Ho proposto Yamaha XTX125, KTM Duke125, Yamaha TDR, niente, Aprilia Tuareg, Cagiva Supercity, ma mio figlio si è invaghito di una Derby Mulhachen Cafè 125.
Vi dirò come è nata questa storia della Derby Mulhachen Cafè 125.
Axel, mio figlio maggiore, ha passato l’esame scritto per la patente A1, adesso ha davanti la prova pratica che ha fatto poco più di una anno fa per il cinquantino, solo col 125 e qualche protezione. Col 50 le protezioni non servono per fare l’esame, evidentemente se un coglione che guida mentre guarda il telefonino ti butta in terra ti fai meno male.
Diciamo che d’ora in avanti ha un’infinità di prove pratiche davanti a sé (patente A2 per la 250, A non so cosa per portare finalmente il mio TT che sa guidare già adesso, prova pratica per l’automobile), che se uno volesse pensar male potrebbe dire che servono principalmente a far cassa, ma tant’è.
Ovviamente non era neanche tornato dalla sede della Motorizzazione che mi sono piovuti da parte di mio figlio su whatsap una serie di link ad annunci di vendita di moto 125, mentre ho dovuto fare io quello per vendere il suo SX 50.
A dire il vero non sono tanto convinto di far bene a prendergli adesso il 125: entro un paio di mesi arriverà la risposta per la borsa di studio per andare un anno all’estero, la moto rimarrebbe ferma in garage, anche se potrebbe prenderla suo fratello minore che ancora ha da imparare (mi aspetta un’altra estate da istruttore di scuola guida).
Quindi, 125 sia!
Ovviamente una moto usata e ben tenuta, magari non troppo performante e che possa dar problemi, una moto per andare a scuola, agli allenamenti, qualche girata con gli amici, non due ma quattro tempi.
Escluse in partenza tutte quelle sportive, carenate, coi semimanubri, Axel sa già di dover guardare a qualcosa di versatile, possibilmente con la seduta non troppo alta da terra perché deve arrivarci anche il fratello Neri e che possa montare un bauletto possibilmente.
Ovviamente cerco di indirizzarlo su modelli che ritengo affidabili, adatti al fuoristrada non impegnativo perché potrebbe venire con me fra qualche tempo a fare un po’ di strade bianche o sulle bellissime strade che conosco io. Gli faccio vedere moto come la Yamaha TW, quella coi gommoni che aveva anche sua mamma, che mi da’ sicurezza, che va bene anche fuoristrada, motore 4t iperaffidabile economico e divertente. Oppure la Yamaha XTX125, il KTM Duke125, anche se resisto a stento a non gettarmi a capofitto nella ricerca di oggetti di culto, per quelli della mia generazione come l’Aprilia Tuareg, la Yamaha TDR, la Cagiva Supercity, che ormai sono roba d’epoca, due tempi e camminavano come missili.
È frugando fra gli annunci che il pupo mi sfugge di mano. Quando pensavo di averlo sotto controllo mi tira fuori un annuncio improbabilissimo: una Derby Mulhachen Cafè 125.
“E che roba è? ! Che ci fai con un oggetto del genere? !” Gli chiedo. Ma ormai il danno è fatto: si è invaghito e ormai ha occhi solo per quella. E come quando provi a dirgli quanto ti sembra carina la ragazzina che gli muore dietro ma come fa a non piacerti e lui perde il capo per un’altra, impossibile capire il perché. Stessa cosa.
A noi genitori tocca rassegnarsi: se lo prendono, farà un anno all’estero, per la nostra disperazione visto che già all’idea entriamo in depressione; si metterà con la ragazzina che piace a lui lasciandomi stupefatto che non guardi neanche l’altra; si prenderà la Derby Mulhachen Cafè (chiamo il ragazzo dell’annuncio, è un ragazzo gentile ed educato come Axel, uno così ha tenuto la moto sicuramente bene), e mi sa che con me a fare giri su strade bianche non ci verrà: andrà coi suoi amici, a scoprire le sue, di strade, per le quali troverà molta più soddisfazione.
A me, lascerà solo l’orgoglio, quello sì, di avergli insegnato a guidare la moto, e mi rende fiero vedere come si destreggia con quel tritacuregge a due tempi con le marce che muoiono appena vedono una salitina.
A un certo punto, avergli fatto vedere come si fa, è il massimo a cui possiamo aspirare.
Sembra incredibile quello che stiamo vivendo, ma questa situazione anomala sta quasi diventando una normalità. Eppure ritorneremo a viaggiare, ma sarà un po’ diverso.
