Un evento, quello di 5000 Pieghe Winter, capace di far scoprire le strade secondarie più emozionanti del Bel Paese. Abbiamo partecipato e ve lo raccontiamo
Partecipare alla 5000 Pieghe Winter ci ha fatto riscoprire quanto sia bella l’Italia anche d’inverno e a volte viene da pensare che abbiamo bisogno della pubblicità della rete autostradale, per assurdo, per ricordarcelo; ma proprio grazie alla motocicletta e al modo unico che offre di viaggiare, scoprire e penetrare agilmente il territorio e gli angoli più sconosciuti e incredibilmente affascinanti che sa offrire riusciamo ad accorgerci di quanto questo slogan tanto semplice quanto azzeccato sia veritiero.
Siamo in un Paese meraviglioso!
Ed è ancora più facile riscoprirlo ogni volta se a condurci per antichi borghi, castelli, scorci panoramici di incommensurabile bellezza è un amico capace di stupire e stupirsi, amante delle belle strade, della buona tavola, del piacere di condividere le proprie scoperte fatte in sella al mezzo di locomozione che più amiamo.
Nel caso della 5000 Pieghe Winter, la manifestazione di rally stradale che si è tenuta dall’8 al 10 dicembre scorsi all’Hotel La Palagina di Figline Valdarno (giusto accanto, per capirsi, alla villa di Sting, ex cantante dei Police) l’amico in questione è Daniele Alessandrini, organizzatore per il M.C. Motolampeggio e sotto l’egida della Federazione Motociclistica Italiana della “sorella maggiore” 20000 Pieghe, che si svolge in genere per quattro giorni a metà giugno in luoghi sempre diversi in Italia ma accomunati dalla bellezza dei percorsi attraversati e della Genova-Palermo: una maratona di una settimana che, come annuncia il nome, attraversa buona parte dello Stivale percorrendo tutto l’arco appenninico.
Eravamo sinceramente curiosi di sperimentare la formula di gara di questo circuito di competizioni che si svolgono su strade aperte alla normale circolazione stradale e quindi impongono che si rispetti il CdS, e abbiamo colto al volo l’invito alla 5000 Pieghe, anche perché si sarebbe svolta nel Chianti toscano, territorio che amiamo moltissimo e conosciamo assai bene, anche perché gettonatissimo per lo svolgersi di numerose manifestazioni: buona parte della redazione di M-Otr è toscana o ha un legame strettissimo con essa e, in buona sostanza, giocavamo in casa. Proprio questo fattore e il fatto che l’evento fosse diffuso promettendo di portarci in posti che neanche i motociclisti del posto conoscono, ha fatto scattare una piccola sfida fra noi e Alessandrini: starai scherzando vero Daniele?! Vuoi che non conosca le strade del Chianti!?
Il punto di ritrovo, arrivo delle due tappe (una serale di 50 km e l’altra del sabato di 280 km) e campo base è veramente spettacolare. Sapevamo che i ragazzi della “20000” amano trattare bene i loro ospiti ma quando apri la finestra della tua lussuosa camera che si affaccia sul panorama del Chianti più bello che si possa immaginare, ti sei intrattenuto in piacevolissima chiacchiera durante l’ottima cena con nuovi amici coi quali dividerai la tappa del giorno successivo, hai studiato un po’ il road book col percorso da seguire e che intuisci essere una sorta di Bignami dei percorsi più avvincenti che la Toscana può offrire, beh, viene proprio da pensare che sì, questa volta ce la spasseremo proprio!
Dopo una brevissima serie di istruzioni su come funziona la competizione, le iscrizioni e le raccomandazioni di rito che ci fanno calare in pieno nello spirito agonistico, è l’ora di vestirsi, indossare la pettorina col numero di gara e partire per la prima tappa del venerdì pomeriggio che parte dopo le 17, quindi di buio mentre sta continuando una pioggerellina fastidiosa ma non impossibile da affrontare, soprattutto quando si è pienamente consapevoli e amanti anche di far parte di quel mitico 6% che va in moto tutto l’anno.
A dire il vero non si sa quale dato statistico consenta di fare questa stima, ma ci promettiamo di indagare approfonditamente in seguito.
Il meccanismo di gara in realtà è piuttosto semplice, e fa anche pensare che organizzare una manifestazione del genere, in tempi di connettività continua, social network e devices onnipresenti sia relativamente facile.
Viene assegnato a ogni partecipante un cartoncino con un orario di partenza, dei punti di controllo lungo il percorso (CTV) in cui un operatore segna l’avvenuto passaggio e dei punti in cui sono obbligatori dei selfie da fare con lo smartphone da inviare al numero Whattsup della direzione gara. L’immagine col partecipante in cui si dovrà vedere chiaramente il numero di gara dovrà avere come sfondo lo stesso di quelli forniti nel foglio del pacchetto di gara. Semplice.
I punti segnati sulla mappa formano in questo modo una sorta di “unisci i puntini dall’uno al…” in stile Settimana Enigmistica che disegnano un percorso assolutamente preciso.
La tappa del venerdì, nonostante le difficoltà dovute al buio e alla pioggerella discontinua, consente di fare un buon training sul meccanismo di svolgimento della manifestazione. L’emozione di una partenza è sempre forte, a qualsiasi tipo di gara si partecipi e nonostante in questo caso si sia in coppia e non certo lì per correre, anche se alla fine di questa prima tappa ad arrivare in tempo per l’orario stabilito per la conclusione siamo soltanto in nove. La nostra gara parte bene.
