gran premio di Indonesia

Il Gran Premio di Indonesia spariglia le carte!

Siamo solo alla seconda gara, ma dopo il Gran Premio di Indonesia una cosa è certa: fare pronostici è inutile.

Ok, la pioggia come sempre rimescola carte e valori, ma avevamo appena detto (15 giorni fa) che Brad Binder aveva ripreso il comando delle operazioni in casa KTM, che arriva Oliveira e mette in riga tutti. A Mattinghofen devono aver inventato un tipo di partenza a molla, un nanosecondo dopo che il primo fotone di luce verde è apparso sul semaforo il buon Miguel aveva già sorpassato in tromba le due file davanti a lui e alla prima curva era secondo. Alla faccia di chi dice che partire indietro nella MotoGP di oggi vuol dire compromettere la gara. Giusto pochi chilometri, poi è passato in testa, e gli altri lo hanno rivisto sul podio.

Bagnaia, che invece era pronosticato di partire a fionda grazie alle mille diavolerie dell’ing. Dall’Igna (che molti vorrebbero mettere al bando), si è trovato di nuovo intruppato. Lui tra l’altro ha passato tutto l’inverno a sentirsi dire che il mondiale 2022 praticamente lo aveva già vinto prima di cominciare, non a caso nelle interviste lo vedevamo sempre con le mani sulle parti basse, tipo quei calciatori in barriera durante le punizioni dal limite di Rivelino (lo so, faccio sempre paragoni per over 50). Non solo, siccome la gara scorsa si era lamentato che doveva provare troppe cose nuove sulla moto, i suoi meccanici hanno pensato bene di fargliene provare qualcuna anche sulla griglia di partenza. “Tranquillo Pecco, la carenatura te la stiamo smontando solo perché non troviamo il gatto di Tardozzi”

Un po’ meglio Thriller Miller, a ben vedere il fatto di essere già con un piede fuori dal team ufficiale dovrebbe deporre a suo favore, chiedere a Lorenzo o al Dovi che in epoche recenti hanno vinto più di un gran premio dopo il licenziamento. Certo è che quel Martin che dovrebbe prendere il suo posto si è steso anche oggi, e stavolta ha fatto tutto da solo. Insomma, al momento il Factory Team prossimo venturo ha UN punto in classifica.

Giusto per ribadire il concetto dei pronostici sballati: Quartararo con la moto da lui stesso giudicata un trabiccolo si è preso la pole di prepotenza ed è partito a razzo. Poi visto l’asfalto bagnato ha perso posizioni, e tutti a dire “Ovviamente, lui con l’acqua non è capace”. Beh, deve averci sentiti, ha deciso di spernacchiarci, e ha recuperato fino al secondo posto. Soprattutto ha fatto intendere a tutti che per il titolo dovranno vedersela anche con lui, nonostante il trabiccolo.

Le magie non avvengono tutte le domeniche ma per Bastianini tutto sommato una buona gara, combinare casini in mezzo a un gruppo di scalmanati era un attimo, e prendere quei pochi punti per mantenere la testa della classifica è stato già un successo.

In quel gruppo c’erano anche le famiglie Espargaro e Binder. Paul dopo il quasi exploit del Qatar è rientrato nei ranghi, Aleix ha raccattato qualche buon punto per l’Aprilia, ma a stupire è stato Darryn: nelle vesti del raccomandato inconsistente sull’asciutto ma decisamente concreto sul bagnato. Oppure erano gli altri che memori delle darrynbinderate in Moto3 hanno preferito lasciarlo andare per non rischiare di trovarselo tra le ruote.

Brava Suzuki, anche se a un certo punto sembrava che Rins potesse andare a prendere quelli davanti, bravo Morbidelli a risalire la griglia dopo la penalità, e bravi i ragazzini italiani con le altre Ducati, ma solo in prova. Sfortunato Dovizioso, che, diciamolo sottovoce, secondo me si è bell’e rotto le scatole e sta rivalutando la vita da pensionato che ha fatto per buona parte dell’anno scorso. Impalpabili i rookies KTM, e ancor più Vinales, al quale nemmeno il livellamento di prestazioni dovuto alla pioggia ha portato qualche spiraglio di luce.

Per ultimo Marquez: è stato a suo modo esaltante quando in prova è scivolato e si è rialzato al volo incurante della moto per correre ai box a prendere l’altra. Un giro ed è ruzzolato di nuovo. Qualcuno ancora lo incensava rivedendo il Marquez mai domo come ai vecchi tempi, noi ci abbiamo visto o un pilota in difficoltà con la messa a punto della nuova Honda su un circuito dove si correva per la prima volta, o un pilota poco lucido nel valutare le difficoltà della messa a punto della nuova Honda su un circuito dove si correva per la prima volta. E infatti non c’è due senza tre: il terzo volo è stato di quelli terrificanti, da mettere un cero alla Madonna, all’airbag, alle vie di fuga e a tutti i santi che gli vengono in mente

Hanno fatto benissimo a fermarlo. In questi 15 giorni che separano il gran premio di Indonesia da quello in Argentina qualcuno dovrebbe farlo ragionare. Prima che Qualcuno non decida di dare una giornata di ferie al suo Angelo Custode.

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