Prosegue il nostro viaggio. La scozia non smette di sorprenderci e prima di arrivare a Edimburgo la natura si mostra in tutta la sua bellezza.
testo Carlo Nannini
foto Ilenia Paoletti
Ci eravamo lasciati al termine della prima parte al nostro arrivo a Durness, una località del nord ovest della Scozia, nota ad amanti della natura e delle escursioni per le meravigliose spiagge rosa, apprezzabili soprattutto con le basse maree, durante le quali si scoprono scogli e faraglioni. Passeggiare in queste occasioni sulla spiaggia è un’esperienza veramente emozionante.
Durness, oltre che essere nota come base di partenza per la visita a Cape Wrath, affascinante tratto di costa a picco sul mare che ospita un celebre faro, ospita le Smoo Cave, una serie di grotte visitabili a piedi tramite un sentiero attrezzato.
A malincuore dobbiamo rinunciare a immergerci nelle escursioni a piedi alla scoperta di tutte queste bellezze naturali che meriterebbero senz’altro tempo e attenzione per rimontare in sella alla volta della caratteristica cittadina di Tongue, separata da Durness da 38 miglia di strada “single trail”, a corsia unica per tutto il tratto che costeggia il Loch Eriboll. Nonostante l’appellativo “loch”, ovvero lago, si tratta di un vero e proprio fiordo. In questa zona così selvaggia e di frontiera è singolare come ancora la mancanza di un ponte costringa a percorrerne tutto il perimetro, ma il percorso che si disegna permette in realtà di godere della bellezza del territorio, verdissimo per l’erica che tappezza il terreno praticamente dappertutto. Qualche pecora che bruca ai lati della strada e qualche raro cottage, delle piccole fattorie di pastori, disegnano il paesaggio costiero.
Al termine di questo periplo presso il paesino di Hope, che per noi rappresenta la speranza di tornare a visitare questi luoghi così affascinanti, prima o poi, la A838 si allontana dalla costa per salire l’altopiano di A’Moine (i nomi gaelici non mancheranno mai di stupirci, e alcuni hanno anche delle chiarissime radici vichinghe, ovvero norvegesi). Dopo il paesaggio costiero tanto movimentato la piattezza di questo tratto risulta un po’ deludente, salvo riservare una piccola ma singolare scoperta. Incuriositi dall’attività di alcune persone ai margini della strada che scavano piccole zolle di terra scurissima ma dalla forma regolare ci fermiamo a chiedere cosa stiano facendo. Una delle attività della zona, ci spiega il gentilissimo signore, è l’estrazione della torba, che si forma superficialmente sul terreno e viene usata una volta asciutta per bruciare nel caminetto o nella stufa.
Il paese di Tongue e il lunghissimo ponte che scavalca il Kile of Tongue, in realtà una baia enorme con acqua bassissima o asciutta segna per noi il ritorno alla civiltà, con la stazione di polizia, una pompa di benzina preziosissima.
Il paesaggio fuori da Tongue cambia nuovamente e lascia spazio ad un bellissimo e divertente percorso montuoso dove ci dondoliamo seguendo il ritmo della strada immersi fra il verde dell’erica e il vivo giallo delle ginestre.
Se siete amanti delle divagazioni off road la Scozia potrebbe essere per voi un autentico paradiso: infiniti tratti di strade bianche scavalcano verdi colline a perdita d’occhio. Peccato che per la maggior parte siano su fondi chiusi di aziende agricole, e a patto di conoscere il proprietario e chiedere il permesso possono rivelarsi un vero spettacolo.
Proseguiamo il nostro viaggio sulla strada costiera A836 in direzione di Thurso immersi in paesaggi mutevoli: foreste, scorci di cascate visitabili con le consuete escursioni a piedi, tratti di strada che scoprono le bellissime spiagge rosa in prossimità delle quali sorgono i vari paesini.
L’arrivo a Thurso, dopo aver lasciato alle nostre spalle le meraviglie del nord ovest, le spiagge di Durness, i paesaggi dalla bellezza naturale incomparabile è a dir poco traumatico. Quella che può essere considerata la normalità di una piccola città con i suoi centri commerciali, i distributori, le chiese, il centro storico, i negozi ha per noi un ché di mostruoso; un brusco, inaspettato e sgradevole atterraggio dal Paese delle Meraviglie.
Soltanto la visita a Dunnet Head, la punta più settentrionale della Scozia che ospita un bellissimo faro che si affaccia sulla altissima scogliera scura a picco sul mare ci rinfranca.
A breve distanza da Dunnet Head raggiungiamo John O’Groats, un porto dal quale partono i traghetti per le isole Orcadi. Questa località segna in realtà anche la fine della Strada turistica nord occidentale che abbiamo percorso quasi interamente ed è usata come meta finale, o come sega mentale di arrivo per quanti intraprendono un percorso che parte dalla Cornovaglia di 1.400 chilometri, spesso a scopo di beneficenza e raccolta fondi. John O’Groats è il giro di boa ideale, considerato erroneamente il punto più a nord della Gran Bretagna, per chi prosegue il viaggio e si immerge nella parte più selvaggia e meravigliosa della Scozia o per chi come noi intraprende il cammino verso sud, ovvero il resto del mondo.