Io trovo invece ottima la scelta del 2T, chi ha una moto e non ha mai guidato un 2T ha proprio delle sensazione ed emozioni che gli mancano e che nulla potrà mai dargli.
Personalmente, non credo che con la potenza dei 2T ci si possa fare più male che con quella di un 125 4T, alla fine una caduta è sempre una caduta, quindi proporrei un bel motardino 2T con il quale imparare a sporcarsi le mani, capire cosa vuol dire carburare e cosa vuol dire “entrata in coppia”. Buona scelta sarebbe anche una naked 2T come la Cagiva Raptor.
Io personalmente ho un Husqvarna 125 2T, che ormai 125 più non è ma 144, con carburatore Keihin pwk 38 ed espansione Scalvini. Chi non ha mai posseduto un 2T certe cose non potrà capirle, non saprà cos’è un 125 che si alza di potenza da solo, cosa sia la paura nel vedere dei lampeggianti e la cura nel far scaldare sempre bene la moto e carburarla bene per non grippare.
Ciao Giuseppe,
sono d’accordo con te, troppo più emozionante e divertente il 2T, e anche se quando avevo sedici anni io, ormai trent’anni fa non è che potevi scegliere, e ti ritrovavi sotto il sedere comunque un bel mostro a miscela, adesso la scelta c’è e non tutti i ragazzi sono disposti a tollerare maggiori vibrazioni, minor confort e minore affidabilità per la pura egiusta emozione. Per questo molti preferiscono il 4, e il mercato si è evoluto in quella direzione. A dire il vero, ad esempio KTM, offre un 4T decisamente divertente.
La Ninja è da sempre un marchio di garanzia, e Kawasaki ha da sempre un occhio di riguardo verso le piccole cilindrate; sinceramente non siamo degli esperti di ottavo di litro, ma nella categoria moked, ad esempio le KTM Duke e Yamaha MT01, beh probabilmente potremmo pensare di trovare alcune delle moto più divertenti e versatili, adatti anche a qualche bella zingarata con gli amici. L’importante è sempre ricordare che la moto è uno strumento di piacere, e la gioia che può dare è legata in minima parte alla velocità, che può essere in alcuni casi una conseguenza e mai fine a sé stessa.
Io trovo invece ottima la scelta del 2T, chi ha una moto e non ha mai guidato un 2T ha proprio delle sensazione ed emozioni che gli mancano e che nulla potrà mai dargli.
Personalmente, non credo che con la potenza dei 2T ci si possa fare più male che con quella di un 125 4T, alla fine una caduta è sempre una caduta, quindi proporrei un bel motardino 2T con il quale imparare a sporcarsi le mani, capire cosa vuol dire carburare e cosa vuol dire “entrata in coppia”. Buona scelta sarebbe anche una naked 2T come la Cagiva Raptor.
Io personalmente ho un Husqvarna 125 2T, che ormai 125 più non è ma 144, con carburatore Keihin pwk 38 ed espansione Scalvini. Chi non ha mai posseduto un 2T certe cose non potrà capirle, non saprà cos’è un 125 che si alza di potenza da solo, cosa sia la paura nel vedere dei lampeggianti e la cura nel far scaldare sempre bene la moto e carburarla bene per non grippare.
Ciao Giuseppe,
sono d’accordo con te, troppo più emozionante e divertente il 2T, e anche se quando avevo sedici anni io, ormai trent’anni fa non è che potevi scegliere, e ti ritrovavi sotto il sedere comunque un bel mostro a miscela, adesso la scelta c’è e non tutti i ragazzi sono disposti a tollerare maggiori vibrazioni, minor confort e minore affidabilità per la pura egiusta emozione. Per questo molti preferiscono il 4, e il mercato si è evoluto in quella direzione. A dire il vero, ad esempio KTM, offre un 4T decisamente divertente.
Cosa ne pensate invece della nuova Ninja 125 annunciata all’Eicma l’anno scorso?
E qual’è secondo voi il 125 4t più divertente e veloce?
La Ninja è da sempre un marchio di garanzia, e Kawasaki ha da sempre un occhio di riguardo verso le piccole cilindrate; sinceramente non siamo degli esperti di ottavo di litro, ma nella categoria moked, ad esempio le KTM Duke e Yamaha MT01, beh probabilmente potremmo pensare di trovare alcune delle moto più divertenti e versatili, adatti anche a qualche bella zingarata con gli amici. L’importante è sempre ricordare che la moto è uno strumento di piacere, e la gioia che può dare è legata in minima parte alla velocità, che può essere in alcuni casi una conseguenza e mai fine a sé stessa.