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Monti Dauni in moto: viaggiare slow tra borghi e gusto

Il nostro itinerario attraverso la suggestiva area dei Monti Dauni ci porterà alla scoperta di una terra ricca di borghi che della loro storia e della loro cultura hanno fatto un’eccellenza. Un territorio lontano dai circuiti turistici convenzionali che ha saputo trarre da questa peculiarità la propria ricchezza.

Potete accedere all’itinerario tra i Monti Dauni cliccando sull’immagine.

Ci troviamo in provincia di Foggia, vicini al confine con il Molise, la Campania e la Basilicata, in un’area attraversata da due fiumi principali (l’ Ofanto e Fortore) e ricca di fauna e vegetazione selvagge. La cima più alta dell’Appennino Dauno, e di tutta la Puglia, è il Monte Cornacchia (1151m.s.l.m.).

Il nostro viaggio parte da Bari, dove decidiamo di abbandonare, solo momentaneamente, la nostra moto per pedalare tra le strette vie di Bari vecchia.

Bari Vecchia in bici

Ci troviamo nella parte più antica e più “vera” di questa splendida città, e le due ruote si sono rivelate il modo più pratico e rilassante con cui esplorarla. Lo sanno bene i ragazzi della Velo Service che dal 2008 si occupano di turismo a impatto zero dove le biciclette e i risciò sono i protagonisti. Si può noleggiare un mezzo e girare in totale autonomia oppure scegliere tra varie tipologie di tour guidati per scoprire i tanti aspetti di Bari, accompagnati da guide turistiche molto preparate.

Centro storico di Bari

Bari vecchia è un susseguirsi di botteghe storiche dove il fattore umano diventa la chiave di tutto. I sapori tradizionali, l’accoglienza degli artigiani e i profumi invitanti che si riversano nell’aria creano l’atmosfera ideale per un’esperienza unica. Sembra di essere a casa propria, coccolati dalle proprie nonne che preparano manicaretti sufficienti per sfamare un esercito. Tra questi vicoli le piazzette diventano una naturale prosecuzione di casa, uno spazio di aggregazione dove si frigge, si fanno le orecchiette, si stende il bucato e dove al tramonto ci si incontra e si sta insieme.

Bari Vecchia

Alla fine, però, il richiamo del mare è troppo forte e il lungomare di Bari ci attira come il canto di una sirena. Complice il blu intenso del cielo ci regaliamo una pedalata con lo sguardo perso all’orizzonte, con l’immancabile sosta al Molo San Nicola, dove i pescatori sono intenti a sistemare i loro attrezzi di lavoro e dove si vende lo street-food più fresco che il mare abbia da offrire.

Bari

Bari è così. Una città moderna molto viva, un centro storico denso di storia e tradizioni, e il blu dell’Adriatico.

Rimontiamo in sella e lasciamo la città, vogliamo partire alla scoperta di territori più nascosti e godere di un paesaggio adatto a noi motociclisti, abbiamo voglia di strada.

La prima tappa del nostro itinerario è Lucera, a cui giungiamo in un paio d’ore di strada (non autostrada). E’ il centro più importante del territorio dei Monti Dauni che comprende 30 comuni, sorge su un’altura da cui domina il Tavoliere della Puglia. Già prima di giungere in città si possono scorgere sul Colle Albano le mura del Castello Svevo Angioino, del cui impianto originario sono solamente visibili i resti del “palazzo” di Federico II, la torre della Regina (l’unica visitabile) e del Re, e alcuni resti della città antica.

Lucera – Monti Dauni

Dal camminamento intorno al castello si gode di uno splendido panorama sulla campagna circostante, caratterizzato da colori saturi e contrastanti.

Altro monumento storico di particolare importanza è l’anfiteatro, splendida testimonianza di epoca romana. Immerso in un’area circondata da cipressi, ulivi e pini, è capace di riportare il pensiero a epoche lontane.

