Testo e foto Diego Zimbardi e Marianna Di Palma.
Un bel viaggio: ecco quello di cui si ha bisogno.
Perché spesso, per staccare un po’ la spina dalla solita routine, ciò di cui si sente veramente la necessità è proprio viaggiare. Assaporare il vento, il sole, la natura, i profumi di nuove strade, sentirsi liberi! E, forse, il miglior mezzo di trasporto per soddisfare queste esigenze è proprio lei, la moto! Una volta scelto come muoversi non resta che decidere la meta.
Ma perché scegliere una sola destinazione quando il nostro paese ne offre di svariate e sorprendenti? L’intera Italia sarà la meta; ricca di mari, fiumi, laghi, colline, alti passi di montagna, paesi e strade.
Una volta idealizzato il viaggio, non resta che metterlo in atto.
Si preparano i bagagli e si parte da Napoli, con una fedelissima Aprilia Pegaso Strada 660, tenda e sacchi a pelo. La prima destinazione del viaggio è Tropea. Ma prima di varcare la soglia Calabrese, non può certo mancare una sosta in una delle principali mete turistiche della Basilicata: Maratea, soprannominata la perla del Tirreno. Il suo centro storico è sovrastato dal monte San Biagio, sulla cui vetta più alta troviamo un impasto di cemento misto a marmo di Carrara; il Cristo Redentore, che con i suoi 22 metri di altezza è una delle sculture più alte del mondo. Da qui, inoltre, è possibile godere una splendida vista sul mare.
Abbandonata Maratea, si prosegue sulla SS 18. E così dopo i primi 450 km in moto si arriva a Tropea. Questa meravigliosa cittadina è tra le più piccole d’Italia e conta quasi 7.000 abitanti, ma ha davvero tanto da offrire; dal mare splendido e cristallino, al centro storico con palazzi del ‘700 arroccati su una rupe a strapiombo sul mare stesso. A soli 10 km a sud di Tropea, è da non perdere il fantastico panorama che offre la terrazza del Faro di Capo Vaticano, dove, in condizioni meteo favorevoli, è possibile scorgere il Vulcano di Stromboli e le isole Eolie.
Il viaggio prosegue in terra lucana.
In mezzo a paesini dove il tempo sembra davvero essersi fermato e paesaggi incantevoli, si trova Craco, la città fantasma, divenuta tale in seguito all’abbandono degli abitanti a causa di una frana avvenuta intorno agli anni ‘70.
A circa 60 km ad est di Craco, si scova Matera, famosa per i suoi Sassi e le stupende caverne scavate nella roccia, testimonianza della presenza dell’uomo in questa terra fin dall’era del Paleolitico.
L’esplorazione del territorio Italiano prosegue verso Sud in direzione Puglia.
E’ assolutamente consigliata una visita a Taranto, per poi fermarsi nella splendida Porto Cesareo, dopo aver percorso ben 600 km. Dopo il fascino della splendida spiaggia delle Dune di Porto Cesareo, ci si sposta di circa 70 km fino ad Otranto, sulla costa adriatica della penisola Salentina.
Otranto è il comune più orientale d’Italia. Il centro storico è caratterizzato dal Castello Aragonese, la splendida Cattedrale dell’Annunziata, la Piazza degli Eroi con la statua commemorativa ed una spettacolare veduta sul mare. Ovviamente è d’obbligo deliziarsi con sole e mare, e quindi è da non perdere una delle spiagge più belle del sud Italia: Baia dei Turchi.
Si comincia ora a salire verso il Nord, passando per Alberobello, la cittadina famosa per i suoi “trulli”, fino ad arrivare a Rodi Garganico, attraverso il Parco Nazionale del Gargano, una delle aree protette italiane più estese (si estende infatti per circa 118.144 ettari).
