curve edizione Zero, promossa a pieni voti

Abbiamo partecipato alla 1000 Curve, edizione zero di un evento destinato a diventare un classico di successo. Tra competizione e scoperta del territorio ecco com’è andata.

Quando ci è balenata l’idea di partecipare alla 1000 Curve edizione zero non sapevamo bene cosa aspettarci. Da una parte c’era la voglia di andare a conoscere qualche angolo nascosto della regione Marche, dall’altra c’era lo stimolo di quella parola, “competizione”, che in forma più o meno evidente è presente nel DNA di ogni motociclista. Ma qui non avrebbe vinto né il consumasaponette più veloce, né il culodipietra più resistente, bensì colui che alla fine avrebbe percorso… più curve!  Click click… iscrizione inviata!

1000 Curve Suzuki V-Strom
Con la Suzuki V-Strom 1050 XT alla 1000 Curve edizione Zero

 

La formula

La formula è furba: un punto di partenza, Urbino, un punto di arrivo, Camerino, e lungo il percorso tre controlli orari obbligatori da raggiungere entro una prestabilita finestra di tempo. Tsè, facile, basta impostare le coordinate sui navigatori e seguire le indicazioni, e che ci vuole?
Ci vuole che gli organizzatori avevano previsto anche tutta una serie di mete facoltative, i cosiddetti cookies, disseminate qua e là. Ognuno di questi cookies assegnava un punteggio maggiore o minore a seconda della distanza o del numero di curve per raggiungerla, o per la difficoltà nel trovarla, o per la bellezza del luogo. Poteva essere la rinomata pasticceria nella piazza centrale di un paese, o un’azienda agricola particolare, o un albergo per bikers, insomma ogni timbro apposto sul roadbook faceva punteggio. Ma bisognava scegliere con oculatezza, calcolando tempi e finestre orarie dei punti di controllo obbligatori, in un gioco di strategia che più di qualsiasi altra cosa è stato il vero punto focale dell’evento.

1000 Curve strategia
Studiare i percorsi e i tempi per accumulare più curve possibile

 

La strategia

Puntare ad accumulare più timbri possibili, magari in luoghi distanti a volte anche poche centinaia di metri (ma che garantivano pochi punti), oppure mirare al bersaglio grosso cercando di raggiungere quei luoghi più lontani o nascosti ma che garantivano punteggi più alti? O perché no, mettere in conto qualche penalità in caso di sforamento dell’orario ma a fronte del maggior numero di cookies possibile?
Così fin dall’accoglienza al sabato sera, si potevano vedere fior di motociclisti e motocicliste impegnatissimi a studiare mappe consunte, potenti computer tascabili, e telefonini dotati di applicazioni che nemmeno la NASA. L’equipaggio di Moto-OnTheRoad, formato dal sottoscritto e dall’amico Thomas, più che per la tecnologia si è distinto per tutta una serie di tuffi in piscina e per la serata passata ad ascoltare l’ottimo rock della West River Band. Insomma, diciamo che la nostra strategia per la 1000 Curve edizione Zero è stata improntata a una certa improvvisazione.

 

Com’è andata?

Come dicevamo il Moto-OnTheRoad team ha deciso di privilegiare l’aspetto turistico rispetto a quello competitivo. La formula prevedeva tempi piuttosto stretti, e considerando la necessità di rispettare il codice della strada oltre agli orari, rimaneva poco spazio per soste o visite. Il pregevole intento degli organizzatori di disseminare il territorio di cookies anche per dare modo di conoscerlo magari facendo due chiacchiere coi gestori del luogo, si scontrava con l’implacabile orologio.

Partenza 1000 Curve
Pronti per la partenza

 

Per fare un esempio, una delle mete facoltative era il Birrificio artigianale del Catria. Abbiamo visto motociclisti arrivare, scendere di corsa dalla moto senza nemmeno togliersi il casco, timbrare e ripartire al volo. Ecco, io e Thomas invece abbiamo visto i fusti di birra, ci siamo guardati in faccia, ci siamo seduti a un tavolo, e ci siamo gustati delle buonissime cresce innaffiate da un’ottima rossa. Tranquilli, era piccola, smaltita con la sosta foto-relax.

Moto-OnTheRoad Team
Il Moto-OnTheRoad Team mentre prova il mezzo scelto par la prossima edizione

 

Suggerimento per gli amici organizzatori.

Senza nulla togliere allo spirito della competizione, forse spalmando l’evento su almeno due giorni rimarrebbe più tempo per godere delle bellezze che le Marche sanno offrire, oppure potrebbe essere sensato prevedere un minor numero di cookies per esempio evitando di inserirne più di uno nella stessa piazza, anche perché nel primo bar prendi volentieri un caffè e scambi due parole con la ragazza alla cassa, ma negli altri due chiedi il timbro e scappi, e questa fretta a volte può risultare antipatica, oltre che in contrasto con lo spirito di conoscenza del territorio. C’è da dire che comunque non è che le Marche chiudono le frontiere, per quel che ci riguarda abbiamo preso nota di strade e luoghi e abbiamo già messo in cantiere una prossima visita di approfondimento.

