La Via del Sale, tra Italia e Francia: paesaggi mozzafiato, percorsi off-road unici, guidati e rassicurati dallo staff della scuola di motociclismo GSSS-FMI
Non ci sono controindicazioni nell’assaporare delle belle esperienze alla ricerca d’avventura. O meglio, non ce ne sono se chi organizza un evento lo fa con professionalità e competenza, esattamente come quello organizzato dal GSSS lungo il percorso della Via del Sale, a cui abbiamo preso parte.
Ma andiamo con ordine, raccontando questa bella esperienza che ha lasciato tutti i partecipanti stanchi, ma contenti di aver vissuto una gran bella avventura.
La prima domanda che ci si pone, nel prendere in considerazione un evento del genere, è se la propria moto sia adatta per parteciparvi, visto che la maggior parte del percorso è in fuoristrada. La risposta la trovate nelle gallery, poiché i partecipanti hanno utilizzato un genere di modelli molto variegato, enduro e maxienduro, anche se non recenti.
L’importante, come da consiglio dell’organizzazione, è non caricare eccessivamente di bagagli la moto, visto che il tour dura due giorni alle borse laterali è preferibile la classica sacca da legare alla sella passeggero, evitare di fare il pieno di carburante (come ha erroneamente fatto il sottoscritto) alla partenza, considerando una autonomia di circa 150 km, e installare degli pneumatici tassellati o che comunque adatti all’uso fuori strada. La mia moto, Yamaha Supertènèrè era equipaggiata con i Continental TKC 70 e si sono comportati molto bene.
L’appuntamento alla partenza è alle ore 9, …piazzale albergo Lorenzina dove si è trascorsa la notte del venerdì. Si parte con un briefing, dove viene illustrato il percorso e vengono fornite alcune nozioni della guida in off-road, in realtà per molti è un semplice ripasso, di quanto già imparato nei corsi della scuola off-road di Polcanto. Gianni Giorgi, Istruttore FMI e fondatore di GSSS, rinfresca alcune tecniche di guida da utilizzare in fuoristrada, in sella alla sua “Dakarina” KTM 950. Dopo aver illustrato la corretta posizione in sella, ci ricorda brevemente che su strada in discesa il peso del corpo si deve spostare verso la ruota posteriore, che in salita sempre il peso deve spostarsi verso l’anteriore, e che non bisogna stringere e caricare eccessivamente lo sterzo, mentre le gambe devono sempre afferrare il serbatoio, ovviamente tutto questo in piedi sulle pedane.
In moto si parte.
I 18 partecipanti si mettono in strada, pochi chilometri su asfalto, non più di venti, prima di imboccare finalmente il primo vero tratto di fuoristrada. A guidare il gruppo, c’è una nuova leva, Marco Pario Istruttore di Guida Sicura su Strada FMI, capace di accompagnare il gruppo con un’andatura costante, che tutto sommato si adatta a quella di tutti i partecipanti.
Quest’ultimi diventano parte attiva nella buona riuscita del tour, grazie alla tecnica del “guardie”. Questa fa sì che in corrispondenza di incroci, svolte, ecc., la guida faccia un segno a chi si trova dietro di lui, in maniera che questo si fermi per indicare al gruppo che sopraggiunge quale direzione seguire. Il palo, riparte e si incolonna non appena sopraggiunge l’ultimo, una guida della organizzazione; il giochino è semplice ma perfettamente funzionante, tanto che non è mai capito di dover aspettare qualcuno.
La prima sosta è solo dopo una decina di chilometri di sterrato sulla strada Provinciale 2, per assaporare il primo bellissimo panorama sul Monte Saccarello; scorci entusiasmanti durante tutto questo viaggio non sono mai mancati, tanto da farne una vera e propria indigestione. La sosta permette di scambiarsi le prime battute, qualche rapido consiglio di guida da parte del buon Gianni, una controllata alle moto, e ci si rimette in viaggio. Si procede con andatura blanda, non più di 50/60 km/h, e pian piano aumenta e migliora l’alchimia tra i piloti; quello che si sente più sicuro è giusto che gli si lasci strada ma comunque la distanza tra uno e l’altro è sempre più di 3 metri in maniera tale da lasciare la massima libertà di movimento a chi precede.
