Oltre tremilacinquecento chilometri in Marocco, lungo strade spesso secondarie, dai monti dell’Atlante, alle sabbie del Grande Deserto, alla costa dell’Oceano. Sotto un sole cocente, l’ombra diventa indispensabile come l’acqua e la benzina.
Testo di Marco Ronzoni & Foto di Paola Bettineschi
[wp_geo_map]I quasi quattrocento chilometri tra casa e Livorno filano via abbastanza veloci, nonostante la temperatura afosa e la monotonia della prima parte del viaggio. La moto gira bene ed ora infonde una certa tranquillità dopo l’angoscia dei giorni scorsi dove, durante un normale controllo pre-partenza, aveva manifestato gravi problemi all’impianto frenante che avevano seriamente messo in discussione tutto il viaggio, per fortuna risolti. Anche stavolta è carica come se stessimo facendo un trasloco… La strana carenza di indicazioni del porto di Livorno ci porta a vagare come scappati-da-casa tra buie strade senza sapere come raggiungere l’imbarco della Grimaldi Lines. Per fortuna il buon vecchio sistema del “chiedi e ti sarà risposto” funziona anche stavolta e così riusciamo ad arrivare al check-point della Compagnia di navigazione e da lì al ferry. Controllo della Polizia poi eccoci a bordo. Leghiamo accuratamente la moto a duecento cinghie tese in ogni direzione, al punto che la nostra gialla “GS” sembra un’ape catturata da un’enorme ragnatela.
La cabina è spaziosa e pulita. Davanti a noi, oltre il grande oblò, avremo solo la prua della nave ed il mare aperto fino in Marocco. Si salpa in orario, grazie ad una buona organizzazione. Girando tra corridoi, sale e ponti esterni, non ci sembra affollata più di tanto. La maggior parte dei presenti è marocchina, con i tipici “usi e costumi” che caratterizzano il loro soggiornare su un traghetto. Se ci sei abituato non ci fai caso più di tanto, ma se le tue esperienze passate su una nave si riconducono allo stile “Love Boat”, beh… qualche effetto te lo fa. Come tutti i viaggiatori motociclisti, Paola ed io siamo avvezzi a questo e altro, e consideriamo il folklore parte integrante del viaggiare. La navigazione è parecchio lunga e dovremo passare tre notti in mare. Circa venti ore dopo siamo a Barcellona dove il ferry si riempie del tutto. Il personale di bordo è cortese e disponibile ed è anche grazie a loro che il tempo trascorre piacevolmente avvicinandoci con regolarità alla nostra meta. Non abbiamo molto da fare quindi ne approfittiamo per scaricare un po’ della stanchezza accumulata nei mesi scorsi e per recuperare preziose ore di sonno, preparandoci a vivere quello che stiamo aspettando da un anno.
Questa sarà la nostra terza esperienza in moto in Marocco, dove abbiamo lasciato occhi e cuore già nel lontano 2005. La seconda volta, tre anni orsono, lo abbiamo percorso totalmente da nord a sud lungo strade sempre più deserte ed ipnotiche, prologo di un’avventura terminata quattromila chilometri dopo in Guinea Bissau, attraverso Mauritania, Senegal e Gambia. Stavolta vogliamo toccare luoghi non ancora visitati o arrivare a quelli già apprezzati su strade alternative che ci regalino nuove energie di viaggio. Un sintetico programma studiato con cartina e guida ci ha già proiettato da settimane in questo mondo affascinante. Ora è tempo di viaggiare. E sappiamo già che non resteremo delusi…
Tangeri – Chefchaouen
Finalmente Africa. Ogni volta è un’emozione profonda, anche se fosse la centesima. Sbarchiamo in un caos terribile al nuovo porto di Tangeri Med, sempre più tentacolare. Ci dà il benvenuto una grande scritta in arabo che campeggia sulla collina che domina il porto: Dio, Patria e Re. E’ quasi mezzogiorno e fa un caldo bestia. Incolonnati con miliardi di veicoli sotto un sole impietoso, ci mettiamo rispettosamente in attesa del nostro turno per il controllo doganale, superato il quale solita “pettinata” con l’assicurazione obbligatoria (92€) e cambio euro/dirham (sennò come paghiamo la benzina ed i pranzi frugali nei peggiori locali di tutto il Maghreb?). Decidiamo di inaugurare questa nostra nuova presenza in Marocco puntando verso Ceuta.