Nel cuore di Lucera sorge, in piazza Duomo, la Cattedrale dedicata alla patrona della città: Santa Maria.  Venne costruita da Carlo II D’Angiò, dopo la cacciata dei saraceni dalla città.

Lucera – Monti Dauni

La facciata è particolarmente elegante grazie agli elementi in marmo bianco che esaltano i profili degli elementi architettonici: le bifore, la cuspide, la torretta laterale e il rosone. Fu edificata in stile gotico-angioino con la pianta a croce latina e si sviluppa su tre navate; al suo interno si trovano opere di particolare pregio come ad esempio l’altare maggiore, ricavato dalla mensa di Federico II e la statua lignea della Madonna col Bambino, patrona della Città.

Da Lucera con appena 20 minuti di strada raggiungiamo Pietramontecorvino. Annoverato tra i borghi più belli d’Italia conserva ancora molto delle sue origini medievali, qui il tempo è come se si fosse fermato.

Pietramontecorvino – Monti Dauni

Il Palazzo Ducale di Pietramontecorvino (sede dell’Istituto di formazione professionale e dell’Accademia di Cucina Internazionale) è anche la sede del primo ristorante didattico della Provincia di Foggia. Una realtà che si pone come obiettivi l’istruzione e la formazione nel settore Alberghiero e della Ristorazione e che consente agli allievi di avere un rapporto diretto con il cliente in un contesto che riproduce fedelmente la realtà professionale in cui si andranno ad inserire professionalmente.

Pietramontecorvino, Palazzo Ducale

Fondamentale importanza assume la formazione tramite l’utilizzo di materie prime locali e prodotti stagionali originari del Subappennino Dauno che contribuiscono a preservare la ricchezza di questo territorio.

Il ristorante didattico “Castel di Pietra” è aperto solo su prenotazione per gruppi minimo di 30 persone ed è possibile vivere un’esperienza a 360° attraverso visite guidate al borgo, serate a tema medievale con rievocazioni e intrattenimento musicale.

Pietramontecorvino – Serate Medievali

Durante la visita guidata al Palazzo Ducale, non perdete l’occasione di salire sulla Torre Normanna da cui potrete ammirare il borgo in tutto il suo splendore. Una spettacolare vista dall’alto sui piccoli vicoli e sui tetti delle case con scorci fantastici.

Vista dalla Torre Normanna di Pietramontecorvino

Dopo la serata al ristorante didattico di Pietramontecorvino abbiamo perfettamente capito che sui Monti Dauni si viaggia slow, anche in moto. Bisogna lasciarsi trasportare dalle emozioni e abbandonare a casa i ritmi frenetici e la voglia di programmare tutto nei dettagli.

Mentre si assecondano le curve, lo sguardo si perde tra i dolci pendii che in autunno assumono colorazioni suggestive. In un’atmosfera quasi surreale a causa di un meteo ostile, lasciamo Pietramontecorvino per salire lungo la strada che ci condurrà verso Celenza Valfortore e da subito le pale eoliche si stagliano alte lungo la nostra strada: siamo minuscoli a confronto ma percorrendo gli spazi sconfinati ci sentiamo un po’ invincibili.

Monti Dauni – pale eoliche

Siamo soli sulla strada nonostante sia sabato, e le temperature sono ancora ampiamente accettabili: la giornata ideale per andare alla scoperta di realtà e luoghi lontani dal turismo di massa.

Ci fermiamo sul belvedere di Celenza Valfortore, per ammirare dall’alto il lago di Occhito. E’ inserito tra i colli e le campagne lungo il confine che separa la Puglia dal vicino Molise; si tratta di un lago artificiale ottenuto dallo sbarramento del fiume Fortore. Osservando il panorama individuiamo parecchie strade bianche che portano allo specchio d’acqua, ottimo spunto per un prossimo tour.

Celenza Valfortore – Monti Dauni

Si può scendere verso il lago tramite stradine strette, asfaltate o sterrate; a questo link  è disponibile una guida al lago in formato pdf dove è possibile individuare le diverse tipologie di strade che circondano lo specchio d’acqua.

