La doppietta del pilota romano Max-Biaggi nella SBK di Misano, dimostra che a 41 anni il “nonno” abbia ancora voglia e coraggio per essere dominatore. Il suo stile di guida “il pennarello” gli permette di percorrere le traiettorie in maniera chirurgica, soprattutto se si trova a guidare la gara in solitario. Stranamente, però, questo avviene in maniera maggiormente evidente, ogni qualvolta viene fornito il “gommone” di 200 mm di larghezza.
di Garbriele Paterlini
Avete presente cosa succede quando passate più e più volte un pennarello su di un foglio di carta sempre sullo stesso punto? Succede che alla fine il foglio si buca, la punta del pennarello lacera la carta e vi ritrovate a scrivere sulla scrivania.
Ecco, prendete quella di sopra come una sorta di metafora per descrivere lo stile di guida del Campione del mondo della SBK del 2010, Max Biaggi.
Lui in pratica mette le ruote sempre nello stesso punto, segna dei solchi nell’asfalto percorrendo sempre la miglior traiettoria.
E’ una sua caratteristica, un elemento ben definito dello stile di guida del pilota romano. Lo sanno bene gli addetti ai lavori, lo sanno soprattutto gli altri piloti con i quali Max si confronta a ogni gran premio.
Questo stile di guida diventa incredibilmente efficace quando Max ha la pista davanti a se libera dagli avversari. Quando non ha moto davanti a lui che in qualche modo possono costringerlo a mettere le ruote altrove rispetto all’ipotetica traiettoria ideale, Max diventa praticamente imprendibile.
Impone il suo ritmo e fugge via proprio come ha fatto a Misano in gara 2 e come aveva fatto nella gara di esordio di Philip Island nel mese di Febbraio. Allora vinse in maniera perentoria gara 1 e fu artefice di una rimonta strepitosa in gara 2 per via di un contatto con Sykes (Kawasaki) alla prima curva che lo costrinse a una lunga divagazione sul prato nella via di fuga. Quando rientrò in pista, era ultimo. Finì la gara secondo alle spalle di Checa (caduto in gara1).
Tra il Gp di Philip Island e quello di Misano ce ne sono stati altri 5, ben 10 gare (in SBK a ogni Gp si corrono 2 gare) e in questo intervallo agonistico sembrava l’estro di Biaggi si fosse un po’ annacquato, quasi perso nel nulla.
Cos’è mancato al corsaro di Roma in queste 10 gare nelle quali non è riuscito più a ripetere le prestazioni dell’esordio australiano?
Di certo non sono mancate le gare avvincenti con duelli duri e bagarre “toste” con piloti giovani e di talento come quelli che si cimentano al fianco del nonno Biaggi (quasi 41 anni…), ma di sicuro non sono stati questi gli ostacoli capaci di rallentare la corsa di Biaggi nella ricerca della traiettoria ideale.
Le altre 2 gare di Misano offrono un repertorio di sorpassi che dovrebbe cancellare ogni dubbio circa la capacità del romano di riuscire a imporsi nel confronto diretto con l’avversario, nel così detto a corpo a corpo fatto di staccate violente e sorpassi decisi.
In Australia è arrivato secondo dopo aver sorpassato tutti, tranne Checa. A Misano ha vinto gara 1 partendo dalla decima casella e dopo estenuanti duelli con i vari Badovini, Sykes, Rea, Haslam, Giuliano e Checa.
Ciò che a mio avviso è mancato in queste 10 gare a Max è un particolare prettamente tecnico di colore nero e tondeggiante: il “gommone”.
I successi perentori di Max hanno un comune denominatore nello pneumatico posteriore dal profilo maggiorato di 200 mm di larghezza. E’ uno pneumatico che Pirelli, fornitore unico nella categoria SBK, ha portato e messo a disposizione di tutti i piloti nelle gare dominate da Max.
Su 100 punti disponibili nelle 4 gare dove c’era lo pneumatico da 200, Max ne ha conquistati addirittura 95!
Uno pneumatico che con ogni probabilità si adatta molto bene all’Aprilia RSV4, ma che solo Max riesce a sfruttare al meglio con il suo stile di guida pulito e certosino.
La sensazione che Max ci metta molto del suo è confermata dagli scarsi risultati degli altri 2 piloti Aprilia che in 14 gare disputate sono riusciti a mettere le loro ruote davanti a quelle del corsaro in una sola occasione.
Ora però la domanda che mi pongo è un’altra: perché questo pneumatico salta fuori solo e soltanto in alcune gare del mondiale?
Mi punge vaghezza che la risposta sia insita in quella percentuale di realizzazione pari al 95% di punti conquistati da un solo pilota con il “gommone” da 200. Spero di sbagliarmi, ma temo anche di non essere molto lontano dalla verità.
Kegums, Lettonia, una pista veloce e sabbiosa in superficie che nasconde molte insidie.
Qui è disputata l’undicesima prova del Mondiale Motocross 2013. Novità delle novità, Cairoli ed Herlings dominano nelle rispettive categorie.