Quando si parla di foto di viaggio, la situazione tipica che ci si trova ad affrontare è fotografare paesaggi. Capita spesso però di accorgerci che il panorama che ci troviamo di fronte e che tanto ci emoziona, una volta immortalato, non renda come vederlo dal vero, non trasmette le sensazioni che ci hanno spinto a scattare.
Come è facilmente intuibile ci sono degli accorgimenti particolari per fotografare paesaggi, analizziamone qualcuno insieme.
In questo tipo di foto è importante che tutti i piani dell’immagine risultino nitidi e perfettamente a fuoco, dal soggetto in primo piano fino a quello posto all’orizzonte; l’obiettivo più adatto quindi è il grandangolare. Questo tipo di ottica, infatti, è in grado di esaltare la prospettiva e di restituire una maggiore profondità all’immagine.
Per quanto riguarda la scelta del diaframma, le aperture consigliate sono da f11 a f16. Questi valori permettono di ottenere la massima profondità di campo senza rischiare di perdere in qualità. Infatti, utilizzando diaframmi più aperti rischieremmo di non avere tutti i piani a fuoco mentre, chiudendo oltre f16, potremmo rischiare di perdere qualità.
Visto che la parola d’ordine è “nitidezza” dobbiamo evitare ISO elevati, il rumore digitale in una foto di paesaggio non è contemplato, quindi dobbiamo fare attenzione ad impostare il valore intorno al 100.
Nelle foto di paesaggio, i tempi di scatto devono essere adeguatamente bassi, anzi molto bassi se si scatta a mano libera. In generale però per questo tipo di riprese, occorre avvalersi di uno stativo, ma si sa che viaggiando in moto non sempre si ha la possibilità di portare molta attrezzatura. Allora guardiamoci intorno: un muretto, la sella della moto o un parapetto sono delle valide alternative. A questo punto anche con ISO bassi non avremo più problemi, visto che con la fotocamera ferma non rischieremo il mosso a causa dei tempi di scatto lenti.
Tempi di scatto rapidi ci permetteranno anche di “fermare” eventuali soggetti in movimento presenti nell’immagine, ad esempio una moto.
Una accortezza da adottare in caso si stia scattando con un obiettivo stabilizzato, sarà quella di disattivare la stabilizzazione perchè in caso contrario la foto verrà mossa, in quanto lo stabilizzatore tenterà continuamente di fermare l’immagine nonostante la fotocamera sia immobile.
Per far sì che tutti i piani di una foto siano perfettamente a fuoco, occorre utilizzare la lunghezza iperfocale che viene definita come la più corta distanza a cui mettere a fuoco mantenendo gli oggetti più lontani (all’infinito) a una nitidezza accettabile. Stabilita quindi la lunghezza iperfocale sarà sufficiente mettere a fuoco a quella distanza per avere tutto a fuoco, da metà di quella distanza fino all’infinito. Per calcolare l’iperfocale ci vengono in aiuto delle applicazioni per lo smartphone che svolgono egregiamente questa operazione, ad esempio sul PlayStore per Android trovate DoF, semplice e intuitivo. Ma se ne trovano anche altre simili, anche su ITunes, basta solo provarle e scegliere quella con cui vi trovate meglio.
Ovviamente l’argomento merita un approfondimento, ma per ora abbiamo voluto semplificare per renderlo comprensibile anche a chi è alle prime armi.
Se utilizzate uno smartphone o una macchina fotografica compatta, che non permette regolazioni manuali, vi basterà impostare la modalità di ripresa su “panorama” e gli automatismi faranno il resto.
Fondamentale inoltre la composizione, a qual proposito vi rimandiamo al nostro articolo e, per favore, tenete l’orizzonte sempre perfettamente dritto.
Testo e foto di Nadia Giammarco.