Nel comitato scientifico tra gli altri Vittoria Garibaldi, Soprintendente per i Beni Storici e Artistici delle Marche.
La mostra, che riunisce più di 40 opere, è promossa dal Comune di Sarnano in collaborazione con la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Marche e il patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Macerata e dell’Università di Macerata, facoltà di Beni Culturali.
Si tratta della prima esposizione mai dedicata a Vittore Crivelli (1430-1502), protagonista insieme al fratello Carlo della pittura delle Marche centrali negli ultimi vent’anni del Quattrocento.
Oltre ai capolavori del maestro veneto in mostra anche opere di altri artisti attivi nei centri più interni delle Marche nella seconda metà XV secolo. Si tratta di circa 20 fra pittori e scultori (tra cui Carlo Crivelli, Francesco di Gentile da Fabriano, Niccolò Liberatore detto l’Alunno, Pietro Alemanno) presenti con opere spesso studiate per la prima volta o poco conosciute perché conservate all’estero in musei e collezioni private e giunte in questo caso a Sarnano grazie a prestiti eccezionali come quello di sant’Antonio di Vittore Crivelli, di collezione privata tedesca o della preziosa scultura della Madonna adorante il Bambino del Museo del Bargello di Firenze.
Vittore, di cui lo studio dei documenti ha fatto emergere il profilo di un vero e proprio imprenditore che si impone sul mercato artistico della zona per quasi trent’anni, impianta una solida bottega a Fermo, dalla quale spedisce pale d’altare e polittici in un’area vastissima fra fermano e maceratese, prestando la sua opera sia per grandi ordini religiosi e committenti importanti, sia per chiese parrocchiali e piccole comunità religiose.
Come gli stessi curatori sottolineano: “La mostra indaga a fondo uno spaccato del Rinascimento dell’Appennino, una cultura locale fortemente caratterizzata, propria della fascia montana tra Fabriano ed Ascoli.
Con la sola eccezione della corte di Urbino, le Marche erano state infatti sempre considerate terra di conquista di artisti toscani, veneti e umbri, incapace di produrre personalità locali di rilievo e di formare uno stile personale e autonomo. Il trasferimento nella regione di pittori come Carlo e Vittore Crivelli e più tardi Lorenzo Lotto veniva vista dunque come una sorta di esilio più o meno volontario da centri maggiori e più dinamici quali Venezia o Roma. L’approfondimento delle ricerche sul territorio marchigiano ha consentito di cambiare ottica: le Marche hanno attirato quegli artisti, inducendoli a fissare la loro stabile dimora sul suo territorio, accogliendo le loro proposte e avviando un fecondo dialogo con i maestri locali, portatori di tradizioni di lavoro secolari. Ne è scaturito un Rinascimento diverso, legato al gusto per i materiali, all’oro, all’ostentazione della ricchezza e dell’eleganza formale, tanto più vivace proprio nei centri interni, all’epoca fulcro dell’economia italiana”.
Vittore Crivelli più del fratello Carlo, incarna appieno questo Rinascimento dell’Appennino.
Al di là quindi della grande rilevanza scientifica data da ricerche e studi recentissimi soprattutto di tipo storico-archivistico, la mostra risulta assai preziosa e suggestiva da un punto di vista visivo.
Vittore Crivelli, infatti, come anche suo fratello Carlo, contribuì a mantenere vivo nelle Marche il gusto per l’ornamento, la lavorazione pittorica delle stoffe, l’eleganza formale, influenzando schiere di artisti, aspetti di cui in mostra si ritrovano molti esempi. Lo sguardo si posa su splendidi tessuti d’oro e d’argento, ricami impreziositi da gemme, sete policrome, velluti, damaschi intessuti di perle e coralli. Insomma, uno spaccato di sontuosa bellezza si para davanti gli occhi del visitatore stupito dall’accesa cromia delle vesti e dei decori, dall’eleganza sofisticata, dai ricchi panneggi e dagli smalti che a seconda della luce risplendono nelle sale.