Nel cuore del Parco nazionale del Gargano è situata la meravigliosa Foresta Umbra, dove il nome “umbra” deriva dal latino e sta a sottolineare la particolare oscurità di tale foresta. Da qui, sempre in direzione nord, valicando i laghi di Varano e quello di Lesina, si raggiunge l’Abruzzo. Tra le tante attrazioni di questa regione, il desiderio di libertà e natura è stato soddisfatto dalla visita delle sponde del lago di Bomba e delle Cascate del Verde, a Borrello. Ma data la varietà di paesaggi e ambienti spesso incontaminati e selvaggi che l’Abruzzo offre, non si può certo rinunciare all’esplorazione delle sue aree protette. Per cui il viaggio ha intrapreso le strade del Parco Nazionale della Majella, con splendide località da visitare: Sulmona, la città dei confetti, Fara San Martino, nominata una delle capitali mondiali per la produzione della pasta e incantevole per le sue sorgenti, Caramanico Terme, famosa per la sua attività termale, e Campo di Giove. Da quest’ultima è possibile inoltre raggiungere il Passo San Leonardo, un valico molto interessante dal punto di vista motociclistico, che permette l’ammirazione di paesaggi suggestivi e paesini molto caratteristici.
La vetta è facilmente raggiungibile seguendo le indicazioni per Bussi e Castel Del Monte. Strade bellissime, splendide curve, asfalto in ottime condizioni, e tutto intorno il verde dei prati e il grigio dei monti, tra cui lo spettacolare Corno Grande. A circa 70km da Campo Imperatore si trova il lago di Campotosto, il più grande lago artificiale dell’Abruzzo.
Continuando sempre verso nord, situato tra le Marche e l’Umbria, vi è il Parco dei Monti Sibillini; e proseguendo attraverso strade davvero meravigliose, si arriva al fantastico e unico Piano Grande di Castelluccio di Norcia, un prateria estesa a perdita d’occhio, che regala una grande varietà di colori durante la fioritura primaverile. Da qui è possibile ammirare anche il Monte Vettore, alto ben 2.476m slm.
Da Castelluccio di Norcia si punta verso le Gole dell’Infernaccio, che si trovano a Rubbiano, vicino Montemonaco. Qui si prosegue a piedi, la moto si riposa stavolta! Il cammino è spettacolare, uno dei più belli all’interno dei Sibillini, un po’ impegnativo forse, ma davvero imperdibile per i veri amanti del trekking e della natura! Il percorso ha inizio con una cascata ed un torrente, il quale accompagnerà l’escursionista lungo tutto il sentiero, scorrendo tra la fitta vegetazione. Seguendo il sentiero si ha modo di scegliere se proseguire per l’Eremo di San Leonardo, oppure tirare dritto verso le gole, o, meglio ancora, fare entrambe le cose! Infatti i due percorsi rivelano scenari davvero fantastici, con una vista quasi a 360° sui monti, e la possibilità di camminare accanto a pascoli. Siccome questo viaggio ha come obiettivo quello di abbracciare la natura in tutte le sue sfumature, si decide di proseguire verso le gole. Si impiegano circa 8 ore di cammino tra andata e ritorno, ma lo spettacolo ne vale davvero la pena! Dall’entroterra Marchigiano ci si dirige poi verso la costa, per una giornata di mare nella splendida spiaggia di Sirolo, immersa nel Parco del Conero. Una meta suggerita agli amanti del mare, è la spiaggia delle due Sorelle: un luogo splendido e incontaminato per merito forse della sua posizione “esclusiva”. Per raggiungere questo piccolo paradiso esistono infatti solo due modi: prendere un comodo battello, oppure percorrere un sentiero davvero impegnativo, il Passo del Lupo, per un totale di ben 4 ore di cammino.
Lasciate alle spalle le Marche si entra in Emilia Romagna, e pur non spostandosi dalla costa lo scenario cambia quasi radicalmente! Paesaggi malinconici seguono a luoghi che sembrano quasi abbandonati. Questa è la magia che offre il Parco del Delta del Po’, il quale si divide tra la zona nord dell’Emilia e quella sud del Veneto. Il Delta del Po’ è formato da una serie di diramazioni che permettono al fiume Po di sfociare nel mare Adriatico.