Una stupenda strada a quattro corsie corre lungo la costa mediterranea, sferzata da un forte vento. Mille curve ci avvicinano e ci allontanano da una spiaggia chilometrica punteggiata da numerosi centri di soggiorno balneare. Evitata l’enclave spagnola, continuiamo poi verso sud superando in breve Tetouan, che non dice granché tranne molto traffico, ed inoltrandoci nella regione del Rif, famosa per le sue “stupefacenti” trasgressioni.
Grossi nidi di cicogne ornano edifici e pali dell’illuminazione mentre la strada scorre sotto le ruote. Un break all’ombra di un piccolo locale ci fa ritrovare ed assaporare oltre al gusto speziato del pollo alla brace anche la semplice ed accogliente cordialità marocchina. Il sole incalzante ci spinge già ad inseguire l’ombra, condividendo lo stesso bisogno di questa gente. Per noi, chiusi dentro caschi, giacche, pantaloni e stivali, è ricerca di un breve sollievo dal caldo. Per loro è vita quotidiana. L’ombra è preziosa, braccata, sfruttata in ogni sua espressione. Chiunque, se non è costretto altrimenti, cerca riparo sotto un albero, lungo un muro, dentro un portico. Tutti hanno il capo coperto da un berretto, un cappello di paglia, un velo o il cappuccio della jellaba. Qui il sole scotta…
Anziché la nuova autostrada, preferiamo seguire la statale N12 fino a Chefchaouen, tappa odierna. La città dalle case bianche ed indaco è sdraiata nella sella tra due colli chiamati Ech-Chaoua, dai quali prende il nome. E’ un luogo che affonda le proprie origini nel XV secolo e che il sottile filo che lega storia e leggenda vuole fondata da un discendente del Profeta Maometto come roccaforte della lotta contro i portoghesi. Trovato alloggio, sentiamo l’impazienza di rivivere il fascino di una Medina, caleidoscopico ed odoroso mondo fuori dal tempo, con vicoli tanto stretti quanto vivi e pregni di suggestive immagini. Ci immergiamo così al tramonto nella piazza Uta El Hammam, cuore della città da cui si dipartono a raggiera i ciottolati che si inoltrano tra le case della Kasbah. Qui una fontana quadrata e la Grande Moschea con lo strano minareto ottagonale attirano subito lo sguardo. Poco distante c’è il “Fondouk”, cinquanta stanze a disposizione dei viandanti e dei commercianti di passaggio. Tanti locali e piccoli ristoranti affollano il perimetro della piazza, offrendo allettanti location per cene romantiche con ottimi piatti a prezzi molto economici.
Chefchaouen – Moulay Idriss – Meknés
Col sole del primo mattino ci dirigiamo verso Ouezzane, sessanta chilometri a sud, guidando su una magnifica strada tra le montagne, fatta di curve, salite e discese che si distende solo oltre questa grande città commerciale. Grazie al terreno reso fertile da numerose sorgenti, la zona si presta a vaste coltivazioni di ulivi e fichi d’india che dopo Jorf El Melha si moltiplicano elevandosi sui colli intorno. La via poi si fa ancora più piatta e rettilinea mentre il caldo aumenta. Arriviamo a Moulay Idriss verso l’una, percorrendo nel tratto finale una strada secondaria molto bella che parte dal piccolo centro di Nzala Des Beni Enzal lungo la N4 e, sfiorando lo straordinario sito romano di Volubilis, giunge ad una delle città più affascinanti del Marocco.
Moulay Idriss, di un bianco abbagliante, trasuda di storia e di mito. Luogo di sepoltura di Idriss I, fondatore della prima dinastia arabo-musulmana del Paese, è una tra le maggiori mete di richiamo del Paese.