Una mostra che si annuncia come un evento espositivo di prima grandezza nell’ambito dell’offerta di una regione, le Marche, sempre più attenta alla valorizzazione del suo patrimonio artistico, storico e culturale così capillarmente diffuso sul territorio. E anche la scelta di sedi solo apparentemente periferiche nei circuiti espositivi nazionali va letta proprio in questa direzione.
Sarnano come sede mostra infatti è significativo proprio perché si trova al centro del crocevia dell’Appennino che unisce le valli della marca camerte con quelle del fermano e dell’ascolano.
La straordinaria valenza paesaggistica, al centro di una vallata splendida ai piedi dei Sibillini, e la bellezza del centro storico, conservatosi armonico ed omogeneo, non può che aggiungere fascino ad un’occasione culturale così pregiata e originale. Un centro storico di origini medievali, conservatosi intatto nella sua struttura urbanistica di cinta murata, tra antiche vie, scalinate e scorci mozzafiato.
L’evento è destinato quindi a fare probabilmente di Sarnano, un nuovo, intrigante “caso” dopo lo straordinario successo di critica e di pubblico nel 2007 dell’esposizione dedicata a Simone De Magistris a Caldarola.
Questa volta si aggiunge anche più di una novità nello stesso “format” di mostra, a cominciare dalla molteplicità delle sedi.
I curatori infatti hanno lavorato su un concetto di grande appeal per lo studioso ma ancor di più per il visitatore, quello cioè di “mostra diffusa” che include oltre al bellissimo Palazzo del Popolo, sede principale nella piazza Alta, cuore dell’insediamento antico, altre sedi cosìddette “naturali” dove le opere sono state lasciate nella loro originale collocazione dando al visitatore l’emozione della scoperta di un contesto ancora molto leggibile dove le opere sono nate. Si tratta della Pinacoteca Civica che conserva molte altre testimonianze artistiche provenienti dal territorio di Sarnano, di Santa Maria della Piazza, una delle chiese più belle della regione, con all’interno una straordinaria cappella affrescata da Lorenzo d’Alessandro, oltre ad altre opere e a qualche chilometro nel vicino centro di Monte San Martino, la chiesa di San Martino con quattro polittici integri di Girolamo di Giovanni da Camerino, due di Vittore Crivelli, e uno di Carlo e Vittore Crivelli, unico esempio noto di opera a quattro mani.
Una mostra quindi non solo a scala urbana ma che respira del più ampio orizzonte visivo che gli stessi artisti ebbero.
L’altra novità nel concept di mostra è la sezione:
APERTO PER LAVORI – RESTAURO IN MOSTRA dell’opera Madonna del Monte di Carlo Crivelli e della Madonna della Cintola di Vittore Crivelli.
Solitamente le opere vengono restaurate prima di andare in mostra, nel chiuso di un laboratorio accessibile al massimo agli studiosi e agli addetti ai lavori, in questo caso il restauro avviene nella mostra stessa, in un laboratorio allestito lungo il percorso espositivo e sempre in funzione diretto dal restauratore Simone Settembri. Un restauro “interattivo” e a porte aperte, dal vivo davanti agli occhi dei visitatori che hanno modo così di apprezzare tutti gli aspetti di un lavoro fatto di approccio scientico e sapienza artigianale. Con uno slogan, invece che “chiuso per lavori” si potrebbe dire “aperto per lavori”.
Il restauro parallelo consentirà di conoscere meglio la tecnica dei due fratelli e forse di sciogliere il giallo che circonda il loro rapporto umano e professionale. Carlo e Vittore non sono mai documentati insieme, sembrano non aver mai lavorato in collaborazione e forse non avevano buoni rapporti. La sola opera in cui compaiono entrambe le loro mani è il polittico di Monte San Martino, probabilmente completato da Vittore dopo che Carlo lo aveva lasciato incompiuto. Come rivela un documento del 1495 Vittore, alla morte del fratello, cercò infatti di ottenerne l’eredità, nonostante Carlo avesse figlie legittime.
