Asuggerirci il “piccolo” spunto per moto-passeggiare nella provincia di Lucca è il primato da Guinness registrato nel 1997 dal “più piccolo teatro storico pubblico del mondo”: il Teatrino di Vetriano. Malgrado le misure ridotte (…pensate, soli 70 metri quadrati!), sono presenti al gran completo tutti gli elementi del teatro all’italiana: dal palcoscenico, alla platea, ai palchi, con una pianta trapezoidale e un doppio ordine di balconate.
Le singole sedie di legno in platea sono un vero e proprio balzo nel passato, come ci racconta un paesano ricordando quando ognuno si portava da casa la “sua” per assistere allo spettacolo.
A guardarlo adesso, completamente rimesso a lucido grazie alla Delegazione FAI di Lucca, è proprio il caso di dire: a volte ritornano! Facciamo per un attimo retromarcia fino al lontano 1890, per una dovuta parentesi storica, quando… C’era una volta un vecchio fienile, che per volere di Virgilio Biagioni si trasformò da bozzolo a farfalla e spiccò il volo, destinato – a sua insaputa – a diventare il più piccolo teatro storico pubblico del Mondo.
Rispettando le volontà testamentarie del padre, l’ingegner Biagioni dette vita alla Società Paesana di Vetriano, nata per costruire e gestire il nuovo teatro di paese. Il sipario si alzò per la prima volta nel 1891 con opere in prosa e commedie musicali, recitate dagli stessi abitanti del paese.
Col passare del tempo le attività filodrammatica e filarmonica presero sempre più campo e il piccolo centro divenne un punto di riferimento per tutta la zona. Ma, dalle stelle al – ritorno – alle stalle: con la crisi dell’attività filodrammatica (1960) coincise anche il declino del teatrino, fino alla cessata attività (1983) a causa di gravi danni strutturali che lo rendevano insicuro.
Per 14 lunghi anni il teatrino ha vissuto nell’ombra della decadenza, fino alla sua donazione da parte degli eredi Biagini al FAI. Finalmente arrivò l’anno della rinascita, con un importante piano di recupero iniziato nel 1998 e terminato nel 2003 con la riapertura tanto attesa.Un calendario di primordine, in collaborazione con l’Accademia del Teatro della Scala, corona l’impegno della Delegazione FAI di Lucca, che ha creduto fino in fondo nel suo valore.
Il Teatrino si trova nella frazione di Vetriano, vicino Pescaglia, in provincia di Lucca, e per visitarlo non occorre aspettare il successivo spettacolo: con un colpo di telefono al suo custode l’appuntamento è presto fissato. Il contributo per ammirare questo piccolo gioiello è di 4 euro per gli adulti e 2 euro per i bambini (4-12 anni). L’ingresso gratuito è riservato soltanto ai residenti di Pescaglia, ai disabili (presentando la tessera ANMIC – Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili), agli aderenti al FAI e ai Soci National Trust (sempre aperto, tranne il lunedì).
Chiusa la parentesi introduttiva, adesso lasciamo parlare i chilometri in direzione della città di Lucca, star-point del nostro fuoriporta, nonchè una delle principali città d’arte d’Italia. Una cinta muraria rinascimentale (XV-XVII sec.) perfettamente conservata e lunga circa 4km protegge il centro storico-monumentale, oltre ad offrire una splendida passeggiata pedonale.
Lucca è anche detta la “città dalle 100 chiese”, per le numerose chiese di epoca medievale di notevole ricchezza architettonica, ma uno dei suoi monumenti più rappresentativi è sicuramente la Torre Guinigi, fatta costruire intorno al 1390 dalla famiglia Guinigi, con una terrazza alberata sulla sommità dal panorama mozzafiato.
Alta 44 metri, vi si può salire con 230 scalini fino a raggiungere il giardino pensile che ospita curiosi lecci secolari. Via Fillungo è l‘arteria pulsante dei principali esercizi commerciali, e dal centro della città ci accompagna fino in piazza dell’Anfiteatro: capolavoro geometrico nato sulle rovine dell’antico anfiteatro romano ad opera dell’architetto Lorenzo Nottolini ed unico nel suo genere architettonico. E’ indubbiamente la cartolina per eccellenza della città. Molte le piazze che catturano la nostra attenzione, troppe per descriverle una ad una, così menzioniamo le più suggestive, come: piazza San Michele (fulcro storico), piazza San Martino (fulcro religioso), e piazza Napoleone (attuale palcoscenico della kermesse musicale denominata Lucca Summer Festival – www.summer-festival.com).
In piazza San Michele cercate la storica pasticceria Taddeucci, dove potrete assaggiare il miglior “Buccellato”: tipico dolce della tradizione lucchese.
La moto ovviamente è rimasta fuori, in centro si gira a piedi, abbiamo parcheggiamo in piazzale Verdi subito accanto all’ufficio turistico.
