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Assicurazione non più sospendibile: quali nuvole nere all’orizzonte?

Come previsto la notizia della sentenza europea sull’assicurazione non più sospendibile ha provocato parecchio scompiglio. Tra ansia e suggestione ATTENZIONE a non perdere di vista il vero cavallo di Troia.

Nel nostro precedente articolo avevamo fatto la genesi sulla assicurazione non più sospendibile e obbligatoria anche per i veicoli inutilizzati partendo dalla sentenza, passando per ipotesi e proposte, esprimendo dubbi sull’automatismo Direttiva=Legge, e declinando i verbi al condizionale anche quando sulla maggior parte delle testate la faccenda viene data per certa senza alcuna forma dubitativa: “Hanno deciso questo, succederà quest’altro”. Il che, per carità, se si tiene presente il vecchio detto che “quando tuona vuol piovere”, potrebbe anche essere un approccio corretto.

Oltre le imprecazioni

I commenti sui social spaziano da “Chissenefrega, il vero motociclista va in moto tutto l’anno!”, lasciando trasparire oltre a uno spiccato senso di collettività e appartenenza tipico del motociclista medio anche quella certa irritante supponenza di chi si sente superiore per non meglio precisati meriti meteorologici, a “Basta smontare una ruota (anzi no, il motore, anzi no, la batteria) e non si deve pagare niente”, senza peraltro specificare come si sia formata questa convinzione. Oltre il sentito dire ovviamente.

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Ora, a parte che un motociclista può anche essere freddoloso senza che per questo si senta meno appassionato, e a parte che un legislatore può anche essere stronzo senza che per questo debba essere anche scemo (tipo che di fronte alla ostentata pubblicità del barbatrucco sui social potrebbe imporre che oltre alla ruota si debba smontare, e restituire alla motorizzazione, anche la targa), credo che il punto vero della questione sia un altro, ben più subdolo.

Esperienza personale

Vale la pena raccontare un’esperienza personale che forse rende l’idea: diversi anni fa avevo una moto “da pista”, regolarmente targata, che usavo su strada solo per i trasferimenti verso Misano, Magione, Mugello ecc.. Non volendo assicurarla solo per quelle poche uscite l’anno ci trasferivo l’assicurazione di un’altra moto giusto per il fine settimana che mi serviva, dopodiché tornavo alla precedente. Tutte le compagnie mi dicevano che il trasferimento temporaneo di polizza non era possibile “per legge”, senza mai specificare quale. Fino a quando la gentile titolare di un’agenzia mi spiegò che non esisteva alcuna legge che vietasse esplicitamente la procedura, ma che si trattava di semplice discrezionalità. Si vede che all’epoca, modestamente, con quella signorina avevo un certo fascino da spendere (…disse alitandosi sulle unghie e passandosele sul bavero).

Facezie a parte mi risulta che la normativa attuale preveda effettivamente che il trasferimento di polizza di possa fare solo in caso di vendita o di rottamazione del mezzo. Pessimo precedente.

In mancanza della possibilità di stipulare una polizza sul guidatore anziché sul veicolo, diciamo che oggi attivare e pagare in anticipo un anno di premio su ogni mezzo è il male minore se ho la possibilità di dilatarne la durata usufruendone solo per i periodi di effettivo utilizzo, cioè solo quelli in cui il mezzo rappresenta un possibile rischio per l’assicuratore chiamato a coprire eventuali danni. Procedura che, pur con limiti e vincoli diversi, molte compagnie consentono, com’è giusto che sia in regime di libera concorrenza.

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Assicurare il guidatore anziché il viecolo: utopia?

 

Assicurazione non più sospendibile. Ma chi l’ha detto?

La frase che però mi fa drizzare le antenne e camminare rasente al muro è: “Mi sono appena informato e il mio assicuratore mi ha detto che non potrà più fare la sospendibilità”. Ok, al momento sono parole buttate lì, ma se le prendiamo per buone non si può non notare che anche in questo caso non c’è alcun verbo al condizionale, come se tutto fosse già deciso. Dall’assicuratore però.

Sì perché i casi sono due: o il tizio in questione ha la sfera di cristallo per sapere oggi quali saranno gli orientamenti dei legislatori dei vari Paesi nell’eventualità di una conversione in legge della direttiva (nel caso specifico dell’Italia oltretutto con governo e parlamento diversi da quelli attuali), oppure sa che le compagnie sono già d’accordo per fare cartello in barba alle leggi sulla concorrenza, per rendere l’assicurazione non più sospendibile magari fin da subito, con la scusa del “ce lo chiede l’Europa”, senza aspettare ratifiche di sorta.

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Ecco, ora come ora in caso di assicuratore veggente mi sentirei di suggerire un giro di preventivi presso altre agenzie.

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