Lago di Occhito – Celenza Valfortore – Monti Dauni

Riprendiamo la marcia per proseguire verso Volturara Appula, un borgo di evidente origine medievale che conta ad oggi circa 400 abitanti ma che, prima che la costruzione della strada statale 17 decretasse la deviazione del traffico veicolare, era un importante centro, con numerosi servizi e sede di uffici amministrativi. Ci concediamo quindi una breve passeggiata tra i vicoli del borgo fino a raggiungere la Cattedrale di Santa Maria Assunta, edificata nel XIII secolo in stile romanico pugliese.

Volturara Appula
Volturara Appula

Pausa caffè e poi si torna in sella. Direzione Roseto Valfortore.

La strade che stiamo percorrendo sono inserite in una natura affascinante, fatta di silenzio e del lento ruotare delle pale eoliche. Purtroppo il fondo stradale non è in condizioni ottimali e a volte l’asfalto lascia il posto a tratti di strada bianca in cui occorre fare attenzione. Ma il bello è anche questo: ridurre la velocità lasciarsi ammaliare dal paesaggio insolito.

In caso vogliate programmare un tour in moto in questi splendidi scenari provate a contattare gli amici della pagina Facebook “Stoner” SaF. American Motorcycles Passion per consigliarvi sui percorsi più particolari, che spesso non si trovano sulle guide stradali.

Monti Dauni in moto

Roseto Valfortore è inserito tra i borghi più belli d’Italia e il suo centro storico di impianto medievale vale sicuramente una visita. Noi scegliamo di visitare i mulini vecchi mulini ad acqua, ristrutturati utilizzati a scopo didattico o come strutture ricettive, che funzionavano sfruttando l’acqua delle sorgenti presenti in zona, che poi confluiva nel fiume sottostante.

Roseto Valfortore – Mulini ad Acqua

Scegliamo di pranzare in un tipico ristorante situato nel cuore del borgo, la Locanda di Tullio e Amalia, dove troviamo una atmosfera famigliare e degli ottimi piatti locali. Da provare i piatti a base di tartufo, la loro specialità. Di fronte al locale poi c’è un belvedere su un panorama splendido.

Lasciamo Roseto e continuiamo alla volta del Lago Pescara. Un posto magico, un’atmosfera incantata. Nelle acque del lago naturale più grande della Puglia, si specchia il Monte Cornacchia e tutto intorno la pace.

Lago Pescara – Monti Dauni

L’area naturale del Lago Pescara comprende una serie di percorsi; è possibile passeggiare e raccogliere erbe spontanee lungo i diversi sentieri natura, rilassarsi nell’area pic nic o mettersi alla prova nel Parco Avventura con i vari percorsi sulle funi fra gli alberi.

Da qui, passando da Biccari, raggiungiamo Celle di San Vito, che con i suoi circa 160 abitanti è il paese meno popolato di tutta la Puglia. Questa piccola realtà è caratterizza (insieme al comune di Faeto) per l’uso della lingua francoprovenzale. Celle rappresenta un importante crocevia per i pellegrini che percorrono la Via Francigena.

Celle San Vito – Monti Dauni

La tappa successiva del nostro itinerario è la città di Troia, Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano, dove visitiamo la Cattedrale, fu edificata nel 1106 sui resti di un edificio bizantino ed è sicuramente uno dei capolavori del romanico pugliese.

Ci fermiamo ad ammirare la facciata della chiesa seduti sui sedili della piazzetta di fronte e rimaniamo affascinati, un bellissimo esempio di architettura federiciana, quello che cattura maggiormente la nostra attenzione è lo splendido rosone a 11 raggi  che racchiude un simbolismo particolare. Un fitto intreccio che sembra quasi un ricamo, gli 11 spicchi sono uno diverso dall’altro e che simboleggiano gli apostoli, eccetto Giuda.

