Gran Premio del Qatar: It’s a Kind of Magic

IT’S A KIND OF MAGIC, cantavano i Queen. E’ stata una specie di magia il Gran Premio del Qatar, il primo senza Rossi.

Del quale, diciamolo, pochi hanno sentito la mancanza. Oddìo, a ben vedere c’era: Migno in Moto3 e Vietti in Moto2 sono espressioni della sua VR46, e chi temeva che orfano del suo monumento il motociclismo nostrano avrebbe avuto un calo di interesse è stato servito con tre vittorie su tre, roba che alla fine il disco dell’inno di Mameli era più usurato di una gomma soft.

Sì perché in MotoGP è esploso pure Bastianini, con una magia dedicata al piccolo grande Fausto. Le lacrime di Nadia, la moglie di Gresini, sono state una delle immagini più belle di questo primo appuntamento del motomondiale.

Appunto, è solo il primo appuntamento, ma il rovescio della medaglia è che la disastrosa prestazione di tutto il resto del battaglione Ducati di magico ha avuto ben poco: Pecco, candidato numero uno a fare sfracelli, si è sfracellato, Martin che era in in pole navigava 9/10, Miller che è già fuori squadra si è fermato moccolando come uno scaricatore di porto, Zarco non pervenuto, i ragazzini sono acerbi e sono arrivati esimi, ma soprattutto il motorone Ducati non svernicia più nessuno nemmeno su quella specie di pista aeroportuale che è il rettiineo di Doha. Uhm, se il buongiorno si vede dal mattino anche quast’anno il mondiale lo vinciamo l’anno prossimo. Speriamo basti il Bestia. (Pessimista? No, scaramantico)

Quest’anno i quattro a V vanno tutti come missili, compreso quello dell’Aprilia che arriva a ridosso del podio. Anche in questo caso se il buongiorno ecc. ecc., però peccato che Vinales sia ancora perso nelle sue nebbie. In casa Kappa Binder si riprende di prepotenza lo scettro di caposquadra, mentre in casa Honda devono aver capito che una moto sfruttabile anche da chi non si chiama Marmarkez a fine anno potrebbe pagare.

Va fortissimo anche il quattro in linea Suzuki, forse anche troppo rispetto agli anni scorsi, nel senso che lo step è stato così evidente che magari ha messo un po’ in crisi la tenuta alla distanza di gomme, ciclistica, e tutto il resto del famoso violino.

E Yamaha campione del mondo? Bah, la veggo buia, disse il poeta, se l’anno scorso i due piloti titolari vinsero entrambe le gare e oggi arrancano. Uno dei due vinse pure il titolo, per dire.

Staremo a vedere a Mandalika, dove nei test del mese scorso pare che l’asfalto fosse pieno di sabbia, sassi e polvere. “Pronto Petrux? Ciao sono Gigi, hai da fare il prossimo fine settimana?”

 

 

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