di Gabriele Paterlini
Risultati sorprendenti dopo le qualifiche del primo Gp del Qatar, ma sorprendenti fino ad un certo punto. Piccoli dettagli nascosti nell’analisi dei tempi e nel confronto con quelli del 2012.
Fa sicuramente uno strano effetto vedere Rossi doversi accontentare del settimo posto in griglia con una M1 ufficiale mentre Dovizioso, con la Ducati che fu di Valentino, va a prendersi il quarto posto dopo aver accarezzato addirittura la possibilità di essere in prima fila.
Sorprende perchè la M1 gemella di Lorenzo è in pole position, ma soprattutto perchè la Desmosedici così vicina ai più veloci era da un bel po’ che non la vedevamo.
Verrebbe quasi facile puntare il dito sul pilota di Tavullia che dopo aver ritrovato la sua M1 ritrova anche una posizione in griglia di partenza alla quale ormai si era abituato dopo due anni in sella ad una Ducati.
Verrebbe anche facile dire che, in fin dei conti, quello del Dovi è un solo un lampo nel buio della notte di Losail poiché le altre Ducati sono comunque relegate a metà classifica con distacchi dalla vetta ai quali i tecnici della Ducati erano abituati da un paio di anni a questa parte.
In realtà, se si guarda a cosa è successo esattamente un anno fa sulla stessa pista, escono fuori delle considerazioni che inducono ad usare molta prudenza prima di esprimere sentenze.
Prima di tutto perchè i punti vengono assegnati a fine gara ed in secondo luogo perchè il confronto dei tempi rispetto al 2012 è abbastanza interessante.
Nel 2012 la Ducati è partita comunque in seconda fila. Hayden si qualificò quinto ad un secondo tondo tondo da Lorenzo che andò in pole anche nel 2012 con un tempo sul giro di appena un decimo migliore di quello fatto registrare oggi.
Oggi Dovizioso è a meno di mezzo secondo da Lorenzo, è stato più veloce di se stesso quando guidava una M1.
Rossi, nonostante il settimo posto in griglia è accreditato di un gran passo e di un tempo in qualifica che con Ducati non era mai riuscito a conquistare.
Con queste considerazioni rimane difficile fare previsioni per la gara. Dovi ci ha messo certamente del suo per trovare quella posizione in griglia, in gara sarà più difficile confermarsi a quei livelli, eppure in casa Ducati credo siano ben consapevoli di un progresso tecnico importante visto che dallo scorso anno son stati tolti ben più di 6 decimi dal tempo di qualifica della prima Ducati in griglia. Anche come passo gara non sono messi così male, certamente non sono ai livelli di Yamaha e Honda, ma anche il distacco sul passo è diminuito rispetto al 2012.
Difficile pensare che possano arrivare a fine gara ad incassare 28 secondi in 22 giri come accadde nel 2012. Il popolo Ducatista ha di che gioire oggi e può certamente sperare in bene per la gara di questa sera.
Rossi dal suo best del 2012 con Ducati ha tolto quasi un secondo, ha un passo gara che lo fa stare ben più tranquillo di quanto si potrebbe pensare sapendolo incastonato nel bel mezzo del gruppo.
La Yamaha sembra la stessa del 2012, la più veloce nel giro secco e la più costante sul passo.
Non per niente anche nel 2012 vinse Lorenzo partendo dalla pole position con altre 3 M1 nei primi 6 posti in griglia.
Dunque anche il popolo dei Valentiniani ha di che star tranquillo. La moto c’è, il pilota è ritrovato e gli stimoli a far bene sono più che mai intatti nonostante gli ultimi 2 anni durissimi ed avari di soddisfazioni.
In conclusione potremmo dire che la fine del matrimonio del secolo, così è stato definito più volte il matrimonio tra Rossi e Ducati, abbia portato indubbi benefici ad entrambe le parti e non solo. Rivedere la davanti sia Rossi che Ducati è importante per l’intero motomondiale e non solo per i diretti interessati.
Ad entrambi un grosso e sonoro “in bocca al lupo”.