Un appuntamento con la storia dal dopoguerra scandito dagli scatti della più grande agenzia fotogiornalistica del mondo, l’evento imperdibile è a Roma, alla mostra Magnum Manifesto, prima tappa europea ed unica italiana, ospitata dal Museo dell’Ara Pacis fino al 3 giugno 2018.
La Magnum Photos è una cooperativa di celebri fotografi, creata da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger e David Seymour nell’aprile del 1947, con l’idea di documentare e raccontare i grandi accadimenti della storia del mondo, ma anche quella di tutelare una professione dai risvolti spesso pericolosi. Il tour globale per celebrarne i 70 anni è iniziato nel giugno 2017 all’International Center for Photography di New York, un percorso che mostra attraverso gli scatti celebri ed i grandi reportage dei suoi autori in che modo e per quale motivo possa definirsi diversa, unica e leggendaria.
Un centinaio le foto in mostra a Roma, ritratti lontani che oggi come allora ci parlano di guerre e di fughe dai conflitti in cerca di una nuova serenità in paesi lontani, di personaggi che hanno scritto la storia, amati, temuti, rispettati, tradizioni arcaiche, semplicità nella povertà e povertà nella malattia che debilita il corpo ed annienta l’anima. Bianco e nero in contrasto con le tinte pastello, il desiderio di modernità che diventa bisogno di tornare alla natura. I grandi appuntamenti con la storia, dalla toccante serie realizzata nel 1968 da Paul Fusco sul «Funeral Train», il treno che trasportò la salma di Robert Kennedy nel suo ultimo viaggio verso il cimitero di Arlington, la caduta del muro di Berlino degli scatti di Mark Power e del regime dei talebani in Afghanistan di Thomas Dworzak, fino alla morte del presidente del Venezuela Hugo Chavez di Jérome Sessini.
“Guardare il mondo e raccontarlo in fotografia“, ma la mostra è arricchita anche dal ruolo chiave dedicato alla parola, perchè il testo occupa in Magnum Photos un posto fondamentale. Conversazioni, scambi epistolari, testi, interviste, lettere, appunti e racconti dei membri nei quali si tentava di definire lo spirito collettivo dell’agenzia, ecco spiegato anche il motivo del titolo Magnum Manifesto.
Il percorso di visita si articola intorno a tre grandi periodi storici per contestualizzare le foto oltre che nel mero dato cronologico anche nelle correnti e negli orientamenti che hanno caratterizzato quei periodi.
La Prima Parte (1947 – 1968 ), nei decenni successivi alla Seconda guerra mondiale quando si assiste ad un radicale riassetto dello scenario geopolitico, con la decolonizzazione, la progressiva affermazione degli Stati Uniti e dell’URSS come superpotenze, l’inizio della Guerra Fredda, la nascita di organismi di cooperazione internazionale come la NATO, il Fondo Monetario Internazionale, l’Organizzazione delle Nazioni Unite e l’approvazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, si concentra sugli ideali di libertà, uguaglianza, partecipazione.
Negli ultimi due decenni, molti membri dell’agenzia Magnum Photos si dedicano a fotografare tutto ciò che sembra stia per scomparire: il comunismo, le tecniche di pesca tradizionali, il Concorde, e persino della fotografia classica, con la chiusura delle fabbriche Kodak simbolo per i fotografi della fine di un’epoca.
Magnum è un gruppo di fotogiornalisti eccezionali che viaggiano in tutto il mondo per fotografare avvenimenti storici.
Inge Bondi
Magnum è la fotografia.
Henri Cartier-Bresson
La mostra è accompagnata da un libro edito da Contrasto.
Tutte le informazioni sulla Mostra “Magnum Manifesto. Guardare il mondo e raccontarlo in fotografia” collegati al Sito Ufficiale