Lasciamo la moto agli sguardi curiosi dei passanti proprio ai piedi della Medina e ci concediamo uno spuntino con ottime “brochettes”, i tipici spiedini alla brace, in un piccolo locale che si affaccia su un cortile interno di tre piani trasformato in un alveare da decine di laboratori artigianali e botteghe. Accettiamo poi di essere accompagnati all’interno della città vecchia da un uomo distinto, offertosi come guida. E’ una situazione ricorrente laddove vi siano luoghi da visitare o storie da raccontare, ma è davvero l’unico modo per poter vivere, anche se per poche decine di minuti, realtà complesse come una Medina. Sono soldi spesi bene. Annullate le perdite di tempo del “fai-da-te” ed ottimizzati gli spostamenti, non resta che osservare le meraviglie di un mondo lontano ed ascoltare racconti di eroi, santi ed artisti, recitati magari in tre lingue diverse che si intrecciano irrispettose verso la grammatica ma così avvincenti.
Un paio d’ore con il nostro accompagnatore ci illuminano su vita, morte e miracoli della città. La tomba di Idriss I non è accessibile ai non musulmani. Il corridoio d’ingresso riporta ancora una vecchia targa in arabo ed in francese che avverte del divieto. Una trave che corre da un lato all’altro del portale obbliga i fedeli ad un inchino per passarvi al di sotto ed entrare nel terreno sacro al di là di essa. I vicoli della Medina si inerpicano su un colle finendo col regalare una sontuosa vista su tutta la città e sul grande Mausoleo. Le bianche abitazioni si susseguono, abbellite da antiche porte adorne di fregi con un’inconsueta doppia apertura: una piccola parte centrale, per l’uso quotidiano, è incastonata in quella grande che viene aperta solo nelle feste o in occasioni speciali. Trentaquattro panifici pubblici distribuivano il pane ai più poveri e permettono ancor oggi alle donne della città di cuocere quello preparato nelle proprie cucine; trentaquattro fontane pubbliche sono a disposizione di chi ha bisogno di acqua; diversi Hammam accolgono uomini e donne in reparti ed orari ben distinti tra loro per le pulizie corporali e per il relax. Un inconsueto minareto cilindrico verde con iscrizioni del Corano in arabo e in berbero chiude la nostra visita in città.
La gente del posto trova refrigerio dalla calura pomeridiana tuffandosi nelle acque azzurre di una pozza artificiale di una vicina sorgente risalente al tempo dei romani. Per arrivarci affrontiamo il nostro primo sterrato e vorremmo tanto unirci a loro ma è tempo di puntare verso la vicina Meknés, città Imperiale che nei nostri scorsi viaggi avevamo un po’ trascurato. L’aria è bollente mentre ci avviciniamo alle propaggini del Medio Atlante, la spina dorsale montuosa del Paese. Qui la zona è ricca di coltivazioni, tanto da essere considerata fin dall’antichità il granaio del Marocco.
Entriamo in Meknés e troviamo alloggio proprio al di là del Wadi Boufekrane, il fiume che divide la Ville Nouvelle residenziale dalla Medina e dalla Kasbah. La grande piazza El Hedime è raggiungibile a piedi. Vasto spazio aperto circondato da mura, fronteggia da sempre la Bab Mansour El Aleuj, considerata da molti la porta più bella di tutto il Marocco, mirabolante esempio di raffinatezza ed imponenza. I vari gazebo in muratura dai tetti di tegole verdi che si ergono ad intervalli regolari lungo il perimetro della piazza, offrivano riparo ed ombra ai carovanieri in attesa di accedere alla Medina. Sta tramontando ed il luogo si anima di bancarelle multicolori, ricordando immediatamente la Jemaa El Fna di Marrakech. Le braci accese inondano l’aria di fumo e del profumo di carni cotte, mentre piccole luci iniziano a rischiarare l’oscurità che cala. Non resta che lasciarsi avvolgere da tutto ciò girando tra la folla e sedersi in un microscopico chiosco osservando un baffuto cuoco maneggiare con abilità ed ispirazione brochettes ustionanti e sandwiches speziati pronti a diventare la nostra cena.
