di Gabriele Paterlini
Si sta facendo certamente delicata la situazione nel team Yamaha. Lorenzo stenta ad arginare l’avanzata delle Honda Repsol mentre Rossi sembra avere il fiato sempre più corto e non solo rispetto alle prestazioni dei piloti Honda, ma anche rispetto ai suoi pari marca.
Posto che ci sia davvero un divario tecnico così importante tra Honda e Yamaha, ritengo questo non sia il problema principale fonte delle difficoltà incontrate da Valentino Rossi da quando ha fatto ritorno in Yamaha.
Lorenzo ha disputato tutto il GP di BRNO incollato alle Honda ufficiali di Pedrosa e Marquez il che mi suggerisce che questa M1, anche senza il cambio seamless (dispositivo che garantirebbe più stabilità della moto nei cambi marcia), è una moto altamente competitiva capace di tenere il passo della concorrenza.
Certamente questo nuovo cambio porterà dei benefici a tutto vantaggio delle prestazioni dei piloti Yamaha, ma se per Lorenzo potrebbe essere sufficiente questo a permettergli di affrontare gli avversari con più convinzione, per Rossi potrebbe non bastare.
I distacchi che Rossi accumula ad ogni Gp sono distacchi importanti, non impossibili da colmare, ma pur sempre pesanti. Il cambio semaless provato quest’estate da Rossi e Lorenzo a BRNO sembrerebbe possa ridurre il tempo sul giro di circa 2 decimi di secondo.
Buon per Lorenzo che anche senza il cambio delle meraviglie riesce a stare con le Honda, ma per Rossi? Basterà un cambio nuovo a colmare il gap dagli avversari?
Sperando vivamente di essere smentito dai risultati, ritengo che ciò di cui necessiterebbe Rossi oggi per poter tornare nel gruppo che conta siano 4-5 anni in meno sulla carta d’identità!
Volente o nolente l’anagrafe è un tabù impossibile da sfatare, anche per un campionissimo come Rossi.
Correre contro il tempo scandito dal cronometro è ciò che rende avvincente questo sport, ma correre contro il tempo anagrafico è cosa praticamente impossibile.
Valentino Rossi non è più giovanissimo e sul suo sentiero agonistico si sono materializzati
dei giovani piloti dal talento cristallino e dai riflessi fulminei.
Marquez sembra essere un prodigio, un folle per certi versi, a qualcuno è parso correre contro la razionalità sfidando più volte le leggi della fisica e rischiando anche oltre il dovuto
In realtà Marquez è oggi quello che fù anche Rossi qualche anno fa, Stoner non più di qualche mese addietro, ovvero un Pilota giovane pieno di talento. A quell’età li hai una caratteristica che nelle gare di moto ai massimi livelli diventa una virtù: è la spregiudicata scelleratezza che ti viene generata dal controllo quasi totale dei riflessi nervosi.
Passare sul cordolo del Cavatappi di Laguna Seca è una manovra che puoi certamente premeditare, ma poi ti riesce di metterla a segno una volta in 30 giri, forse una volta nella carriera.
Si perchè puoi premeditare la manovra, ma cogliere l’attimo giusto in cui serve passare di li è questione di un battito di ciglia, un attimo, un istante. Quell’attimo li il campione sa coglierlo sempre nel momento giusto, quando serve davvero, senza preavviso, nell’immediatezza della necessità, così come fu per la spallata rifilata a Lorenzo all’ultima curva del gp di Jerez di Jerez, come passare su di un cordolo in accelerazione con la moto già scomposta.
Fu così per Rossi con Gibernau, fu così per Rossi a Welkom nel 2004 quando trovò spazi asfaltati quasi impossibili da percorrere con Biaggi davanti che spingeva forte, oppure il Cavatappi del 2008 messo a segno su Stoner.
Fu così con Rossi quando a Barcellona infilò Lorenzo in un sorpasso di rara bellezza con l’anteriore che stava per partire per la tangente per ben due volte.
Ecco, quella è ciò che definisco scellerata spregiudicatezza e le do un significato nobile nell’ambito prettamente agonistico.
Oggi Rossi mi ricorda molto da vicino il Biaggi a fine carriera in moto Gp, il grande rivale di sempre, il Biaggi dei primi anni 2000 dove l’anagrafe lo costringeva a cercare la perfezione ciclistica, l’erogazione migliore, la staccata impeccabile. In altre parole la moto perfetta, quella capace di sopperire quelle doti che col passare del tempo fisiologicamente vengono meno. Peccato però che la moto perfetta non esista. Non a quei livelli li.
Rossi per questo non ha colpe, non ha responsabilità che possano essergli attribuite così come penso sia ingiusto ed indelicato indirizzare accuse a moto e team per delle prestazioni che stentano ad arrivare.
Il tempo passa inesorabile per tutti. Bisogna solamente farsene una ragione.