motociclista di domani?

Dove sono i Motociclisti di domani? Ci stiamo estinguendo?

Leggi assurde e studiate per complicare la vita a chi vorrebbe avvicinarsi alla moto da giovane, oltre ai soliti aggeggi elettronici, le cause dell’estinzione dei motociclisti?

Nel piazzale del consorzio delle autoscuole ci sono un paio di Gladius, piuttosto ammaccate nonostante i tamponi paratelaio, qualche scooter di plastica dalla marca irriconoscibile, una microcar, una motoretta 125 quattro tempi. Non riesco a vedere il motorino 50 a marce che dovrebbe usare mio figlio, finché non scorgo sotto un telo quello che immagino sia un betino motard. Bene, il pupo era curioso di provarlo, visto che ha preferito prendersi l’Aprilia SX, così si toglie la voglia.
L’istruttore svela la motociclettina, spedala un paio di volte, tira l’aria, la accende. Probabilmente non viene tirata fuori molto spesso. Che tristezza, vuol dire che il cinquantino a marce lo vogliono proprio in pochi. In parte, credo che molti genitori lo giudichino per qualche ragione più pericoloso dello scooter, che come prima esperienza di guida è più che sufficiente, considerato anche il traffico caotico di oggi è meglio cercare di rendere il primo approccio alla guida più semplice.
Mio figlio sale sopra, la frizione stacca quasi in fondo all’improvviso, la moto è molto meno scorbutica della sua che ha il filtro aperto. Mi piace che capisca le differenze fra una moto e l’altra, che le confronti. Tutto serve a crescere come motociclista, e imparare fin dalle piccole cilindrate a usare cambio e frizione credo sia fondamentale.
D’altronde, sarà che ci sto fin troppo dentro, ma se vuole prendere la moto mi sento responsabile che ci arrivi nel migliore dei modi, e questa prima lezione di guida delle due obbligatorie per prendere la patente AM la vivo quasi come un esame per me, che mi sono prodigato nel migliore di modi per iniziare il ragazzo alla guida della motocicletta.
Visto che ha scarse esperienze addirittura come ciclista, l’inizio non è stato dei più semplici. I ragazzi di oggi sicuramente vivono un mondo molto meno fisico del nostro, rapiti da videogiochi, cellulari e diavolerie elettroniche: probabilmente una naturale fase dell’evoluzione umana.
Riuscire a padroneggiare la frizione è stata una montagna da scalare, capire quando cambiare e a che regimi del motore un’impresa; la prima volta che ha affrontato una salita addirittura un trauma. Comunque oggi siamo quì, e lui si sta comportando da guidatore navigato. Ci credo, quell’otto coi birilli lo avevo disegnato su un piazzale vicino casa e lo ha fatto allo sfinimento, e il betino in confronto alla sua gli fa venire sonno.
Il motorino ha il minimo altissimo, non capisco se serve per evitare che si spenga, e l’istruttore non sembra farci caso. Gli chiedo se vuole che glielo regoli e mi guarda stranito. Non devono essere molti i genitori che instradano i ragazzi al motociclismo, a questa età, e molto probabilmente è anche per colpa delle regole che sembrano studiate per scoraggiare chi vorrebbe provarci.
Come mi dice anche una mamma che assiste alla prova del ragazzo come me, il problema di questa patente A sta nel fatto che se vuoi prendere a sedici anni – ovvero solo due anni dopo che hai dato quella per il cinquantino che è una patente vera e propria – quella per il centoventicinque, questa AM non serve a niente: devi rifare tutto da capo.
Per questo motivo chi scassa l’anima per prendere il motorino, di solito arriva a diciotto anni con quello, per poi fare l’esame per la macchina direttamente e dimenticare le motociclette.
I ragazzi che a sedici anni prendono il centoventicinque o non hanno avuto il cinquanta o si sono estinti del tutto, creando quel vuoto nelle vendite del quale ci meravigliamo sempre e che rappresenterebbe la vera porta di accesso al meraviglioso mondo della motocicletta; quella che comincia a far divertire davvero, che sancisce la vera passione.
Se lo sforzo per prendere la patente per il ciclomotore fosse in qualche modo riconosciuto e con un esame aggiuntivo il ragazzo potesse crescere in cilindrata, probabilmente alleveremmo molti più motociclisti e meno scooteristi e automobilisti. E’ incredibile che una legislazione pensata espressamente per far fare cassa alle autoscuole non tuteli in qualche modo anche chi produce e vende le moto, ma soprattutto chi deve sborsare un sacco di soldi per prendersi una patente.
Ai quattordici anni del figlio, le famiglie si trovano a un bivio: motorino a marce o scooter, e siccome quello a marce è più difficile e già prendersi la patente per quello è un casino, quasi nessuno prende il motorino a marce (=zero motociclisti), poi si aspetta i diciotto (=zero motociclisti col 125) per prendere la patente della macchina direttamente o uno scooter più grosso (=ancora zero motociclisti).
Se, da grande, qualcuno sarà così scriteriato da dare l’esame per la patente A, vuol dire che ha si una grandissima passione, ma alla moto ci arriverà da adulto, con quasi nessuna cultura, formazione ed esperienza data dalle piccole cilindrate, propedeutiche e necessarie alla formazione di un buon motociclista.
Mio figlio torna vicino al gazebo dove lo sto aspettando per restituire la motociclettina.
<<Babbo ma come mai è cosi’ accelerata questa moto? Fa un casino…>>.
<<Sì topo, la prossima volta porto un cacciavite così gli si regola un po’ il minimo!>>.

dopodomani

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