di Carlo Nannini (Kiddo)
È una cosa che faccio sempre, o almeno ci provo, e non è solo perché è imposto dal codice stradale, di dare la precedenza ai pedoni sulle strisce quando stanno per attraversare.
Troppo spesso infatti vediamo l’atteggiamento comune di chi è al volante o alla guida di una due ruote, di fregarsene se qualcuno a piedi o in bici sta palesemente e pazientemente aspettando il momentaneo arrestarsi del flusso dei veicoli per azzardarsi ad attraversare la strada. Oltre che un’infrazione punibile dal Codice della Strada, difficilmente dimostrabile e sanzionabile da parte delle Forze dell’Ordine, è un vero gesto di inciviltà, una dimostrazione del fottersene bellamente di chi non ha la forza di chi sta chiuso in una scatola col motore o di chi sfreccia nel traffico in motorino.
Lasciamo stare i luoghi comuni che si sentono spesso di come “l’italiano si riconosce all’estero perché ringrazia quando lo fanno passare sulle strisce”. Non voglio pensare che sia una cosa che contraddistingue solo noi italiani, però è innegabile che sicuramente la scena del ragazzino con lo zaino della scuola pesante trenta chili che rischia di essere falciato se si prova a mettere un piede fuori dal marciapiede viene in mente a tutti.
È vero che spesso siamo distratti, pensiamo a mille cose mentre guidiamo specie in città e davvero quello che dall’altra parte del viale Lavagnini che sta arrivando facendo running non lo avevamo visto, ma l’invito caloroso che noi di Moto-OntheRoad facciamo è: distinguiamoci!
Lo sappiamo che noi motociclisti ci vediamo come una razza apparte, non una élite ma sicuramente teniamo molto alla nostra identità. Nella catena alimentare del traffico veicolare siamo subito dopo i ciclisti, una categoria a rischio pronta a essere falciata alla minima distrazione.
E allora facciamo vedere la forza di chi ha coscienza.
Quando vediamo la signora con la borsa della Conad dentro il carrellino di lana a fantasia scozzese con le ruote e il canino salsiccia ciccionissimo e con le unghiette che fanno sull’asfalto tictictic, fermiamoci e facciamo passare.
Il sorriso col quale vi ringrazierà la vecchia sarà un toccasana che vi accompagnerà tutta la giornata; vi accorgerete che il traffico intorno a voi, come quel mare di cui non ricordo il nome fece con Mosè, si arresterà improvvisamente e tutti, in quel momento, si sentiranno più buoni, come a Natale.
Certo se non arriva un rappresentante con la Passat che stava guardando le foto delle maiale che il suo amico Claudio gli manda su Whatsapp non vi arriva da dietro e travolge sia voi che l’anziana signora, ma ogni gesto nobile comporta i suoi rischi, o per citare qualcuno di cui ignoro l’esistenza, “le buone azioni non rimangono mai impunite”.