Il resto del mondo comincia con una larga e veloce strada a due corsie sulla quale a fatica manteniamo il limite onnipresente dei cento chilometri all’ora e dalla quale intravediamo il mare, la bellissima costa per raggiungere dopo qualche ora il Dunrobin Castle.
Si tratta di un castello romantico, ottocentesco, costruito con una pietra chiara e morbida che abbiamo visto in numerose costruzioni di pregio del Regno Unito, come a Canterbury o presso la cappella di Rosslyn e che richiede una manutenzione continua. Da visitare, oltre l’interno dove sono vietate le fotografie, gli splendidi giardini che ospitano numerose piante esotiche.
Durante una gita in Scozia non può certo mancare una visita al lago di Lochness, che raggiungiamo superato il bellissimo e moderno abitato di Inverness.
Probabilmente la leggenda del celeberrimo mostro, che soltanto a causa della nostra visita dai tempi abbastanza ristretti non siamo in realtà riusciti a scorgere, è nata proprio sulle rive di questo lago perché ha un aspetto profondamente diverso dagli altri laghi scozzesi che ci avevano abituato a grandi spazi, bassa vegetazione, ariosità, la capacità di trasmettere serenità, pace. Lochness no. È un lago stretto, scuro, immerso nella folta vegetazione e difficilmente visibile dalla strada che lo costeggia in direzione di Drumnadrochit, il paese che più di ogni altro è meta dei turisti a caccia di Nessie.
La gita merita senz’altro lo sforzo anche solo per poter visitare l’Urquart Castle, una stupenda struttura che venne fatta saltare in aria nel 1692 ma che permette una vista eccezionale sul lago, oltre ad essere davvero suggestiva.
Riprendiamo il nostro viaggio sulla A9, la quattro corsie mortalmente noiosa a causa del limiti di 65 miglia orarie, vigilata da numerosi tutor. Un incubo. Consigliabile la deviazione che passa attraverso le montagne e il Cairgorms National Park se, come noi, siete diretti a sud, ovvero Perth e Edimburgo.
Ci consoliamo con un caffè uscendo in prossimità del Ruthven Barracks, un forte in rovina. Se non sapete dove andare, in Scozia, prendete la prima stradina a caso, prima o dopo ci sarà un bellissimo castello ad attendervi.
Il nostro viaggio in moto si concluderà a Edimburgo, ma ci prendiamo il tempo per visitare la Rosslyn Chapel, la chiesetta costruita come una vera cattedrale gotica in miniatura divenuta celebre per essere stata tirata nel mezzo da quel furbastro di Dan Brown nel suo “Codice da Vinci”.
La cappella fu costruita nel 14° secolo per un conte di Orkney e ospita all’interno pregevoli sculture in pietra e legno; nei sotterranei, secondo le numerose leggende accumulatesi nel corso degli anni a causa della singolarità dell’architettura dell’edificio, a vostra scelta il Sacro Graal, la testa di Giovanni Battista o il corpo di Gesù. Il centro visitatori sorto pochi anni dopo la pubblicazione del libro di Brown offre anche guide in italiano, e questa è la cosa che ci ha lasciato più meravigliati.
Non potevamo farci un giro in scozia senza dare almeno un’occhiata a Edimburgo, bellissima, cosmopolita, affascinante e preziosa capitale.
La singolarità di Edimburgo, che ne determina anche l’architettura e quindi la vita diurna e notturna, ma anche la storia, è che nasce su una serie di creste collinari. Le strade principali sono in realtà dei ponti (George IV Bridge, South Bridge), di cui il più grande ha oltre dodici arcate, delle quali solo due o tre e in parte risultano visibili, ospitando cantine, abitazioni, negozi.
Altra caratteristica interessante sono le case storiche a tre o quattro piani, dei veri grattacieli per l’epoca in cui sono stati costruiti, ovvero il 18° e 19° secolo, dall’aspetto severo e un po’ inquietante. Sarà per questo che alcune vengono dipinte con colori vivaci.
Attrazione principale di Edimburgo è senz’altro il Castello, dal camminamento del quale è visibile tutta la Old Town oltre che la baia.
Due statue, quelle di Robert the Bruce e William Wallace (esatto, quelli del film “Braveheart” di Mel Gibson) accolgono i visitatori al Gateway del castello.
All’interno delle mura è ospitato la più antica costruzione in pietra di Edimburgo, una disadorna cappella del 12° secolo dedicata a St Margaret, accanto ad un gigantesco cannone da assedio.