Magnifici i portali bronzei della facciata e delle due fiancate, la pianta è a croce latina. L’interno è imponente, tre navate separate tra loro da tredici colonne in marmo (12 colonne rappresentano i 12 apostoli e la 13° colonna, angolare, rappresenta il Cristo).

Cattedrale di Troia FG
Cattedrale di Troia FG

 

A Troia vi consigliamo una sosta mangereccia all’Osteria Fra Due Terre, dove la famiglia Tricarico vi accoglierà servendovi le bontà tipiche dei Monti Dauni, piatti dalle origini contadine preparati con ingredienti di stagione, verdure selvatiche, ottimi formaggi e carni locali.

La sala è un ex deposito di attrezzi agricoli originali dell’epoca, in questo contesto potrete degustare dell’ottimo vino  come quello della Cantina Elda ; come dessert provate il “dolce dei morti”, preparato con grani d melograno misti a noci, mandorle, scaglie di cioccolato fondente, il tutto ammorbidito da mosto cotto. Davvero particolare.

Prima di rimettervi in sella vi consigliamo di passare dalla Pasticceria Casoli per provare la passionata, il dolce tipico di Troia, realizzata con ricotta di bufala, mucca e pecora, marzapane econ una copertura di pasta di mandorle pugliesi. Una vera goduria. Tornare dalla Puglia senza qualche chilo in più è impossibile, tanto vale arrendersi.

 

Da Troia percorriamo la strada provinciale 123 per una decina di chilometri fino a raggiungere Orsara di Puglia, un borgo situato a circa 600 m s.l.m., ai piedi di Monte San Marco. Premiato con la  Bandiera Arancione del TCI, questo borgo racchiude perle architettoniche e realtà produttive tutte da scoprire, e i boschi che si estendono sulle alture circostanti si prestano a delle piacevoli escursioni immersi nella natura.

Gli stretti vicoli e le piazzette incastonate tra di essi ci conducono fino alla Cantina Il Tuccanese dove ci accoglie, l’architetto Leonardo Guidacci, a cui va il merito del recupero del vitigno autoctono che porta il nome della sua Cantina.

Orsara di Puglia – Cantina Vinicola Il Tuccanese

Quello che era lo studio dell’architetto Guidacci è ora un luogo dove si viene accolti per degustare i due rossi Magliano e Sannoro.  La cantina è scavata nel tufo a 6 m di profondità per l’affinamento in barriques e l’invecchiamento in bottiglia. Mentre si ascolta la storia di questa azienda che ha saputo fondere l’eccellenza della vinificazione, con l’arte che si esprime nelle etichette delle bottiglie appositamente realizzate ad acquarello, si è circondati da un’atmosfera fatta di passioni e amore per il territorio.

La Puglia è questo. Tante piccole realtà produttive strettamente legate alla terra e alla cultura dei luoghi dove sorgono, e dove l’accoglienza e la voglia di raccontare le proprie tradizioni sono vive nelle persone che si incontrano in strada e nelle botteghe.

Orsara di Puglia “Pane e Salute”

E’ con questo spirito che veniamo accolti nel forno “Pane e Salute”:  facciamo subito conoscenza con il padrone di casa: Angelo Di Biccari. A lui il compito di raccontarci di questo forno che è in funzione dal 1526 e che in origine appartenne all’Ordine dei Cavalieri spagnoli di Calatrava. Qui si producono bontà d’ogni genere: pane, taralli, biscotti e pizza. Ma non solo, annessa al forno c’è una tipica osteria in cui si servono favolosi piatti tipici in una location autentica.

Fantastico il Pancotto alle erbe di campo e patate servito all’interno di scrigni di pane cotti nel forno: una pietanza della tradizione povera che abbiamo assaporato in diverse versioni durante questo viaggio.

Tante le pizze che abbiamo potuto gustare, con verdura di stagione, formaggi tipici e salumi locali.

Proprio tra queste mura immersi nell’odore del pane, abbiamo potuto assistere ad una vera e propria lezione per riconoscere le erbe selvatiche presenti nel territorio dei Monti Dauni a cura dello Chef Francesco Morra della scuola di Cucina “Castel di Pietra”  di Pietramontecorvino.