TITOLO VITTORE CRIVELLI da Venezia alle Marche – Maestri del Rinascimento nell’Appennino
DATA: 21 maggio – 6 novembre 2011
SEDE: Sarnano – Palazzo del Popolo e altre sedi
ORARIO: 10.00-12.30/15.00–18.30; 24 luglio-28 agosto aperta anche 21.30-23.00
chiusa lunedì mattina (non festivi)
BIGLIETTO: intero per tutte le sedi € 9; ridotto € 6; per gruppi € 5; scuole € 3
(il biglietto dà diritto a sconti del 10% in hotel, ristoranti e negozi c onvenzionati)
AUDIOGUIDE: € 3
VISITE GUIDATE: Su prenotazione (anche visite della città) per gruppi max di 25 persone
€ 50, in lingua straniera € 90
INFO: 800255525
SITO: www.vittorecrivelli.it. (in costruzione, pronto dal 28 marzo)
ORGANIZZAZIONE e ALLESTIMENTO SCOCCO&GABRIELLI Servizi per i Beni Culturali srl
CATALOGO: Marsilio Editori
La mostra VITTORE CRIVELLI da Venezia alle Marche – Maestri del Rinascimento nell’Appennino (dal 21 maggio al 6 novembre 2011) è una occasione preziosa per scoprire Sarnano (MC).
Al centro di un’incantevole valle ai piedi dei monti Sibillini è immerso nel verde delle montagne e dei boschi circostanti. Un territorio attraversato da innumerevoli sentieri da percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike.
Un territorio dall’atmosfera quasi irreale di pace assoluta, sarà forse il fatto che boschi fittissimi arrivano fino a ridosso dell’abitato ma il contatto con la natura qui è veramente forte. In particolare, bellissimi i Prati di San Liberato da dove s’intravedono il paese di Monastero (del 1274), antico romitaggio dei Benedettini o Camaldolesi e la forra suggestiva dalla quale si ergono ancora “arroganti” i resti del Castello di Rocca Colonnalta. Da lì in un colpo d’occhio si domina tutta la Marca fino al mare.
Sarnano è nota anche per le terme, dalle cui fonti si estraggono acque oligominerali particolarmente pure. Da non perdere, tra le manifestazioni, la mostra mercato nazionale di antiquariato e dell’artigianato artistico (ultima settimana di maggio e prima di giugno), di cui quest’anno si celebrano i 30 anni. Mostra peraltro dall’insolito allestimento “itinerante”, cioè articolato nelle antiche botteghe e spazi del centro storico.
Tra le curiosità gastronomiche, la crostata al torrone, preparata esclusivamente a mano con mandorle, nocciole e spezie e cotta nel forno a legna per farle acquisire la tipica e particolare croccantezza.
Sarnano è tra delle 115 città dell’Italia che ha ricevuto il riconoscimento della BANDIERA ARANCIONE dal Touring Club d’Italia proprio per il suo centro storico armonico e omogeneo e che ha mantenuto l’assetto originario. Ma non solo, tra le motivazioni la straordinaria offerta di servizi turistici complementari (visite guidate, escursioni naturalistiche, passeggiate a cavallo), e per la speciale accoglienza e ospitalità della comunità locale.
Non resta allora che partire e provare di persona…
DOVE DORMIRE
Hotel Le Terme
piazza della Libertà 82, Sarnano
Tel. 0733/657166
Di un’eleganza classica dal sapore vintage. Molto buono il ristorante all’interno, atmosfera raffinata al Gran Caffè, ideale per un tè del pomeriggio
Doppia con prima colazione € 65
DOVE MANGIARE
Osteria Le Clarisse
via Mazzini 240, Sarnano
Tel. 338/3845893
Un piccolo ambiente di grande piacevolezza e calore nel centro storico, una cucina dai sapori tradizionali seguendo ricette antiche. Indispensabile prenotare
Costo medio vini esclusi € 25
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