Sonia e Matteo sono due motociclisti appassionati di viaggi che ho conosciuto tramite social. Il virus ha interrotto l’avventura “America Latina in Moto”.
Lo ho conosciuti sul web, come spesso capita tra motociclisti: Sonia in una community di motocicliste, e Matteo in un gruppo che riunisce gli Amici del VStrom. Solo successivamente ho scoperto che sono una coppia e che stavano programmando di partire in moto per una mega avventura di tre mesi, che li avrebbe portati alla scoperta dell’America Latina in Moto.
Prima della partenza hanno creato un gruppo Facebook Sonia e Matteo on the road tramite cui hanno condiviso in tempo reale la loro esperienza, diventata poi una vera e propria odissea. E alla fine tutti attendavamo i loro aggiornamenti con il fiato sospeso.
Nel pieno dell’epidemia da Covid-19, mentre in Italia tutti eravamo chiusi fra quattro mura, loro si trovavano a migliaia di chilometri da casa, mentre intorno a loro gli stati stavano chiudendo i confini.
La preparazione:
Ragazzi, da quanto tempo stavate progettando questo viaggio e quale era l’itinerario previsto?
Il viaggio possiamo dire che e’ in progetto da una vita ma la pianificazione vera e propria e’ stata di un anno circa.
Avete programmato tutto nei dettagli o la vostra idea era di vivere un’avventura in cui ci fosse il giusto spazio per la scoperta dell’ultimo minuto?
Non abbiamo programmato molto a dire il vero.
Certo, abbiamo messo delle puntine sui luoghi imperdibili di queste terre sconfinate e siamo rammaricati di non aver potuto concludere il viaggio come previsto. Abbiamo dovuto rinunciare alla Bolivia, il paese più’ caratteristico che avremmo incontrato nel nostro percorso.
Immagino l’amarezza per non aver potuto concludere l’avventura come desideravate, ma anche l’ansia del trovarsi molto lontano da casa, magari in luoghi con un’assistenza sanitaria meno efficiente di quella italiana, in un momento in cui in molti stati si stava raggiungendo il picco dei contagi.
A che punto del vostro itinerario vi siete resi veramente conto che avreste dovuto rientrare in Italia?
Ci siamo trovati a Puno al lago Titicaca a pochi km dal confine boliviano, quando il governo peruviano ha deciso di chiudere le frontiere per due settimane.
La mattina seguente scopriamo che hanno dato 24 ore di tempo per abbandonare il paese.
La scelta sarebbe stata di entrare in Bolivia senza sapere quando saremmo usciti oppure rientrare in Cile e correre verso Santiago, unica speranza per poter rispedire la moto a casa.
Optiamo per quest’ultima e in pochi giorni siamo nella capitale. Tutti i notiziari locali non fanno altro che far crescere l’ansia in noi con idee confuse dei governanti in materia di prevenzione, chiusura delle regioni, chiusura di locali ecc.
“…le persone locali non vogliono turisti, ci urlano di tornare al nostro paese…”
Siamo vicini al porto di San Antonio, le persone locali non vogliono turisti, ci urlano di tornare al nostro paese, alla fine con l’aiuto dei Carabineros riusciamo a raggiungere l’hotel prenotato il giorno prima che è chiuso, abbiamo un recapito telefonico, contattiamo il proprietario che ci lascia le chiavi dicendoci di fare come se fossimo a casa nostra.
Abbiamo passato quattro notti facendoci portare cibo da asporto, un po’ per la chiusura di molti locali, ma anche perché non siamo i benvenuti in questo periodo.
Una mattina in circa due ore sbrighiamo le pratiche doganali per la spedizione della moto, partirà più di un mese dopo.
Nel frattempo, cerchiamo di contattare la Farnesina e l’Ambasciata, dalla prima mai una risposta, la seconda ci illude dicendoci che avrebbero organizzato un aereo in data lunedì’ 23 marzo per poi comunicarci la domenica che non si sarebbe effettuato.
Un rientro improvvisato e difficile
E come siete riusciti a riprogrammare in tutta fretta il vostro rientro?
A questo punto decidiamo di organizzare il rientro da soli anche se con grande difficoltà, i voli cambiano in continuazione. Faremo da Santiago a Madrid, Parigi, Dusseldorf, Roma e poi in treno fino a Salsomaggiore Terme.
Arrivati a Madrid ci comunicano che il volo da Dusseldorf verra’ spostato di altre 24 ore, veramente troppo considerando il fatto che non si può uscire dagli aeroporti. Troviamo un volo da Parigi diretto per Roma, lo acquistiamo, i costi salgono, ma siamo sfiniti.
“Ballando nell’Hotel vuoto”
Di quei giorni mi ricordo di aver visto il post sulla vostra pagina con cui avete condiviso il momento in cui a Puerto San Antonio eravate in un hotel, ufficialmente chiuso, ed il proprietario vi disse di fare come se foste a casa vostra… E voi avete ballato.
Mi ha colpito il feeling del momento e la vostra voglia di affrontare la situazione con il sorriso sulle labbra.
Fare squadra durante un viaggio del genere è indispensabile, e ognuno in genere ha un compito particolare. Nel vostro caso come vi siete divisi i compiti?
Chi dei due si è occupato principalmente di curare la logistica, chi è l’amante delle riprese e chi ha progettato l’itinerario?
In un viaggio simile è indispensabile che tutti svolgano la loro parte, nel nostro caso non vi erano compiti prestabiliti, volevamo che entrambi fossimo in grado di svolgere tutte mansioni. Dal guidare al più semplice prenotare camere, passando per elettronica e valutazione delle strade da percorrere.
Avete in programma di portare a termine il vostro itinerario “America Latina in moto” in futuro?
Se ce ne saranno le condizioni, ci piacerebbe tornare nel 2021 per concludere il viaggio e magari spingerci verso nord con destinazione Colombia!
La vostra prossima meta italiana invece quale sarà?
Appena tornerà’ la nostra moto (verso meta’ giugno) andremo come ogni anno al Passo dello Stelvio per poi concederci alcuni giorni in Umbria.
Ringraziamo Sonia a Matteo per aver condiviso con coi la loro avventura.
Noi, nel frattempo, continueremo a seguirli sui social e a rivivere la loro esperienza attraverso i filmati che pubblicano sul loro canale YouTube.