Con questo primo scritto, hanno inizio i blog del nostro giornale. Per il momento siamo il sottoscritto e Kiddo, folle e simpatico motociclista toscano, che ben incarna la passione pura e l’animo di una regione che ha dato i natali alla nostra lingua.
Sentivo la necessità di un contatto più diretto. Un giornale non deve solo dare notizie, ma deve esprimere delle opinioni. E noi cercheremo di guardare il mondo attraverso una nostra chiave di lettura: la passione per la motocicletta.
Muoversi in moto non asseconda solamente il bisogno di mobilità, ma è una filosofia di vita.
La moto non è il mezzo più comodo, non è il mezzo più economico, ma è sicuramente il mezzo terrestre più emozionante. Ho parlato di mezzo terrestre perché probabilmente solo guidare un aeroplano può eguagliarne le sensazioni. Credo, infatti, che andare in moto sia come volare a bassa quota. Le curve sono simili alle virate aeronautiche e l’aria fischia attorno, ti avvolge, la senti come parte integrante del tuo andare. Ogni viaggio in moto è fatto di molecole d’aria attraversate, di freddo o caldo, pioggia o vento. Nessun veicolo offre così tante sensazioni.
Penso che la moto racchiuda in se l’antico sogno dell’uomo di volare, un sogno atavico, istintivo. Questa mia convinzione si conferma tutte le volte che vedo l’interesse dei bambini, anche quelli piccolissimi, nei confronti delle moto. Avrete osservato l’attenzione e l’ammirazione dei loro sguardi quando passiamo per strada, quando superiamo l’auto che li trasporta. Non c’è contaminazione culturale nel loro interesse, è un’attrazione istintiva. La moto si muove diversamente e chi la guida sembra parte integrante di questo strano e veloce animale.
Ne avremo di cose da dire.
Un caro saluto a tutti.
Claudio Falanga