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Pernottamenti:
- Chefchaouen
- Meknés
Navigazione:
- Livorno – Tangeri con GRIMALDI LINES – www.grimaldi-lines.com – info@grimaldi.napoli.it
Documenti richiesti:
- Passaporto
- Assicurazione veicolo da stipulare al porto di Tangeri Med
Documenti consigliati:
- Assicurazione personale di viaggio
- Patente internazionale
- Registrazione del viaggio su www.dovesiamonelmondo.it
Conversione:
- €uro – Dirham (Mad): 1:11 circa – Per comodità (loro…) si tende al cambio 1:10
Chiamare:
- Per chiamare dall’Italia anteporre ai numeri di telefono indicati +212 senza digitare lo ”0”
Dove abbiamo dormito:
- CHEFCHAOUEN: Htl Atlas Chefchaouen – Avenue Sidi Abdelhamid . B.P. 13 Chaouen – Tel. 0539986265 – Fax 059987158 – www.hotelatlas.com – 750 Mad camera doppia con A/C, colazione, parcheggio esterno. Scelta obbligata dalla carenza di alloggi. Albergo sopravvalutato con costi alti in relazione allo standard mediocre. In posizione ottimale con grandiosa vista sulla città dalle camere posteriori. La nostra camera era spartana ed affacciata sul parcheggio anteriore, con lenzuola e bagno sporchi ed arredamento sconnesso. Notte pessima disturbati da una festa di matrimonio nella discoteca sotto la camera fino a quasi le 4.
- MEKNES: Htl IBIS MOUSSAFIR – Avenue des F.A.R. – 50000 Meknés – h3362@accor.com – 620 Mad camera doppia con A/C, senza colazione, parcheggio esterno custodito. Buono come sempre lo standard delle camere e dei servizi. Piscina, connessione gratuita wi-fi internet. Posizione proprio oltre il fiume di fronte alla città. Adiacente a Mc Donald’s e Pizza Hut (se proprio non sopportate la cucina marocchina…)
Dove abbiamo mangiato (lasciando stare postacci dove si mangia bene, si spende niente ma non ti ricordi il nome…)
- CHEFCHAOUEN: Htl Aladdin Restaurant La Lampe Magique – Place Uta El Hammam – Chaouen – www.aladinchefchaouen.com – aladinchaouen@hotmail.com – 85 Mad per persona menu completo con entrée, tajine e dolce. Cena ottima su terrazza affacciata sulla piazza. Ambiente molto bello, personale cortese ed efficiente.
Varie ed eventuali:
- MEKNÉS: NIZAR SAIDI (Ebanista, restauratore) – 49 Sidi Abdelkrim Berradi Jnah Lamane – Medina Meknés – www.nizarsaidi.com – Cell. 0665730170 – Ottimi prodotti, grande professionalità. Possibilità di sistemazione in riad in centro città.
Ringraziamenti:
- GRIMALDI LINES – www.grimaldi-lines.com – info@grimaldi.napoli.it
Napoli: via Marchese Campodisola, 13 – Tel. 081.496444
Livorno: L.V. Ghianda Srl – Stazione Marittima Darsena Toscana Ovest – Porto – viale Mogadiscio, 14g – Tel. 0586 426 682 begin_of_the_skype_highlighting – 0586 426 682end_of_the_skype_highlighting
Tangeri: Tanger Med – Grimaldi Agency Tangier – Stazione Marittima – Tel. +212 0531 11 11 11 begin_of_the_skype_highlighting – +212 0531 11 11 11 end_of_the_skype_highlighting - LA MAORI PNEUMATICI: via A. Pegoraro, 24 – Gallarate (Va) – Tel. 0331.1852010 – www.roogly.com/la-maori-pneumatici – info@lamaoridue.it – ottimo servizio, serietà e competenza
- ALCOTECH: tubi freno e sospensioni racing – via Vespucci, 2 – Busto Arsizio (Va) – Tel. 0331.1551287 – www.alcotech.eu – eccellente qualità dei prodotti e grande professionalità e disponibilità – senza il loro aiuto non avrei avuto nulla da raccontare…
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