1000 Curve. Monte Nerone
Sulla cima del Monte Nerone: “Da qui messere si domina la valle” (chi indovina la citazione?)

Le strade

Non conoscevamo la zona, ma avevamo il dubbio che se la manifestazione si chiama 1000 Curve un motivo ci doveva essere. E in effetti pareva di stare sull’ottovolante, in particolare la salita verso il Monte Nerone è stata una delle nostre esperienze più appaganti, da vestiti. Con un briciolo di attenzione in più per l’inevitabile presenza dei postini locali desiderosi di chissà quale medaglia e talvolta decisamente sopra le righe. E’ vero che siamo in provincia di Pesaro, è vero che da queste parti c’è un paesello che si chiama Tavullia, ma occhio con l’emulazione, che se un giorno a qualcun altro viene in mente di tarare gli autovelox a 60 all’ora poi hai voglia a protestare!

Uno dei tratti più rettilinei della 1000 Curve

 

L’arrivo

In perfetto orario abbiamo consegnato il roadbook con i nostri bei timbri all’arrivo nella centralissima piazza Cavour a Camerino. E qui si apre una parentesi. Leggiamo dalla pagina facebook della 1000 Curve edizione zero: Perché Camerino? 1000 Curve nasce nelle Marche una regione non abituata a gridare e né tantomeno a lamentarsi, Camerino è così, una città perfettamente marchigiana che di un dolore come il terremoto non fa un motivo di lamento ma semplicemente di quotidiana fatica alla costruzione di un mondo nuovo. Ci sembrava giusto onorare questo sacrificio con una visita cordiale in punta di piedi di motociclisti che vengono da tutta Italia per apprezzare quelle che sono le curve marchigiane e lo spirito meraviglioso delle popolazioni che lo abitano.

 

Lucciconi

Chi scrive non si aspettava di trovare Camerino ancora completamente disabitata. Arrivandoci dalla valle sottostante non ci si rende conto. In piazza si notano le strutture di contenimento, le transenne, i mezzi militari di sorveglianza. Ma ci vuole un po’ prima di realizzare che i nostri lazzi e schiamazzi… rimbombano, che ci siamo solo noi, che tutto il paese è deserto. Mentre le moto continuano ad arrivare mi defilo e mi avventuro nell’interno, almeno fin dove è consentito. Le crepe, i cartelli “Zona Rossa”, l’erba alta. Ma è il silenzio, irreale, che ti avvolge e ti colpisce allo stomaco. E fa male.
Mi ci è voluto un po’ per recuperare lucidità e tornare a fare lo scemo.

 

 

La moto: Suzuki V-Strom 1050

Abbiamo partecipato alla 1000 Curve edizione Zero con la nuova Suzuki V-Strom 1050 XT, moto che già conosciamo e che ogni volta ci sorprende per l’equilibrio che la contraddistingue. Bellissima nella iconica colorazione bianco-rossa, veloce e stabile quando servono velocità e stabilità, comoda macinachilometri quando c’è da stare in sella per giornate intere, e pure a suo agio quando nella nostra ricerca delle strade migliori abbiamo optato per qualche divagazione offroad.

Con la Suzuki V-Strom anche su strade sterrate

 

Oltre alle grandi qualità rilevate in occasione della prova su strada, stavolta abbiamo apprezzato in particolar modo due piccoli accorgimenti, nulla di miracoloso ma che rendono la moto ancora più versatile: il cruise control, che non sembra ma è utilissimo nei trasferimenti su autostrade e tangenziali (non fosse altro per impostarlo a velocità codice senza doversi preoccupare di eventuali autovelox, cosa che tra l’altro influisce positivamente anche sui consumi, già bassi di suo), e la barra cilindrica orizzontale all’interno del cupolino, comodissima per installare, anche provvisoriamente, un cellulare o un navigatore gps.

Con la Suzuki V-Strom a Urbino
Urbino

 

Ed è in arrivo l’allestimento XT PRO, con paramotore esteso, barre di protezione più alte, pedane maggiorate con posizione regolabile, e borse in alluminio da 37 litri. A questo punto non ci sono più scuse, l’alternativa a certe navi del deserto, teutoniche e non, esiste eccome!

 

Le strutture ricettive

Accoglienza e quartier generale presso la Corte della Miniera, struttura ricavata in una ex miniera di zolfo (in parte ancora attiva). Suggestiva e con un panorama da sogno.

Relax post evento presso Country House Le Calvie, assolutamente bikers friendly, dove abbiamo fatto da cavia per un esperimento di cena all’aperto supportati da un servizio di rosticceria della zona. Che dire, esperimento riuscitissimo! E quelle lasagne da sole valgono la permanenza, la gentilissima signora Cristina e famiglia vi accoglierà con entusiasmo.

 

Grazie a Suzuki Italia.
Alcune foto sono di www.emmedw.net

 

1000 Curve: il vincitore
Ops… dimenticavamo: il vincitore Vincenzo Naddeo sulla sua bellissima Ducati. 1855 curve!

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