Al centro del complesso si trova una costruzione recente, lo Scottish National War Memorial. Alcuni figuranti in costume narrano ai visitatori storie riguardanti il castello, le battaglie e gli assedi che l’hanno visto protagonista, oltre a dimostrare l’uso di armi d’epoca.
Edimburgo deve molta parte del suo fascino alle storie grottesche e inquietanti che ne hanno fatto la storia, tanto che alcuni percorsi guidati sono infulcrati intorno a case o vicoli stregati, storie di appestati murati vivi nelle abitazioni, mercanti di cadaveri usati per dissezioni scientifiche fuorilegge che non accontentandosi di quelli freschi disseppelliti se ne procuravano uccidendo sprovveduti ubriaconi.
Uno dei monumenti più amati dai turisti, forse perché racconta una storia bella e poetica ma sempre di una tristezza profonda è quello a Greyfriars Bobby, un piccolo terrier che per quasi quindici anni vegliò la tomba del padrone, un poliziotto.
Nonostante città scozzesi come Edimburgo siano sicuramente affascinanti e piene di vita, oltre che di attrattive sociali, motociclisticamente parlando la Scozia ci ha affascinati sicuramente per le meraviglie naturali, gli splendidi paesaggi e le bellissime strade, che vissute a bordo do due ruote a motore assumono un fascino ulteriore, anche se le condizioni atmosferiche spesso non fanno apprezzare appieno la bellezza dei posti che si attraversa.
Ma un viaggio in Scozia è sicuramente anche e soprattutto questo: avventura. Trovare nella pioggia, nel vento, nel piccolo disagio una poesia che amplifica la vostra esperienza, la rende indelebile, anzi la rende vostra.
Non siamo soliti dare consigli agli altri motociclisti, ognuno di noi ha storie, esperienze e aneddoti da raccontare per una vita. Però per una volta un suggerimento vogliamo proprio darlo: perdetevi!
Provate a prendere la prima strada che non avete sul navigatore, senza guardare la cartina, senza averla programmata. A ritrovare la strada giusta sarete comunque in tempo. Ma lasciatevi guidare dal caso, dall’istinto che ognuno di noi ha maturato nella propria vita di viaggiatore. Siamo sicuri che ne verrà fuori qualcosa di unico, stampato a fuoco nel cuore e nell’anima. Un’esperienza che solo questa terra perennemente di confine saprà regalarvi.
Per ogni informazione in merito a Scozia e Regno Unito www.visitbritain.com
Noi abbiamo dormito qui
Isola di Skye, Broadford
Hillcrest, 9 Black Park
Mrs McRae, una anziana signora molto formale ma simpatica vi accoglie nel suo b&b. Occhio a non sbagliare la scottish breakfast con la english, vi potreste meritare una gomitata nelle costole. Ottimo, pulitissimo, eccezionale la colazione, come in tutti i b&b scozzesi.
Isola di Skye, Broadford
Fernlea, 11 Upper Breakish.
La signora Iris Stuart e il marito John vi accolgono come se foste di famiglia. Confortevolissimo e eccezionale la colazione, che consumata al tavolo comune diventerà una preziosa occasione per scambiare due chiacchiere con altri avventori.
Durness
Glengoyle b&b
22 Durine, Durness
Sulla strada principale, confortevole, colazione ottima. Arredato con immagini di border collie e altri cani ovunque.
Golspie
The Golspie Inn, Golspie.
Sulla strada principale, ci battete il naso entrando in paese. Confortevole e ottima cucina; la proprietaria è una signora gentilissima dalla chiacchiera inesauribile, prepara una zuppa al salmone affumicato e patate da 10. Come dite, ci andrete a luglio, figuratevi se mangio la zuppa calda? Prendete una giornata di acqua e vento, poi mi dite se non vi va la zuppa, anche a luglio!
Edimburgo
Motel One Edimburgh Royal, 18-21 Market street
motel di grande catena, elegante e al centro di tutto quello che c’è da vedere a Edimburgo.
Ringraziamo per averci aiutato in questo viaggio Tourism Scotland e in particolare Judith Sleigh, che ci ha condotti per mano in questa avventura meravigliosa.
Silvia Bocciarelli di Visit England per la cortese disponibilità e gentilezza, come al solito.
Andrea Frignani e BMW Italia.
Motorrad Central di Edimburgo per la gentilezza, la disponibilità, la cortesia, la simpatia e le utilissime dritte sul percorso e le cose da vedere. E anche per la crema contro le mosquitos.
Motorrad Central offre un servizio di noleggio moto BMW e assistenza. Un ottimo modo per pianificare il vostro prossimo viaggio in Scozia.
La moto utilizzata per questo viaggio è una splendida BMW R 1200GS equipaggiata con navigatore satellitare, tre borse in plastica e cerchi a raggi.
Abbigliamento utilizzato:
Tute Dainese
Stivali TCX e Dainese
Guanti Dainese
Caschi Caberg e AGV
Interfono Intercom di Cellular Line