Pian piano il percorso diventa più impegnativo, soprattutto quando si affrontano i primi tratti in discesa, che scoprirò successivamente, essere il tallone di Achille di molti, secondo solo a quando si affrontano tratti fangosi. Nuova fermata, e qui interviene l’animo degli istruttori, spiegando e correggendo quanti non hanno applicato la giusta tecnica. Intanto osservo il gruppo, e scopro con piacere che oltre alle moto-variegate, anche i partecipanti lo sono. Nel gruppo ci sono sia ragazzi giovani, 30-35 anni, qualche bravo pensionato, oltre che a due bravissime donne, tra cui la Veronica Bianchi una Tour Leader del GSSS… decisamente a proprio agio sul suo KTM.
Nuova ripartenza, procediamo percorrendo il percorso battuto lungo la parete delle montagne del Monte Frontè e Monte Saccarello, a cavallo sempre del confine italiano e francese, ma a dire il vero non se ne ha la percezione. La strada è quasi totalmente nostra, praticamente in senso opposto non incrociamo mai nessuno, il gruppo avanza sicuro. Le braccia iniziano a indolenzirsi, e anche la schiena qualche fastidio lo da; più di qualcuno alla guida su pedane alterna quella seduta, proprio come è stato consigliato in caso si sentisse pervenire la stanchezza. D’improvviso inizia una lingua d’asfalto, e capiamo che siamo in territorio Francese, precisamente al Santuario di Nostra Signora del Fontan.
Qui è d’obbligo una fermata, per riposare, ma soprattutto per visitare il santuario soprannominata la “piccola Cappella Sistina delle Alpi”. Secondo una leggenda popolare il santuario fu costruito dopo un terremoto, nella speranza che questo facesse il miracolo di riportare le riserve idriche perse a causa del cataclisma, cosa che poi effettivamente si verificò. Al di là delle leggende, la sosta ci permette di apprezzare i bellissimi e ben tenuti affreschi, realizzati da Giovanni Canavesio e di Giovanni Baleison, completati nel 1492, riguardanti la Passione di Cristo. Si riparte e dopo una ventina di chilometri finalmente si pranza, e alla posizione in “piedi sulle pedane” si finisce belli seduti ritemprati un buon bicchiere di vino rosso.
La ripartenza ci porta nel raggiungere dopo un’oretta di moto il Forte della Margheria (Forte de la Marguerie), 1842 m s.l.m, sul Colle di Tenda, costruito tra il 1880 e il 1887 insieme al Forte di Colle Alto, il Pepino, il Tabor, il Pernante, la Margherita e il Giaura.
Prosegue il nostro viaggio, ormai ci sentiamo tutti abbastanza tranquilli nel procedere lungo le strade sterrate, e quasi ci spiace di raggiungere la nostra destinazione intermedia dove trascorreremo la notte, presso la bella e caratteristica struttura “La Marmu” nel comune di Marmora a 1223 m.s.l.m. (CN). Dopo una bella doccia, nelle caratteristica struttura, il gruppo di Bikers, non si fa certo scappare l’ottima cena consumata nel ristorante dell’albergo accompagnata da un corposo vino rosso, e poiché alle camere ci si arriva a piedi, qualche bicchiere in più ci sta tutto.
La mattina successiva tutti pronti alle 9, casco in testa e si parte, le guide ci raccontano che manca da percorrere ancora la parte più bella. Certo che partire e dopo solo una decina di minuti inforcare una bella ma impegnativa strada sottobosco in discesa, non è tra le cose più semplici…bisogna fin da subito essere belli svegli.
Ma tutti, con la massima attenzione portano a termine il tratto impegnativo, dove nei passaggi più complicati trovano ad aspettarli alle volte Gianni altre volte Marco Pario, cosa che rassicura un po’ tutti i partecipanti.
