Site icon Moto On The Road | viaggi in moto, avventure in moto, turismo in moto

4Challenge: endurance su strada, per sfida o per amore

Abbiamo provato il meccanismo di svolgimento di una delle novità più interessanti del mondo della regolarità stradale ( 4Challenge ), e abbiamo scoperto che…

E’ una figata! A volte descrivere un’idea è molto semplice, e nel caso specifico della 4Challenge, la competizione di endurance su strada frutto della mente e della grandissima dedizione di Paolo Conta e Simone Scalas, rispettivamente ideatore delle tracce predefinite che i partecipanti scelgono fra le quaranta formulate il primo e webmaster, tecnologo, mago dei pippoli il secondo, la definizione calza a pennello: è una figata.

L’idea nasce dall’esigenza di proporre una gara, perché comunque di gara si tratta, e capiremo leggendo fino alla fine questa piccola cronaca quanto possa essere anche disastrosa una prestazione, che fosse una sorta di entry level nel campo regolarità sia per impegno fisico che economico che non obblighi a onerosi e impegnativi spostamenti dal luogo di residenza.

Dopo dieci minuti dalla partenza, in anticipo di altri dieci. non male come start!

A questa specialità si affianca quasi sempre l’idea dei costi piuttosto alti richiesti da strasferte in strutture alberghiere lontane, spesso non a basso costo, o percorrenze chilometriche importanti, ovviamente fisiologiche per questo tipo di competizioni.

La formula della 4Challenge prevede che i partecipanti percorrano un totale di quattro percorsi o tracce predefinite della lunghezza approssimativa fra i 350 e 400 chilometri (in pratica il doppio di una normale bella gita in sella con gli amici) disegnate dalla passione e dall’esperienza di Paolo Conta, scegliendole dal sito internet di 4Challenge in formato ghost, ovvero si intuiscono vagamente le zone di passaggio ma non chiaramente i percorsi.

A richiesta di volta in volta gli organizzatori inviano la traccia esatta in formato GPX da caricare sul navigatore alla quale i partecipanti, in coppia su due moto per regolamento, devono attenersi scrupolosamente.

scorci di percorso 4challenge

Il percorso viene monitorato in tempo reale dal grande fratello organizzatore attraverso l’applicazione per smartphone LocaToWeb, che permette di essere tracciati lungo il tragitto tramite il sito internet, comunque utile anche in caso di uscite in solitaria o nel caso si abbia una compagna molto gelosa da rassicurare. Costo € 2,69.

Al momento di prendere il via per seguire la traccia, si avvia l’applicazione e si condivide tramite email il percorso – che comunque verrà spedito al termine della prestazione agli organizzatori – e si allega una prima foto del contachilometri della moto. Che ci vuole?

La traccia dovrà essere seguita perfettamente, pena una decurtazione di cinque punti per ogni errore di navigazione dai cento totali assegnati a chi compie tutti i quattro tragitti senza commetterne, nel tempo massimo previsto per quel percorso e calcolato punto per punto con una scrupolosità impressionante. Impossibile infatti calcolare una media oraria da moltiplicare per i chilometri del tracciato per stabilire la durata massima prevista dal momento che, ovviamente, alcuni tratti possono essere su strade larghe e scorrevoli; altri, per definizione dello stesso Conta, “Larghi due metri e una lattina di birra”.

Lungo il percorso si potranno scattare altre foto nei punti di maggior interesse da allegare alla traccia che vengono georeferenziate dall’applicazione e che comunque rimarranno sul profilo del partecipante.

Ovviamente lo scoglio da superare per molti è proprio quello tecnologico, che se da una parte consente di organizzare il tutto a costo praticamente zero, senza l’uso di infrastrutture ma come un semplice gioco di società virtuale, quasi una gigantesca caccia ai Pokemon se si vuole, d’altra parte si dovrà avere un po’ di dimestichezza nel funzionamento di navigatori, applicazioni del telefonino, tecnologia in genere.

Sebbene a chi mastica anche poco di tecnologia e computer infatti possano sembrare operazioni quasi banali, quelle descritte vengono viste da molti motociclisti, anzi moltissimi, come una serie orribile di operazioni faticosissime, e come nel nostro caso alle prime avvisaglie di sbattimento si preferisce glissare e riprendere la tanto amata cartina per cercare qualche posto da esplorare autonomamente.

La domanda in sostanza è: ” Chi me lo fa fare?”.

Abbiamo provato a dare una risposta a questa domanda in prima persona, vincendo la nostra avversione per le cianfrusaglie tecnologiche e, seppure a tempo scaduto, visto che le quattro prove dell’edizione beta o di prova o numero zero che dir si voglia della 4Challenge potevano essere svolte a piacimento fra il 30 aprile e il 30 settembre passati, abbiamo richiesto una traccia per provare a fare una tappa. Eravamo troppo curiosi di provarci.

La nostra gara

Una tragedia.

Inutile girarci intorno, quando ti sbatti per arginare le innumerevoli mancanze, col tuo sforzo sovrumano sembra che sei finalmente riuscito nell’impresa, parti benissimo e ti crolla tutto addosso dopo un quarto di percorso, devi ammettere il fallimento, portare a casa la sconfitta e fare tesoro dei tuoi errori. Però sai cosa non ha funzionato e come riparare, e questo è tutto!