Lezione sulle erbe selvatiche – Chef Francesco Morra

Una ventina di chilometri ci separano da Bovino, un centro fatto di stradine acciottolate e palazzi finemente ristrutturati. La città dei portali: sono circa 800 quelli che decorano le abitazioni, spesso sormontati da stemmi. Bellissimo passeggiare per Bovino e trovarne così tanti concentrati nel piccolo centro storico. 

Bovino FG – Monti Dauni

Addentrandoci tra i vicoli e le case ci troviamo all’ingresso del castello. Il castello di Bovino, che venne adattato a casa Ducale nel corso degli anni, è situato nella parte più alta del paese e offre un raro esempio di tracce storiche perfettamente conservate; è il simbolo di questa città che si sviluppa intorno allo sperone roccioso sul quale esso sorge.

Castello di Bovino

La strada di pietre tonde che conduce al castello porta il pensiero a quando la stessa strada era impiegata dai carri e da subito lo sguardo si posa prima sulla facciata del castello caratterizzata da elementi architettonici come bifore e merletti e poi sull’enorme torre a sinistra.

Si accede tramite un portone che non nasconde i segni del tempo, e si accede così alla struttura interna e ad un bellissimo cortile interno sovrastato da una torre. All’interno del castello si trova l’accesso al museo diocesano allestito nella parte sud est seicentesca e alle varie stanze. Percorrendo poi la strada opposta si passa tra archi e passaggi fino poi a raggiungere la piazza della cattedrale, da qui è possibile visitare l’intero borgo storico. E’ anche possibile soggiornare presso la Residenza Ducale.

Noi scegliamo di dormire presso Le Pietre del Borgo, nel Palazzo San Procopio. E’ un albergo diffuso, una tipologia di ospitalità che non impatta sull’ambiente, ci sembra la soluzione ideale per godere di tutte le sfaccettature di questo borgo. La struttura è finemente ristrutturata nel rispetto della struttura originaria, è accogliente e dispone di un bel centro benessere.

L’Italia è la patria dei piccoli borghi storici, il luogo ideale per creare accoglienza turistica senza il bisogno di edificare nuove strutture, spesso molto impattanti sul paesaggio, ma rivalutando i centri storici. Ecco che così le abitazioni inutilizzate vengono ristrutturare e convertite in stanze e appartamenti ad uso turistico, con un forte slancio per l’economia locale. Il vantaggio per il turista e quello di poter vivere appieno immersi nella realtà del territorio.

Svegliarsi e, al posto della doccia del vicino di stanza, sentire la signora della casa accanto che stende il bucato o i bambini che si preparano per la scuola; perché viaggiare non è solo visitare musei e attrazioni turistiche, ma entrare in contatto col territorio e con la gente che lo abita, osservare le usanze, essere attratti dagli odori che provengono dalle cucine all’ora di pranzo o prendere un caffè al bar centrale.

In piazza Duomo troviamo la Cattedrale di Santa Maria Assunta, un importante esempio di stile Romanico Pugliese. Questa chiesa esisteva già da prima dell’anno Mille e probabilmente già dall’epoca paleocristiana.

All’esterno i principali elementi che catturano l’attenzione si trovano nella facciata: la tipica forma “ a capanna” e il rosone, l’interno è a tre navate e pregevole il coro ligneo.

Cattedrale di Santa Maria Assunta – Bovino FG

Se volete visitare Bovino con una guida potete rivolgervi alla cooperativa Sipario, che vi potrà supportare anche per la scelta della struttura ricettiva più adatta a voi e vi accompagnerà con le sue guide, molto professionali e coinvolgenti, attraverso questo bellissimo borgo, inserito tra i più belli d’Italia e anche Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.