Tornati in sella, imbocchiamo la statale del Brenneo lungo la media valle del Serchio, fino a raggiungere l’alttezza della Valdottavo, dove svoltiamo in località Diecimo puntando Pescaglia. Una stradella sempre più stretta e avventurosa ci conduce dopo qualche bivio fino al Teatrino di Vetriano (seguire la cartellonistica FAI). Non ve ne pentirete.Tornati a scorrere lungo il fondovalle ci siamo spinti fino in Garfagnana, territorio molto interessante per le due ruote, come ci racconta Quirino Fulceri: motociclista innamorato del suo territorio (… come del resto lo sono tutti i garfagnini), e ideatore del marchio Garfagnana Bikers (www.garfagnanabikers.com). Visitando il sito scoprirete una serie di itinerari pre-confezionati con autentica passione, arricchiti da spunti e suggerimenti preziosi, pronti per guidarvi con mappe chiare e dettagliate (stampabili in formato pdf con un semplice clic), senza tralasciare chilometraggio e tempi di percorrenza.
Guidando fino Borgo a Mozzano lo sguardo si scontra inevitabilmente con il suggestivo Ponte della Maddalena, meglio conosciuto come Ponte del Diavolo per la sua leggenda legata alla beffa di un capomastro ai danni del signore degl’Inferi. L’ardita architettura nell’ultimo arco abbraccia la ferrovia. Il Ponte del Diavolo è meta irrinunciabile per chi transita da quelle parti, la sua bellezza ben si integra in una zona misteriosa e affascinante come la Garfagnana.
Tra Chifenti e Fornoli, sul fiume Lima, meno visibile ma ugualmente affascinante è invece il Ponte delle Catene: uno dei primi ponti sospesi costruiti in Italia, iniziato nel 1840 da Lorenzo Nottolini su commissione del Duca di Lucca Carlo Lodovico di Borbone, e inaugurato soltanto nel 1860.
Proseguiamo la strada con la nostra Suzuki GSR.
Continuando a risalire la Garfagnana, tra curve e controcurve gustose e scorrevoli, altra segnalazione degna di nota è sicuramente la Fortezza delle Verrucole: considerato la più importante vestigia medievale della zona, i suoi ruderi sono oggi visitabili senza alcun biglietto d’ingresso, se non la pazienza di farsi quattro passi a piedi in salita per raggiungere le sue mura… ma ne vale la pena! Altri mille borghi costellano questo incredibile territorio, ricco di attrattive turistiche. In tutto questo, strisce sinuose di asfalto si inerpicano su e giù dall’appennino creando un dedalo di belle strade più o meno guidate, ma sempre e comunque divertenti.
L’amplesso di geometrie arriva con i primi curvoni a compasso della Sillano-Ospitaletto, degni di una mano giottesca.
Qui, tra la stazioni turistica di Sillano e la frazione di Ospitaletto, si svolge una tappa del Campionato Velocità in Salita promosso dalla Federmoto.
L’evento è curato dal Motoclub Garfagnana, uno dei più anziani della Toscana, e solitamente si svolge il primo weekend di agosto.La gara un tempo apparteneva al Trofeo della Montagna.
Fatta scopracciata di curve e cultura, resta da soddisfare la panca… che si sà, per un motociclista è un argomento molto importante! Inutile dire che in Garfagnana c’è solo da scegliere, e il nostro suggerimento ricade senza alcun dubbio sull’Osteria Vecchio Mulino di Andrea, l’Oste per eccellenza. Arrivati a Castelnuovo di Garfagnana trovarlo è semplice: tutto lo conoscono! La sua osteria è un concentrato di profumi gastronomici che non dimenticherete facilmente. Chiudiamo quindi in bellezza suggerendovi una delle ricette tipiche della Garfagnana e augurandovi buon appetito, di belle curve e buona tavola!
Il Farro della Nonna (ricetta tradizionale garfagnina)
Normalmente questo piatto povero ma sostanzioso, veniva preparato per famiglie numerose e di buon appetito quindi il quantitativo della ricetta prevede una decina di commensali. Ingredienti: Farro, 300 Gr. – Fagioli scritti (Borlotti) 300 Gr. – Cipolla 1 grossa. – Patate 2 totale 1/2 kg. Circa – Carota 1, una costola di sedano, 4 pomodori pelati, 5 spicchi d’aglio di cui 2 per i fagioli – Aromi: salvia, rosmarino, peperoncino, peporino – Sale, Olio d’oliva 40 gr. Preparazione dei fagioli: pulirli accuratamente lavandoli in acqua. Farli ammollare per una notte in acqua piovana. (Eventualmente acqua minerale Azzurrina non gasata) Farli cuocere nell’acqua di ammollo più eventuale altra, per due ore circa a fuoco lento; aggiungere per la cottura 2 spicchi d’aglio ed alcune foglie di salvia. Preparazione del brodo: in una casseruola di almeno 4 Iitri, far soffriggere appena l’aglio rimasto ben tritato con gli altri aromi. Aggiungere la cipolla la carota ed il sedano tritati e continuare a soffriggere, aggiungere i pomodori e farli cuocere fino a che si decompongono. Mettere ora le patate pulite e spezzate insieme ai fagioli con il loro brodo, se necessario aggiungere acqua per ottenere tre litri di prodotto, far cuocere per 40 minuti, passare il tutto al tritalegumi fino ad amalgamare finemente.Mettere ora a cuocere il farro precedentemente pulito e lavato e farlo bollire 40 minuti circa Attendere almeno un’ora prima di servire in tavola, aggiungendo un giro di olio d’oliva e una girata di pepe fresco. Vino abbinato: uno Stringaio del 1999, della Fattoria La Torre, Montecarlo – Lucca. Prodotti acquistabili c/o Osteria Vecchio Mulino.