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Inghilterra in moto: a sud di Londra – Terza parte

Testo e foto Carlo Nannini (Kiddo)

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Non senza una punta di rimpianto lasciamo Brighton e torniamo verso l’interno, alla scoperta di una piccola località, Lewis, che ogni anno ospita una celebrazione in cui viene bruciato un fantoccio con le sembianze di Guy Fakes, il capo degli attentatori legati al mondo cattolico, presenza religiosa che proprio in questa parte dell’isola è abbastanza significativa, che tentarono di far saltare la Torre di Londra e al cui nome si deve il “guy” inglese per “ragazzo”.

Inghilterra in moto: a sud di Londra – Terza parte. Un giardino all’inglese a Lewis

Noi abbiamo potuto vedere solo le rovine del Castello dall’esterno.

Inghilterra in moto: a sud di Londra – Terza parte. La porta del Castello di Lewis

Inghilterra in moto: Arundel, piccolo e antico paesino

Proseguendo verso l’interno, sempre nel West Sussex, si giunge al borgo di Arundel. Costruito intorno al Castello omonimo a alla campagna circostante, è un piacevole piccolo antico paesino che ospita la maestosa Cattedrale, avvolta dalle abitazioni.

Arunde, l’edificio della posta

Il Castello appartiene alla famiglia Norfolk, che ne abitano ancora una parte molto importante e permette la visita delle parti medievali come la solenne torre principale e le sale delle guardie. La modalità di costruzione è simile agli edifici storici più importanti, ovvero con sassi marmorei scuri e non molto grandi murati a calce a costituire la struttura portante e le parti di rifinitura costruiti con una pietra gialla molto tenera che permette architetture gotiche ardite e di forte impatto, molto ben lavorate e belle, ma sicuramente anche di rapido deterioramento.

Inghilterra in moto: a sud di Londra – Terza parte. Il Castello di Arundel

Gli interni del castello non possono essere fotografati ma suscitano nel visitatore una meraviglia assoluta: le sale riccamente arredate con sculture, dipinti, marmi e ogni tipo di ricchissima finitura sono quanto di più bello possa testimoniare la storia di una antichissima famiglia nobile inglese cattolica. All’esterno si possono visitare gli stupendi giardini dai quali si vede la Cattedrale, degni dei racconti di Carrol, con piante di ogni tipo e provenienza e la Cappella, che ospita le monumentali tombe dei conti di Arundel.

Inghilterra in moto. Cripta del castello di Arundel, tomba di un Conte del ‘400

Proprio questo castello permette senza dubbio di ricordare come mai questa parte dell’Inghilterra venga definita “il giardino del Regno Unito”.

Inghilterra in moto. Giardino del Castello di Arundel

Inghilterra in moto: la Grande Londra

Sinceramente, non avevamo interesse in qualità di motociclisti a visitare una metropoli, e Londra non fa eccezione. Esigenze di reportage ci hanno condotto quasi per caso durante una serata a entrare nella Great London, quasi attratti dalla sua forza di gravità. Non è certo la mèta ideale per un viaggio con il mezzo proprio, vuoi per il traffico devastante anche per il metro di giudizio italiano, vuoi perché ci vorrebbe molto tempo per poter apprezzare anche solo una piccola parte dei monumenti e delle attrattive che offre.

Harrod’s

Certo, una foto davanti a Harrod’s e al Big Ben, sfocata e di notte, non ce la siamo fatta mancare. Sburonata inutile quanto stressante.

Inghilterra in moto. Big Ben on the night

Sebbene arrivare in Inghilterra in moto sia sempre stato un po’ difficoltoso, vuoi per il traghetto, vuoi per lo spauracchio della guida a sinistra, e a chi scrive è capitato personalmente di arrivare fin quasi a Caen per poi non riuscire a decidersi per fare la traversata, possiamo senz’altro dire che almeno la parte meridionale dell’Inghilterra non solo merita il viaggio, ma rappresenta secondo noi una delle mète fondamentali per chi pratica del mototurismo, sia per i bellissimi ed indimenticabili posti che si possono visitare, sia per la storia, la cultura e la meraviglia del sentirsi immersi, alla guida della propria moto, nel centro vitale del Paese che ha dominato cultura, politica e movimenti umani negli ultimi cinquecento anni, e che come nessun altro riesce ancora a fondere conservazione del passato e modernità in perfetta armonia.


English breakfast. Sebbene in ogni albergo venga sempre offerta la colazione “base” con pane tostato e marmellate, è incluso nel prezzo della camera la colazione all’inglese. Nei grandi alberghi, come quello di Londra, ci hanno offerto il tipico buffet “continentale”, e fino ad allora eravamo riusciti a contenerci, poi è partita la colazione che effettivamente non ti fa scendere dalla moto, almeno per mangiare, fino alle cinque del pomeriggio a base di bacon soprattutto, uova strapazzate o fritte, salsiccia, spesso fagioli. Una bomba proteica e di colesterolo. Ma si sa, siamo in vacanza…

Inghilterra in moto: a sud di Londra – Terza parte. English breakfast

Informazioni essenziali.