A sera si ha tutto il tempo di scaldarsi a dovere grazie a una bella doccia dopo la quale si studia il percorso del giorno dopo, si cercano in rete i passaggi dei quali non troviamo traccia sulla cartina geografica (il navigatore può essere utile in alcuni tratti, ma si capisce che tutta la manifestazione è stata pensata per poterne fare benissimo a meno), si sta a tavola in ottima compagnia (ma perché i motociclisti e le loro compagne sono persone sempre così piacevoli, almeno quando li troviamo in questo tipo di manifestazioni?), si beve, parecchio, ottimo Chianti, si mangia ottimamente.
La mattina del sabato perlomeno non piove, non fa freddissimo, speriamo che asciughi; ma è il momento della partenza, quella vera, e lo confessiamo che sì, siamo emozionati e rischiamo di impappinarci con aiutami a legare la pettorina, no va dall’altra parte, hai preso il road book, dove metto la cartina dai che è tardi, il portafogli? Cavolo ho lasciato il cellulare nella tasca interna a che ti serve ora?! Ma è per i selfie, ok dallo a me, il navigatore? Ma serve? Non lo so ma mettiamolo. Quanto manca? Dieci minuti alla partenza ok adesso muoviamoci! Hai visto i miei guanti?
Le partenze sono una coppia ogni minuto, secondo il numero di gara crescente, noi abbiamo il 26 e quindi partiamo dopo 13 minuti dai primi.
Uscendo dall’hotel si può optare per due strade bianche diverse, una reputata più impegnativa che imbocchiamo immediatamente mentre il nostro compagno prende l’altra. Ci troviamo quindi subito soli, ma conosciamo molto bene, pensiamo, la zona e quindi imbocchiamo la strada per Figline. Il nostro road book ci dice che il primo controllo (“facoltativo” ovvero può esserci ma anche no, quindi non saprai fino alla fine della giornata se hai sbagliato strada o semplicemente non c’era) è dopo 2,5 km. Non incrociamo nessuno e comincia a rosicare il dubbio. Avremo già sbagliato qualcosa? C’è scritto che è al Palagio Farm House. Palagio come la villa di Sting, che sta in una stradina interna. Vuoi vedere che…?!
Torniamo sui nostri passi e deviamo per una stradina che parte dalla sterrata che non avevamo preso e che si immerge immediatamente nella più bella campagna toscana di ulivi e campi di canapa (seminati proprio da Sting per la coltivazione di biomassa) per trovare poco dopo il primo CTV. Stavamo per fare subito una bella figuruccia, ma siamo anche carichi per la gara che ha preso un’ottima piega. Chissà in quanti avranno già preso la direzione sbagliata, gongoliamo.
In effetti la nostra padronanza del territorio, qualche controllo sul navigatore utile ma non essenziale, il tempo che sta asciugando rapidamente l’asfalto ci permette un’andatura bella sostenuta cucendo alcune tappe fra le più belle del Chianti fino a spingerci verso il senese, i luoghi di estrazione del travertino a sudest di Siena, per risalire fino al Valdarno più bello delle colline sopra Montevarchi intervallando le pause d’obbligo per i selfies al castello di Gabbiano, quello di Cintoia tanto nascosto quanto affascinante, a Panzano in Chianti, la sosta per una merenda da Poldo a Mercatale val di Pesa celebre per l’ottimo fritto, e ancora i selfies a Lecchi, Asciano, fino alla sosta per il meritato pranzo al bellissimo Castello di Meleto e poi la tappa finale di 60 km per Badia a Coltibuono, Albola e l’arrivo a Figline.
Proprio nella piazza centrale di Figline ormai a pomeriggio inoltrato, dopo l’arrivo obbligatorio in una determinata fascia oraria, si svolgono le prove finali di abilità che consistono in una gara di lentezza con tanto di fotocellule e cronometro e di regolarità (in dieci secondi esatti, né più né meno, si deve percorrere uno slalom; vince chi si avvicina di più ai dieci).
Alla fine della competizione arriviamo al nono posto assoluto, la nostra inesperienza nelle prove di abilità finali ci ha penalizzato moltissimo, ma ci impegneremo ad allenarci anche per questo.
Lo so, adesso vi starete chiedendo chi ha vinto la sfida, quella vera, fra noi veterani del territorio e Alessandrini, che in realtà si è dimostrato un vero conoscitore delle meraviglie locali. In effetti abbiamo dovuto confessare che il Castello di Cintoia, nonostante ci fossimo passati accanto migliaia di volte su strade asfaltate o viottoli sterrati non lo conoscevamo, e la strada asfaltata che sale sul crinale dal castello di Meleto per scendere verso il Valdarno, peraltro forse i punti più belli di tutto il percorso, non li avevamo mai fatti, sebbene fossimo passati accanto su strade bianche.
Quindi, nonostante si possa pensare di conoscere già profondamente un territorio, qualunque sia il luogo di svolgimento di una di queste manifestazioni, sicuramente non rimarrete delusi e anzi sarà l’occasione di tantissime nuove e meravigliose scoperte che solo un Paese meraviglioso può offrire.
altre info: www.5000pieghe.it