di Pier Peio
Lo spunto per il pezzo di questa settimana viene dalla breve vacanza in Liguria con Simona. La spedizione era composta da noi, due moto e due figli.
Il viaggio non è cominciato nel migliore dei modi: a 300 metri dalla destinazione sono cascato sulla perfida ghiaietta come un salame. Lievi danni alla moto, miracolosamente indenne mia figlia che mi ha usato da airbag, e io, che sulle prima sembravo intonso, nei giorni a seguire ho accusato un fastidioso dolore al costato che mi fa pensare che forse le mie vecchie ossa non gradiscano il contatto traumatico con oggetti troppo rigidi, in questo caso il manubrio.
Il giorno dopo lo passiamo a riparare la freccia con l’Attack e una successiva escursione sul monte Fasce, strada panoramica alle spalle di Genova. Tutti felici: io, Simona, i ragazzi e presumibilmente anche la Califfa e la Vichy, le nostre cavalcature. Lunedì mattina partiamo per un tour forse troppo impegnativo per loro: Scoffera, Busalla, Pian dei Grilli, Voltaggio, Capanne di Marcarolo, Campo Ligure, Turchino, Genova, Bolzaneto, Sant’Olcese, Casella e rientro.
Poco più di 150 km, ma data la tortuosità di alcuni tratti, tante ore in sella, anche perché Simona ha un passo molto più blando del mio, per quanto acciaccato e dolorante. Scendendo dal Turchino cominciano le prime lamentele dei ragazzi: “Male al culo!” esclamano praticamente in coro. La sosta con pranzo al sacco si protrae più del dovuto per far rilassare le chiappe ai pargoli…su un comodissimo muretto di cemento armato.
Ripartiamo e l’attraversamento di Genova – con zavorrino a bordo – mette a dura prova Simona, non abituata a divincolarsi nel traffico cittadino. Al male al culo dei figli, si aggiunge il male alle braccia della mamma. Ci fermiamo a Sant’Olcese e tento di risollevare il morale delle truppe cammellate con una ricca merenda a base di focaccia e salame, rendendomi conto che stavo rischiando l’ ammutinamento. Proseguiamo fino alla residenza estiva e concordiamo che nei giorni successivi le gite si terranno solo al pomeriggio, mentre la mattina si ozierà.
Mi è parso un giusto compromesso, se non che, per i due giorni successivi, l’acqua a catinelle e l’acutizzarsi del dolore alle costole, smorzeranno ogni velleità mototuristica .
Spesso quando posto le foto dei miei viaggi con le truppe cammellate al seguito, molti mi scrivono che mi invidiano. Beh, sappiate che a volte rischio l’ammutinamento, e quando va bene un coro di brontolii assortiti.
Se un giorno dovessi scomparire, non fatevi ingannare dalle loro facce tristi: loro sapranno dove mi hanno abbandonato.