di Carlo Nannini (Kiddo)
“Che spettacolo!”
“Che meraviglia!”
Sentendo la mia voce e quella della passeggera nell’interfono dentro il casco ripetere quasi continuamente ed esclusivamente queste due semplici frasi, non può che tornarmi in mente Jodie Foster nel film “Contact” che confida al registratore della sua navicella spaziale, spedita alla ricerca di forme di vita aliene, davanti allo spettacolo del cosmo soverchiante nella sua magnificenza, “dovevano mandare un poeta”.
Ecco, forse per descrivere cosa si prova a guidare in moto per la Norvegia dei fiordi occidentali, avrebbero dovuto mandare un poeta, invece che un bischero del Pian del Mugnone.
Bella, anzi bellissima, questa zona ha nello spettacolo di una natura potente, maestosa, affascinante la sua più grande attrattiva, e starci dentro, diventarne parte come solo la motocicletta permette di fare è assolutamente impagabile.
Oddio, impagabile è forse la parola giusta. Perché la Norvegia, per noi che andiamo a vederla dai paesi della Comunità Europea visto che il Paese scandinavo in questione non ne fa parte, è un po’ cara, anzi caruccia.
Vero è che per le moto autostrade e parcheggi sono gratuiti ovunque, e forse dovrebbero scriverlo da qualche parte, dentro ai parcheggi, visto che per 20 ore a Oslo abbiamo scucito l’equivalente di 40 euro, subito prima di essere avvisati dal ragazzo delle pulizie capitato lì per caso che non dovevamo pagare.
Sempre a Oslo, due palline di gelato vengono via per 5 euro, tre palline 7 euro. Una pizza in uno dei bellissimi ristoranti fra i 18 e i 20 euro, una birra 7, un caffè 3. Una bottiglietta d’acqua al baretto di Bygdoy, la signorile penisola che ospita alcuni importanti musei 45 corone, ovvero circa 5 euro.
Ovviamente il resto è allineato, tranne la benzina che ha costi simili ai nostri; alberghi, ristoranti, qualsiasi cosa dobbiate acquistare per noi è salatissima. Certo direte subito cosa vai a mangiare la pizza in Norvegia?! Al limite per gli squattrinati ci sono i fast food. Oppure, vai al supermercato, ti fai un’insalata, un panino.
Vero, ma dopo tre giorni di hamburger, e visto che purtroppo l’estate che abbiamo visto noi era purtroppo piovosa e freddina anche per i canoni locali, arrivare a sera e potersi permettere di mettere le gambe sotto un tavolo per qualcosa di caldo, diventava quasi una necessità. Stessa cosa per i pernottamenti, oltre agli alberghi ci possono essere i campeggi, diffusissimi e quasi sempre con bungalows, ma se si amano un po’ di comodità e comunque non si ha l’attrezzatura la Norvegia può davvero essere alla portata di pochi, anche considerando i chilometri di trasferimento per arrivare al traghetto in Danimarca.
Cosa fare allora, rinunciare a quello che per molti è il viaggio dei sogni, raggiungere le mitiche Trollstigen oppure la Atlantic Road?
Ovviamente, assolutamente no!
L’unico suggerimento che possiamo dare è continuate a considerare quello in Norvegia come IL viaggio da fare, ma non per attraversarla in direzione di Capo Nord, percorrendo noiose e lunghissime strade dritte, dove i limiti di velocità costringono a percorrenze da narcolessi, anche se comunque è un viaggio che a questo punto vorrò fare assolutamente. Andate a scoprire la Norvegia dei fiordi, le città come Oslo o Bergen (altra città che vorrò vedere), i bellissimi altopiani dei parchi del centro sconosciuti alla maggioranza dei turisti europei ma ricchissimi di meravigliose strade bellissime da guidare e semideserte.
Compratevi un salvadanaio e vuotatevi le tasche quando rientrate in casa, se fumate smettete subito e lasciate da parte i soldi che buttavate in fumo per il vostro “fondo Norvegia”, ne guadagnerete sicuramente in salute.
Di una cosa sono sicuro, che quando sarete sul balcone che si affaccia sul fiordo di Geiranger, dopo aver percorso i tornanti della “Strada dell’Aquila”, le due palline di gelato a cinque euro sarà l’ultimo dei vostri problemi.
E poi, o che si va a comprare il gelato in Norvegia?!