Proseguiamo il nostro viaggio lungo la strada provinciale 139 e in un’ora scarsa siamo a Sant’Agata di Puglia, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Lasciamo la moto e, nonostante gli stivali tecnici, iniziamo a salire per guadagnarci la vista dal castello.

Sant’Agata di Puglia FG

Il centro storico è molto ben tenuto e lungo la strada ci fermiamo a curiosare tra le botteghe alimentari e a fotografare gli scorci graziosi che si si presentano. E anche per prendere fiato.

La fatica per la salita viene però ampiamente ricompensata dalla vista sulla splendida vallata che ammiriamo estasiati dal castello.

Sant’Agata di Puglia FG

Il Castello Imperiale di Sant’Agata di Puglia sorge a circa 800 metri di altezza in posizione dominante sull’abitato e sulla valle sottostante, il panorama abbraccia il Tavoliere, i Monti Dauni e, con condizioni meteo favorevoli, si può vedere il mare.

Entrando si viene accolti dal grande cortile e dall’imponente struttura sapientemente restaurata. Gli ambienti al piano terra sono stati ristrutturati: le stalle, la cantina ed alcune stanze della servitù. Al piano superiore sono visitabili solo poche stanze. Ma il punto di forza del castello è la vista mozzafiato che si può godere dalle terrazze: imperdibile. I tetti delle case del centro di Sant’ Agata,  le sue chiese e i campanili rendono magico lo scenario.

La discesa al paese attraverso i vicoli, ci regala la sorpresa di imbatterci in un antico frantoio, ancora con le attrezzature originali e con i ferri del mestiere in perfetto stato di conservazione.

Si conclude qui a Sant’Agata di Puglia il nostro viaggio in questa porzione di Puglia, dove abbiamo trovato un immenso patrimonio ambientale che fa da sfondo ad una imponente presenza di impianti per la produzione dell’energia eolica, piccoli borghi ricchi di storia e una enogastronomia eccellente.

Come ricordato dall’Assessore regionale all’Industria Turistica e Culturale, Loredana Capone, l’obiettivo è valorizzare le eccellenze di carattere culturale, religioso, paesaggistico ed enogastronomico dell’area dei Monti Dauni.

“Una delle attività importanti è il racconto della Puglia, delle bellezze della natura, del paesaggio, della cultura, della storia che anima il nostro territorio. I monti Dauni rappresentano un angolo dell’entroterra di Puglia molto particolare che vogliamo far conoscere attraverso un racconto d’autore: le parole di giornalisti e opinion leader che hanno avuto una esperienza diretta”.

Noi torniamo a casa con la sensazione di avere ancora molto da scoprire di questo territorio, ma nel cuore rimane il ricordo della splendida accoglienza ricevuta durante la nostra permanenza.  Si è spesso portati a pensare di dover andare lontano per conoscere posti insoliti; i Monti Dauni sono  la dimostrazione che ciò che è intorno a noi  è già straordinario e non aspetta altro che mostrarsi in tutta la sua bellezza.

Si ringrazia Puglia Promozione per l’organizzazione e la calorosa accoglienza.

 

 

COME ARRIVARE

Se state progettando un viaggio in Puglia che vada al di fuori del classico soggiorno estivo in una delle tante strutture sulla sua splendida costa, vi consigliamo di scegliere la formula Fly&Drive. L’aeroporto di Bari è molto ben servito da compagnie low cost e, una volta giunti a destinazione potrete scegliere di noleggiare una moto sul posto e partire in completa autonomia alla scoperta di questa splendida regione.

Possiamo suggerirvi a tal proposito l’azienda Stev Rent che offre una vasta gamma di modelli di moto in modo che ognuno possa trovare la sua. Potrete trovare inoltre i servizi di assistenza meccanica, transfer, deposito bagagli e anche accessori e abbigliamento.

In tal modo sarete liberi da ogni preoccupazione e non vi rimarrà che godere dei diversi paesaggi, dalla pianura alla costa, dai rilievi appenninici al mare, dai parchi naturali ai piccoli borghi.

Testo e foto di Nadia Giammarco.

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