Come comportarsi alla vista della famigerata pattuglia che dietro la curva ti aspetta con la paletta in mano, per un posto di blocco? Un rapido esame di coscienza, una preghierina a qualche santo, e poi ci si ferma. Sempre.
Da qualche tempo spopola un video in cui un posto di blocco dei Carabinieri cerca di fermare un paio di motociclisti piazzandosi in mezzo di strada mentre questi schivano i militari per un pelo dileguandosi gas a martello, il tutto ripreso dalla GoPro di un terzo che invece si ferma. Le immagini si interrompono mentre l’incazzatissimo Carabiniere gli intima di fargli vedere il filmato, spero per lui che moto, documenti, revisione, fosse tutto in regola, perché fare da capro espiatorio in un momento del genere non dev’essere per niente piacevole. Per il portafoglio soprattutto.
Ovviamente i commenti sui gruppi di motociclisti dei vari social si sprecano: “Ma quei due sono pazzi?”, “Incoscienti!”, “Poteva succedere una tragedia!”. Solo che per la maggior parte… si riferiscono ai Carabinieri.
Cioè fatemi capire: due valentinirossi de noantri passano a palla in mezzo a un paesello sgassando sulle strisce pedonali e, di fatto, forzando un posto di blocco, ma a essere pericolosi è chi cerca di fermarli? Parliamoci chiaro, lo sappiamo tutti che certi limiti di velocità non hanno nulla a che fare con la sicurezza, che certi autovelox non hanno finalità di prevenzione ma sono lì solo per risanare bilanci, che certi limiti sulle omologazioni dei ricambi aftermarket sono ridicoli, che certa gente ben più criminale di un motociclista cretino cosparge di olio e sabbia i tornanti e tira fili di acciaio tra gli alberi sui sentieri, e anche che certi tutori dell’ordine a volte fanno pagare a noi i mal di testa delle compagne la sera prima, ma certi comportamenti su strade scambiate per una pista non fanno altro che esasperare gli animi di tutti e trasformano una auspicabile pacifica convivenza tra utenti della strada in battaglia per la sopravvivenza.
Scagli la prima pietra chi ha avuto moto sempre originali (chi scrive, lo dico a scanso di equivoci, un tempo non aveva lo scarico di serie nemmeno sul Ciao), ma basta andare in cima a qualsiasi passo appenninico la domenica mattina per vedere moto kittate che non sfigurerebbero in griglia nella Superbike, i cui proprietari confabulano amabilmente di chattering, mescole e rapporti che non si capisce come mai siano al bar invece che sul podio del Mugello.
Se uno decide di andare sulla Futa con le slick e di appoggiare il ginocchio in terra oltre la linea di mezzeria, sa benissimo di dover mettere in conto sia il rischio di un frontale con una Panda, sia il rischio di una patente ridotta in coriandoli dalla pattuglia di turno. E commentare la bravata del video giustificando la fuga non mi pare atteggiamento corretto, altrimenti mi viene in mente quando la nostra classe politica beccata spesso e volentieri con le mani nella marmellata, anziché chiedere scusa e pagarne le conseguenze, fa muro e si schiera compatta contro la Magistratura che è lì apposta per far rispettare la legge.
Ah, giusto per non farmi dare di bacchettone, se volete la prossima volta vi racconto come salvai patente e libretto quella volta che sul Muraglione…
La foto di copertina e questa sopra sono tratte dal profilo Instagram del Corpo dei Carabinieri