Raggiungiamo il Colle di Sampeyre (2.284 m.s.l.m.), che fa parte della Strada dei Cannoni, percorso di 26 Km risalente al 1740 ad opera dell’esercito piemontese che collegava la Valle Stura di Demonte alla Valle Varaita.
Impossibile non fermarsi in un posto così bello e apprezzare l’immensità del panorama che si apre praticamente a 360° gradi. Percorriamo la via dei Cannoni, sempre in fuoristrada, ormai tutto il gruppo è esperto, si procede più velocemente e con maggiore sicurezza, sempre compatti, felici sia di assaporare gli straordinari panorami sia di constatare come la sicurezza di guida sia via via migliorata.
Finita la Strada dei Cannoni, è ora di una bella pausa pranzo, due chiacchiere un mezzo bicchiere di vino e ci si rimette in strada. Solo qualche chilometro più avanti, e siamo pronti ad affrontare “la via del sale” che imbocchiamo a Colle di Tenda.
Fin da subito è ben chiaro che stiamo affrontando uno dei tratti più impegnativi di off-road del nostro viaggio; la porzione di strada è spesso particolarmente stretta, tanto che nell’incrociare alcuni fuoristrada siamo spesso costretti a fermarci e ad appoggiarsi praticamente contro la parete della montagna. La bellezza del panorama è sorprendente, alla roccia bianca si contrappone il verde dell’erba che sembra abbracciare quest’ultima; siamo particolarmente fortunati, la giornata è bellissima e il cielo è limpido…insomma c’è tutto quello che serve per essere felici.
Il percorso segnato è spesso pietroso e, se alla nostra destra siamo rassicurati e contenuti dalla parete della montagna, alla nostra sinistra c’è uno strapiombo infinito e nulla di più. Bisogna essere sicuri nella guida, e non distrarsi o ragionare troppo di essere così vicini al burrone; in realtà è talmente unico il panorama che ci si vorrebbe fermare in continuazione per immortalare qualche bello scatto…ci si starebbe per ore. Un percorso di montagna adatto praticamente alle sole moto fuoristrada, perché in macchina deve essere un vero calvario visto che la carreggiata e veramente stretta…non vorrei trovarmi nei panni di chi siede dalla parte dello strapiombo…mi viene da pensare.
Infine, dopo circa un’ora e mezza giungiamo al termine del nostro percorso, è ora di rimettere le “gomme” su un triste e banale asfalto. A tutti rimane la consapevolezza di aver condiviso un bellissimo viaggio, di aver migliorato e appreso qualche trucco in più nella guida in fuoristrada, di essere stati accompagnati in una vera avventura da persone competenti ed appassionate.
Dove dormire
-Albergo Lorenzina (Colle di Nava-Imperia)
Situato a Colle di Nava è molto apprezzato dai motociclisti per la sua ottima posizione che rende particolarmente agevole gli accessi alla Via del Sale. Ampio il garage per parcheggiare le moto, gradevole la cucina.
-Pensione La Marmu (Borgata Vernetti 18 – Marmora CN)
Decisamente affascinante la pensione-locanda La Marmu che dispone di 10 camere originali realizzate nella bellissima e tipica casa di montagna della alta val Maira. Il ristorante offre ambienti caratteristici e la cucina propone piatti originali realizzati con prodotti genuini.
Borgata Vernetti 18 – Marmora (CN)
Moto utilizzata
Yamaha Super Ténéré XT1200Z equipaggiata:
Abbigliamento Utilizzato
- Casco Givi Tourer X.01 TOURER
- Giacca HEVIK TRE STRATI NAMIB UOMO
- Guanti HEVIK INVERNALE BERLIN
- Pantaloni HEVIK JEANS STONE UOMO
- Stivaletti Stylmartin DELTA RS
Organizzatore del viaggio
Il bellissimo viaggio è stato organizzato dalla Scuola di Motociclismo GSSS-FMI. Il GSSS oltre ad organizzare dei bellissimi viaggi, come quello appena illustrato, è impegnata nell’organizzare numerosi corsi di guida sia su strada sia in fuoristrada, sempre tenuti dal Team di 21 Istruttori IGSS. I partner della scuola sono Triumph (moto), Dainese (abbigliamento).