Il Premier albanese sintetizza così uno dei motivi per fare del turismo nel Paese delle Aquile. l’incontro è anche l’occasione per conoscere alcune delle mete di questa nazione e i suoi legami con il Bel Paese.
I saloni del Palazzo del Governo sono ampi e arredati nel classico stile caro a Giò Ponti, l’architetto italiano che a Tirana ha realizzato diverse architetture.
Dopo i necessari controlli siamo in una grande sala dove sulle pareti sono affisse due enormi stampe di origini italiane che raffigurano il mare e il territorio albanese. Già questi elementi ci indicano l’importanza della cultura italiana in Albania.
Siamo attraccati, dopo una notte di navigazione, al porto di Durazzo a bordo della nave Michela della compagnia Adria Ferries. Proprio la compagnia anconetana è stata la promotrice di questo incontro e del breve viaggio di scoperta dell’Albania. A bordo c’è anche la persona cui è dedicato il traghetto – Michela Rossi – e la sorella Francesca (cui è dedicata un’altra nave), figlie dell’armatore Alberto Rossi.
Il Primo Ministro Edi Rama parla lentamente, soppesando con molte pause i pensieri. Si esprime in un italiano perfetto, praticamente senza alcuna inflessione e con una proprietà di linguaggio spesso sconosciuta ai nostri politici.
Tra le tante frasi che ci hanno colpito ci sono quelle che fanno riferimento alle nostre origini comuni, alla vicinanza dei due popoli e alla situazione attuale che vede il turismo albanese raffrontabile al nostro tra gli anni 50 e 60. “Se volete rivedere l’Italia dei vostri nonni, dovete venire in Albania” ci dice con orgoglio. “Qui ritroverete la semplicità, l’umanità e i sapori, molto simili a quelli dell’Italia di altri tempi”.
Edi Rama è un personaggio originale e interessante. È chiamato il Premier Artista, perché è un affermato pittore, conosciuto per le sue opere e per l’abbigliamento spesso originale, quando abbina abiti color pastello con scarpe da ginnastica, anche in incontri ufficiali.
In carica dal 2013, sta operando per la modernizzazione del paese, combattendo contemporaneamente la malavita. Sua l’iniziativa di sgombero della cittadella della droga – Lazarat – con distruzione delle piantagioni di marijuana, che fruttavano al cartello albanese diversi miliardi di euro, quasi la metà del valore del prodotto interno lordo del Paese.
Durante gli anni in cui è stato sindaco di Tirana, ha ridato nuova luce alla città, facendo dipingere di effetti colorati molti edifici che fino al periodo del regime conoscevano solo il colore grigio topo. Ha fatto demolire diverse costruzioni abusive e promosso luoghi e attività culturali.
Edi Rama ci dice ancora “L’Albania guarda all’Italia e all’Europa come riferimenti, pur conoscendone gli errori commessi”.
Il processo di inserimento dell’Albania nell’Unione Europea è ancora lungo e complesso. Pesa sicuramente la forte componente islamica di questo Paese, dove per altro convivono diverse culture religiose in ottima armonia.
Edi Rama, ha avuto un’educazione cattolica, come ha voluto sua nonna veneziana ed è un ottimo ambasciatore per l’integrazione. Poi ci sorprende con un’altra affermazione:
“Molti da voi stanno mettendo in dubbio l’unione Europea, perché non hanno più memoria di cosa sia la guerra”. Il Paese delle Aquile ha ancora vivo il ricordo del conflitto balcanico degli anni ’90 dopo la fine del regime, che portò in una situazione di grande incertezza sociale ed economica, sfociata negli enormi flussi emigratori soprattutto verso l’Italia.
Ed ecco che Edi Rama continua con le affermazioni, di grande impatto: “L’Unione Europea è il più grande progetto politico mai pensato da mente umana”. Effettivamente noi che ci viviamo dentro non ne abbiamo percezione. Quello che hanno immaginato i Padri Fondatori dell’Unione Europea è stato un progetto impensabile: mettere assieme popoli, culture ed economie differenti, nel nome di una comune bandiera. Gli effetti sono stati immediati: il più lungo periodo nell’Europa Occidentale senza conflitti dall’inizio della storia a oggi. Certamente aver privilegiato l’economia su altri aspetti è stato forviante, ma da qualche parte bisognava iniziare.
Edi Rama ci congeda per partecipare all’incontro della NATO, di cui l’Albania fa parte, non prima di averci mostrato il suo studio dove l’animo artistico ha il sopravvento su quello istituzionale.
In questo incontro, come nel resto del viaggio, ci siamo resi conto della grande responsabilità che l’Italia ha nei confronti di questa fragile nazione. Noi siamo il riferimento culturale ed economico degli albanesi. È questa per noi una ottima occasione per conservare e diffondere la nostra lingua, che in Albania parlano praticamente tutti, ma anche una opportunità di investimento per la nostra imprenditoria, che in questo Paese può trovare ottime opportunità di investimento, soprattutto nel campo turistico e delle infrastrutture.
Cartoline dall’Albania:
Cibo in Albania
La cucina albanese sarà particolarmente gradita ai turisti italiani. Questa si avvale di prodotti semplici e genuini. Lungo le coste è il pesce a regnare sulle tavole, mentre all’interno prodotti e carni tipiche delle campagne sono cucinati con grande semplicità.
Adria Ferries, una compagnia che ha il suo peso nella crescita dell’Albania
I numeri sono importanti: dal 2004, anno di entrata in servizio delle navi Adria Ferries, sono stati trasportati 4,2 milioni di passeggeri e oltre 910 veicoli al seguito.
La flotta è costituita dalle navi:
Marina (dedicata alla moglie dell’armatore): può trasportare 639 passeggeri e 300 veicoli
Francesca: 296 cabine per un totale di 859 letti.
Michela: 1000 passeggeri e 140 camion