Scarichiamo senza grossi patemi (con la Postepay, prepagata della moglie) l’applicazione LocaToWeb, impariamo a registrare i percorsi, condividere eccetera. Più o meno funziona come un normalissimo Strava, con una serie di funzioni in più. Solo una precauzione: l’applicazione accesa consuma davvero tanta batteria, per cui prevedendo un uso prolungato meglio portarsi un booster di carica.

4Challenge. il nostro ponte di comando: Navigatore, telefono con l’applicazione, visibile a sinistra il r.b. cartaceo. non si sa mai.
foto inviata tramite l’applicazione e condivisa agli organizzatori del contakm alla partenza della traccia

I problemi vengono al momento di ricevere la traccia in formato GPX. Disponiamo infatti solo di un vecchio Tomtom Rider Urban comprato usato, ci ha tirato fuori dai guai nella periferia di Oslo, ma caricare un GPX per convertirlo in ITN, il formato che digerisce, sembra una impresa. In teoria basterebbe trascinare la traccia nella cartella GPX2ITN del navigatore connesso al computer, ma poi in pratica quando cerchiamo l’itinerario, semplicemente non c’è. Dopo solo tre giorni di tribolazioni e grazie ad un programma di nome Tyre pensiamo di aver compiuto l’impresa. A questo punto siamo pronti, partenza, via!

Il meteo è molto incerto, ma alla fine ci convinciamo che la fortuna aiuta gli audaci, e siamo davvero impazienti di metterci alla prova.

Per un quarto del percorso procede tutto bene: da figli di buona donna quali siamo per fare questa prova abbiamo scelto una traccia su strade che conosciamo bene, e teniamo un’andatura colpevolmente superiore a quella prevista.

Al primo way point, però, le indicazioni del navigatore si esauriscono, lasciandoci in braghe di tela in mezzo a una strada nel bosco. Ci tirano parzialmente fuori dai guai le indicazioni scritte su una strisciata di postit, ma sbagliamo ugualmente strada, perdendo punti perché fuori dal percorso.

Siamo un po’ avviliti ma riusciamo a riportarci sulla traccia, mentre il Grande Fratello ci osserva. È alla metà esatta della navigazione che comincia il diluvio, e malgrado il nostro perseverare su una stretta stradina di montagna con asfalto incertissimo e visibilità pari a un paio di metri, alla fine siamo costretti ad alzare bandiera bianca. Ritirati.

Il momento della nostra débacle. Su una strada di montagna con visibilità zero
Schermata dell’applicazione LocaToWeb. secondo questi dati avremmo percorso 5255 km alla velocità media di 981 km/h. il nostro telefono non ama prendere l’acqua!

Se pensavamo che questa fosse poco più di una bella passeggiata, ci sbagliavamo. Ci vuole attenzione, pianificazione, controllo del meteo, supporti tecnologici perfetti e mezzi assolutamente affidabili.

Come in qualsiasi disciplina atletica ci sono specialità differenti: c’è il velocista e il maratoneta, così come nelle discipline motociclistiche c’è chi corre in velocità e chi fa regolarità, il team che spende per innovazione e chi è costretto a fare il T-rex.

E per ognuna ci vuole la preparazione adatta.

Alla fine, dopo aver rimediato poco più che un bel raffreddore ed esserci resi conto che percorso meraviglioso era stato confezionato per noi, rimane la domanda: <<Ma chi ce l’ha fatto fare?>>.

La risposta sta sicuramente nella bellezza e nell’intensità di guidare così a lungo su percorsi così straordinari.

Ci si leva la voglia, una volta tanto, di stare in moto su bellissime strade, almeno fino alla prossima volta.

La mappa della nostra mezza 4challenge

Ma soprattutto il gusto della sfida con se stessi, con la propria capacità organizzativa e di seguire le tracce, che non è poi semplice come sembra, e l’affascinante possibilità di prenotare, nel caso si affronti una traccia lontana dai nostri giri consueti o dalla nostra conoscenza, tragitti selezionati in aree delle quali conosciamo poco o niente un’avventura sicuramente straordinaria.

A questo proposito, anche ai fini della classifica, dopo l’esperienza di questa edizione beta l’organizzazione sta studiando modifiche al regolamento che prevedono differenze di punteggio per percorsi più lunghi o impegnativi, una maggiorazione di punti nel caso si scelgano percorsi più lontani fra loro, e probabilmente la possibilità di affrontare le prove anche in coppia, ma sulla stessa moto.

Alla fine dell’esperienza, oltre a riprometterci di attrezzarci nel prossimo futuro con un supporto di navigazione più recente e performante, rimane la voglia di affrontare la sfida con maggiore preparazione, questa volta, e approfittarne per girare su percorsi sconosciuti, sicuri di fare delle bellissime scoperte.

Al prossimo anno, per amore della sfida!

Per saperne di più

www.4challenge.it

finché il tempo regge, è una signora passeggiata!
Exit mobile version