Pedalavo sulle strade del “Cammino di Santiago” e nei miei pensieri prendeva forma il viaggio in moto che da lì a poco avrei fatto nei Balcani. Sono anni che ormai solco le strade dei Paesi dell’Est e più mi appassiono delle bellezze naturali di quei luoghi e dell’ospitalità della gente che ci vive.
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[wp_geo_map]Testo e foto di Mauro Rocca
Costeggiando il lago Scutari, (Skadar), il più vasto dei Balcani, entro in Albania. Il lago è una bellissima riserva ornitologica ed è circondato da monasteri e paesini con pittoresche case di pietra.
In Albania il traffico è caotico e le strade cosparse di pericolosi ostacoli che costringono a zigzagare, ma la visita a Tirana, Durazzo e Valona sono d’obbligo per la loro particolarità. Più a sud, a Orikum, in una base militare, accompagnato da un ufficiale, ammiro le rovine di un anfiteatro romano.
Attraversando il Parco Nazionale Llogarase e l’omonimo passo si raggiunge la bella Sarande, che è la zona costiera più caratteristica dell’Albania.
A Ksamil passo un fiordo con un traghetto che è poco più di una vecchia zattera di legno. Dopo pochi chilometri si entra in Grecia. Devo decidere in quale direzione procedere: ritornare in Albania riattraversando la Macedonia per entrare in Bulgaria da ovest, oppure percorrere tutto il nord della Grecia ed entrare in Bulgaria da sud. Durante le mie precedenti visite in Grecia non ho mai visto le Meteore, la decisione è facile. Prua a est-sud-est!
Attraverso l’Epiro e raggiungo la Tessalia, Kalampaka e le spettacolari Meteore con i suggestivi monasteri; uno scenario unico in un ambiente unico.
Valicando il Katara Pass raggiungo Salonicco capoluogo della Macedonia greca, poi direzione nord verso la Bulgaria.
Nel massiccio di Pirin raggiungo Bansko, tappa di coppa del mondo di sci. La città vecchia è molto carina e caratterizzata dalle antiche costruzioni in pietra, tutto intorno centinaia di alberghi di cui alcuni molti sfarzosi, dedicati al turismo invernale russo.
La cabinovia è chiusa per manutenzione, decido di salire in moto su una strada in mezzo a boschi secolari e m’imbatto in una enorme conifera di oltre 1300 anni. Nel piazzale a 2000 metri lascio la moto per continuare a piedi fino a quota 2600 dove si domina tutto il massiccio Pirin e si vedono i famosi laghetti e il vicino massiccio Rila, prossima meta.
Sofia è una piacevole sorpresa, la zona centrale ha costruzioni caratteristiche, grandi parchi e bellissimi palazzi del XIX secolo che fanno da contorno alla cattedrale ortodossa “Aleksandar Nevski”. Numerose e ben conservate sono le testimonianze di epoca romana. Due spettacolari anfiteatri romani sono visitabili nel centro pedonale di Filippopoli, l’attuale Plovdiv, capoluogo della Tracia bulgara, dove vengono prodotti ottimi vini. Da non perdere nelle vicinanze la cittadina museo di Koprivstica.
A causa di un’ernia del disco rimango completamente bloccato e sono costretto ad interrompere il mio viaggio. Grazie agli efficienti operatori di “Mondial Assistance” rientro in Italia in aereo. Il Primario di ortopedia dell’ospedale di Legnano, appassionato motociclista, mi opera d’urgenza e mi salva la gamba sinistra in pessime condizioni per via dello schiacciamento dei nervi.
Passati alcuni mesi e ristabilito fisicamente, faccio ritorno a Lovech, dove ho lasciato la moto, per riprendere e portare a termine il mio viaggio attraverso la penisola balcanica.