La prossima meta scelta è Venezia, ma durante il tragitto è da non perdere una visita alla splendida cittadina di Comacchio, famosa per le sue anguille; un paese davvero affascinante pieno di ponti e canali, per questo è chiamata anche la piccola Venezia. Mancano ancora 120 km prima di arrivare in quella che molti definiscono la città più bella d’Italia (e non solo). Per adesso il viaggio conta circa 2.800 km. La Serenissima non ha certo bisogno di presentazioni. Oltre 400 i ponti che la collegano alle sue 118 piccole isole, attraverso ben 116 canali che rappresentano le vere e proprie “strade” della città quotidianamente percorse da gondole e altri tipi di imbarcazioni. Lascia senza parole piazza San Marco e la sua splendida Basilica. Che dire, Venezia è una città magica e romantica che va visitata almeno una volta nella vita.
Dopo questa romantica sosta, è giunta l’ora di affrontare le “vere” Alpi, ovvero le Dolomiti! Durante il cammino comincia fin da subito a scendere la temperatura, e di tanto in tanto le nuvole “regalano” acquazzoni improvvisi: da qui in poi l’antipioggia diventa un valido compagno di viaggio! Proseguendo lungo la SS 51, si incontrano paesini molto caratteristici con casette tipiche di montagna e panorami mozzafiato, come quello che offre San Vito di Cadore interamente circondato dalle vette delle Dolomiti. Lungo la strada si possono ammirare il lago di Santa Croce e quello di Pieve di Cadore. Continuando verso nord ovest, sempre sulla SS 51si arriva a Cortina d’Ampezzo, una delle località più popolari per il turismo sciistico. Qui la pioggia ha lasciato finalmente posto ad un meraviglioso sole, e il viaggio prosegue verso Lana per il pernottamento.
Per raggiungerla bisogna farsi “cullare” dalle famose curve del Passo Falzarego a quota 2.109 m, e del Passo Pordoi a 2.239 m. Questi due passi oltre che godibilissimi in moto, sia per la guida che per i panorami, sono noti per esser stati percorsi dai più grandi campioni del ciclismo di tutti i tempi durante le diverse tappe del Giro d’Italia. Una bella notte di riposo precede la salita sul valico più alto d’Italia e 3° in Europa: la mitica SS 38 che porta al Passo dello Stelvio! Si può scegliere se salire dal versante lombardo che conta 36 tornanti, o dal versante altoatesina che ne conta ben 48. Si decide di intraprendere il percorso più impegnativo, e quindi inizia la sfida: 48 tornanti in soli 26 km, e pendenze che arrivano all’11%.
Siccome la giornata è piovigginosa e l’asfalto bagnato, la salita necessita di particolare concentrazione. I tornanti sono stretti e trafficati da auto, bus, moto, e soprattutto ciclisti! A quota 2.758m si raggiunge la vetta, e la felicità che si prova è quasi paragonabile alla vittoria di una tappa del Giro d’Italia! La cima è davvero piena di motociclisti: dai più moderni ed equipaggiati con moto di ultima generazione, ai più “affezionati” con modelli vecchissimi ma comunque in ottima forma! Qui vi sono negozietti di souvenir, bancarelle di caldi panini ripieni di carne, ed anche un monumento al grande Fausto Coppi, protagonista delle tappe del Giro. Non manca nemmeno la neve! Poca ma c’è. E sarà che il viaggio è partito da Napoli, ma vederla a luglio fa un po’ effetto. Successivamente alle foto di rito e qualche video, si scende verso Bormio, quindi dal versante lombardo. La strada è meno impegnativa ma è comunque ricca di tornanti, paesaggi fantastici, una splendida cascata e un bel freschetto… forse troppo! Dopo aver piegato per ben 84 tornanti, si arriva a Bormio e da qui, prendendo la SS 300, si incontra Santa Caterina in Valfurva, uno splendido paesino separato dal fiume Frodolfo, e successivamente il Passo Gavia. Qui il percorso è reso ancora più impegnativo dal freddo e dall’umidità.