La più importante, la CORRENTE. Se dovete realizzare un reportage come il nostro, avete con voi due cellulari, due macchine fotografiche (una reflex e una compatta), due telecamere (una tradizionale compatta e una tipo Go-Pro), un booster per una carica di emergenza (noi lo avevamo marchiato BMW). Cinque apparecchi che vanno ricaricati tutte le sere, motivo per cui appena si arriva in camera di albergo scatta la ricerca delle prese di corrente. Accorgersi troppo tardi che hanno delle prese diverse dalle italiane genera il panico. A noi ci ha salvato un trasformatore regalatoci da Ducati durante una prova della Hyperstrada.

ORARIO: hanno un’ora di fuso orario in avanti, essenziale se dovete programmare orari dei voli, treni ecc..

MONETA: Sterlina, sulla costa accettano gli euro, vale al cambio circa 1 euro e venti.

GUIDA A SINISTRA: invitiamo caldamente a leggere il corsivo apposito.

METEO: in Inghilterra, piove! Abbiamo preso l’acqua solo due mezze giornate e ci hanno detto che siamo stati molto fortunati. Portatevi tute antiacqua da indossare alla svelta e da tenere addosso anche a giornata. Comunque il vostro viaggio sarà uno spettacolo, come lo è stato il nostro!


La moto del viaggio. Per il nostro viaggio ci è stata affidata una stupenda R1200Gs color Puffo. Ha attirato sguardi ammirati soprattutto nel parcheggio dell’Ace Café, che abbiamo visitato per il reportage su Quadrophenia. Una compagna di avventura piacevolissima, comodissima e stabile, con un irrinunciabile navigatore satellitare, indispensabile per orientarsi nel caotico traffico inglese. Le borse di plastica non ci hanno entusiasmato per capienza.


Noi abbiamo dormito qui.

Guildford: Asperion Hotel 73 Farnham Road Guildford Surrey Piccolo albergo molto carino a conduzione semifamiliare. A due minuti dalla stazione del treno e a dieci dal centro. Parcheggio all’aperto in corte. Molto carino.

Canterbury: Adobe Hotel High Street Bellissimo e signorile, nel pieno centro della zona pedonale di Canterbury e a cinque minuti dalla cattedrale, accessibile in moto (di solito sono molto tolleranti tutti verso i motociclisti); parcheggio gratuito coperto e custodito.

Brighton: Kings Hotel 139 Kings Road Sul lungomare di Brighton a dieci minuti dal centro e davanti al West Pier. Parcheggio all’aperto per la moto. Un punto di partenza privilegiato al centro del mondo.

Londra: Ibis Hotel 47 Lillie Road Earl’s Court London SW6 A dieci minuti a piedi dalla metro in un quartiere appena fuori dal centro, albergo tipico di una grande catena quindi ottimo. Simpaticissimi e disponibili i ragazzi della reception. Raccomandato da www.bike-stay.net. Parcheggio a pagamento carissimo oppure vi fate amico quello della sicurezza (un ragazzone che sembra un armadio a due ante) e vi fa mettere la moto davanti alla sua postazione. Non la tocca nessuno di sicuro.

In tutti gli alberghi sono sempre stati tutti gentilissimi e pazienti per il nostro inglese…tentennante. Io mi ero inventato la bischerata che di solito faccio reportage in Paesi di lingua francese, cosa che mi aiuterebbe sinceramente ma non vera. Di solito se mi parlano come ad un bambino di sei anni me la cavo. Ovvero dandomi una caramella. Hahahah…


Ringraziamo.

Visit England per il supporto fornitoci e in particolare Silvia Bocciarelli

Per il nostro viaggio abbiamo utilizzato caschi modulari Caberg, ormai dei compagni di avventura meravigliosi; jeans con protezioni modello Bluster di OJ Atmosfere Metropolitane, comodissimi da indossare per le lunghe giornate di lavoro sia in sella che a passeggio per realizzare foto e riprese: davvero un ottimo prodotto; Stivali Forma modelli Cape Horn e Simo: abbiamo messo alla prova la tenuta all’acqua, in Inghilterra non poteva essere altrimenti, li abbiamo portati ovviamente dalla mattina presto alla sera tardi e si sono dimostrati comodissimi e confortevoli, anche per le lunghe camminate sulle scogliere, oltre, diciamolo, a essere molto stilosi, cosa che non dispiace mai affatto.

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