Riprendiamo il nostro itinerario in Ciociaria, percorrendo un tratto del Cammino Benedettino, un percorso che attraversa le regioni dell’Umbria, Lazio e Molise, lungo il quale S. Benedetto fondò la sua prima comunità di monasteri indipendenti, fino alla sacra Abbazia di Montecassino.
Il sole è ancora alto, ed il percorso che vi suggerisco si snoda parallelo all’autostrada A1, sulla SS6 Casilina, permettendovi di godere delle ricchezze paesaggistiche e culturali del frusinate, nell’estremità meridionale della regione Lazio, raggiungendo la vostra meta senza fretta.
Zona di notevole pregio naturalistico, siamo infatti nel pieno dell’Appennino centrale, un territorio ricco di grotte carsiche e doline che richiama le vicende belliche, tanto che percorrendo le strade e i sentieri, si ha l’impressione di rivivere la storia.
Questo luogo così tranquillo nasconde in seno la valenza di un punto strategico-bellico considerevole tanto che fu teatro di numerosi conflitti e distruzioni. Per i nostalgici è interessante sapere che il 15 febbraio ricorre il 74°anniversario dei tragici eventi dell’inverno del 1944, quando migliaia di bombe alleate furono sganciate sulla tranquilla Abbazia in cima alla collina di Montecassino, riducendo completamente in macerie il luogo sacro.
Montecassino si trovava in una posizione strategica per poter attraversare le difensive tedesche e prendere Roma, ma all’intelligence alleata non era chiaro chi occupasse l’abbazia. Il 15 febbraio 1944 portarono comunque a termine il loro inutile quanto oltraggiosdo bombardamento uccidendo centinaia di civili italiani che si erano rifugiati al monastero dopo la distruzione della vicina città di Cassino. Non furono mai trovati soldati tedeschi tra i caduti, ma subito dopo i militari utilizzarono proprio le rovine come avamposto cercando di impedire al nemico la risalita verso Roma.
Il monastero fu liberato il 18 Maggio aprendo agli Alleati la strada verso la capitale.
Salendo verso il Monastero, si incontrano due cimiteri di guerra, rispettivamente inglese e polacco.
Nel cimitero polacco giacciono i soldati che morirono combattendo nella battaglia di riconquista di Montecassino nel maggio del 1944. Un monumento con iscrizione in polacco recita: “Per la nostra e la vostra libertà noi soldati polacchi abbiamo donato le nostre anime a Dio. I nostri corpi al suolo italiano e i nostri cuori alla Polonia”.
Arrivati in cima alla collina a 520 metri, si entra nella Zona Sacra con il Monastero. Subito si viene rapiti dall’imponenza della struttura, una fedele ricostruzione del XVII e XVIII secolo, che ingloba alcuni elementi sopravvissuti al bombardamento.
Le sue origini risalgono al 529 quando San Benedetto insieme ai suoi discepoli decisero di edificare un monastero su questa montagna. Il piccolo complesso divenne il fulcro dell’ordine benedettino, con il suo fondatore impegnato nell’assistenza ai bisognosi e dove scrisse la storica “Regola”, che ai voti di povertà, castità e obbedienza, aggiungeva l’obbligo del lavoro.
Il motto “Ora et Labora” è da allora alla base del monachesimo benedettino.
San Benedetto si spense intorno al 547, pochi giorni dopo la morte della sorella gemella Santa Scolastica. Le due reliquie sono conservate nella cripta sottostante l’altare maggiore.
Ai lati delle Chiesa troviamo in successione tre grandi chiostri, ai lati della scalinata di accesso a quello centrale, detto del Bramante, ci sono le due statue marmoree settecentesche di San Benedetto e Santa Scolastica e l’elegante Loggia del Paradiso dalla quale è possibile godere di un panorama meraviglioso. Un colpo d’occhio che spazia dalla Valle del Liri, con il Monte Meta sulla catena delle Mainarde e i Monti del Matese, alla catena dei Monti Aurunci con il Parco di Roccamonfina.
Ed è al tramonto che si gode di un’atmosfera veramente suggestiva quando i colori caldi ridipingono la struttura marmorea.
Oltre alla Basilica e ai chiostri, imperdibile è la visita al Museo, un percorso che ricostruisce la storia dell’Abbazia che dal medioevo è conosciuta come “Faro della Civiltà Occidentale“, e che conserva il tesoro, meravigliosi manoscritti, libri antichi, e quadri di inestimabile valore come la Natività di Botticelli.
In questo immenso archivio del sapere trova spazio anche una delle più grandi biblioteche storiche italiane dov’è conservata la celebre Magna Charta cassinese del X secolo, una delle prime testimonianze scritte in volgare italiano.
Con la giornata che volge al termine, abbandoniamo questo luogo ricco di fascino.
Per rientrare, scesi alla base della montagna percorrendo un tratto di circa 8 km di tornanti, è possibile da Cassino, prendere l’Autostrada A1 .
Per prenotare una visita guidata all’Abbazia consultare il sito www.abbaziamontecassino.org
La prova della moto del nostro viaggio: http://www.moto-ontheroad.it/moto/prove-moto/ducati-multistrada-950/