di Carlo Nannini (Kiddo)
La prima cosa, la più importante da mettere in valigia e tenere a portata di mano, meglio se incastrata nel cupolino o sotto la giacca, rimane la cartina geografica. Partire senza, neanche a pensarci; almeno per chi ha iniziato a viaggiare in moto tanti anni fa. Poi, la guida, di solito la Lonely Planet, comprata mesi addietro quando il prossimo viaggio importante era poco più che un miraggio, zeppa di post-it multicolori coi luoghi da non mancare assolutamente e i fogli con note storiche trovate sul web per cominciare a dare un senso a ciò che dovremo fotografare, e scrivere.
Ormai è la tecnologia a farla da padrona, e quindi nella valigia del motoreporter non mancherà il navigatore, aggiornato con le mappe nuove, che comunica con l’interfono installato dentro il casco, che a sua volta mi permette di parlare con la fotografa seduta dietro sulla moto, per decidere il posto migliore dove piazzarsi per la prossima foto. Una figata pazzesca, mi fa sentire tanto robocop, spero solo di non intortarmi con tutti quei pippoli da pigiare, ma davvero la tecnologia è diventata qualcosa di estremamente intuitivo e, come piace alla generazione che ignora il foglio delle istruzioni, “plug’nplay”.
Sempre sul casco, il supporto impermeabile per la piccola telecamera per le riprese on board. Nello zaino, la reflex indispensabile per le foto con zoom, con grandangolo, in movimento, al chiuso, insomma sempre, anche se magicamente una quantità di scatti li troveremo sulla compatta e sui cellulari. Ovviamente non può mancare un piccolo tablet per guardare il tutto a sera, il booster con la carica di emergenza..
Tutta questa roba, ovviamente ha bisogno di un numero spaventoso di cavi e caricabatteria, tanto che per riuscire a ricaricare tutto raramente bastano le prese di una camera d’albergo, e si approfitta della pausa nel sonno a metà nottata, che l’età che avanza impone, per fare il cambio delle prese da attaccare.
Tute antiacqua, sottotuta termici per scaramanzia, guanti, stivali, qualche ricambio, jeans tecnici, la carta di credito, patenti.
Come sempre, distendo gli oggetti sul tavolo prima di vedere come sistemarli in valigia, a seconda della loro importanza e di quando ci serviranno, e viene naturale una considerazione: quanto è cambiato il nostro bagaglio in tutti questi anni, da quando abbiamo cominciato a fare i primi viaggi in moto! Eppure l’emozione di pianificare il percorso addirittura mesi prima per arrivare finalmente al giorno della partenza felici come bambini alla mattina di natale è sempre la stessa, la gioia di un’avventura che sta per cominciare e che per noi ha preso la forma ancora più importante di poter raccontare a tante persone la nostra esperienza.
Assaporo il gusto meraviglioso e paragonabile a nessun altro, l’eccitazione calma e positiva che provo nel preparare i bagagli, nel sapere che di lì a poche ore saremo in sella alla moto e ogni indecisione, ogni pensiero o ansia svanisce: una pressione sul pulsante per accendere, si chiude la visiera, prima e via.
Perché in fondo l’unica cosa che importa, a questo punto, è che stiamo per fare la cosa più bella del mondo, il nostro prossimo viaggio in moto!