Tutto sommato le strade sono in buone condizioni e salendo sulla vetta del Passo, a ben 2.621m di altezza, si trova il Lago Bianco e Nero, un lago naturale di origine glaciale. Proseguendo, la strada inizia a restringersi parecchio. La visibilità scarseggia a causa di fitti banchi di nubi, mentre la pendenza aumenta sfiorando picchi del 16%, e l’assenza di guard rail non fa altro che rendere più impegnativo il percorso. Ma il bello del viaggio è anche questo; attimi di concentrazione e di tensione seguiti da paesaggi tranquilli e rilassanti, e in moto questo alternarsi è ancor più emozionante! In seguito ad una giornata così impegnativa, tra tornanti, continui saliscendi, pioggia e piccoli sprazzi di sole che mettono alla prova, giunge finalmente il momento del riposo. Infatti la stanchezza inizia a farsi sentire, ma l’entusiasmo e la voglia di continuare il viaggio sono di certo più forti dei piccoli momenti di debolezza! E così nuovamente in sella, sotto una pioggia battente, si parte per la Val di Genova, nelle Dolomiti dell’Adamello-Brenta. Lungo la strada, verso Carisolo, scorge il cartello che indica le Cascate del Nardis e quindi non si può certo evitarne l’esplorazione. Lo spettacolo è stupendo! E’ possibile arrivare in moto davvero fin sotto le cascate, alte ben 120 metri e che scrosciano con una pendenza di 65°. Il percorso continua attraverso sentieri percorribili a piedi che portano lungo il fiume Sarca con altre cascate. A questo punto la prossima meta è il Lago di Garda, dove finalmente, ormai in crisi d’astinenza, si torna a godere un pò di sole.
Il lago è affollatissimo; sono molte le auto e le moto che da Riva del Garda costeggiano la panoramica strada. Percorrendola fino alle indicazione che portano a Tremosine, si decide di salire senza una vera e propria meta. Ma dopo qualche chilometro di curve panoramiche a strapiombo sul lago, appare una delle strade più belle che si possano mai percorrere. Questa è molto stretta, sulla cui carreggiata lo spazio basta appena per un’ auto. E’ stata scavata interamente nella roccia dalle acque del torrente Brasa, e per questo la strada prende il nome di Forra del Brasa. Ritornando poi sulla strada che costeggia il lago, la SS 45bis, ci si avvicina a Como. Il meteo per una volta sembra esser dalla parte di noi viaggiatori, cosi si raggiunge di buon ora il lago. Qui suggestiva è la visita alla funivia più ripida d’Europa: la Argegno-Pigra, riaperta il 16 giugno 2011. In effetti è davvero ripida. Con punte del 95%, percorre circa 1 km con un dislivello di 650m; cosi si raggiunge Pigra a quota 881 m, dove è possibile ammirare il lago dall’alto. Una vista eccezionale!
Successivamente si lascia la Lombardia per varcare il confine con la Liguria, e ignorando i cartelli autostradali, si punta in direzione degli Appennini. Attraverso il Passo del Pellizzone e poi quello delle Cento Croci, si entra in terra ligure. Strade perfette con curve che rendono sicura e piacevole anche la guida più “allegra”.
Vista la bellezza del Parco Nazionale delle Cinque Terre, la scelta sulla meta ligure sarebbe dovuta essere Corniglia, ma le condizioni meteorologiche non permettono alcuna sosta balneare e quindi e si è costretti ad improvvisare una tappa alternativa: il famoso Acquario. L’Acquario di Genova è il più grande d’Italia ed il secondo in Europa: è possibile ammirare un numero variabile di pesci e rettili. Maggiore attenzione va riservata alle tre grandi vasche che ospitano rispettivamente delfini, squali, tartarughe e foche. Vi sono inoltre vasche tattili in cui si possono toccare direttamente gli animali.
Abbandonata la Liguria è la volta della Toscana. Per non deludere le prospettive del viaggio, si arriva nella bellissima regione seguendo un altro valico di montagna: il Passo Bracco. E nonostante la pioggia, impossibile non concedersi una visita a Pisa e la sua famosa Torre Pendente, alta ben 56 metri, uno dei monumenti più famosi d’Italia.
La prossima meta in programma è Firenze, che dista da Pisa appena 100 km; troppo pochi per non essere incrementati da un bel giro panoramico. Strade simili a vere e proprie piste da corsa, asfalto perfetto, un susseguirsi continuo di curve veloci e rapidi tornanti, portano prima sul Passo della Futa e successivamente su quello della Raticosa.
Proseguendo poi per Scarperia, si arriva finalmente a Firenze. Città bellissima, riconosciuta come città dell’Arte, con un eccezionale patrimonio di architetture, dipinti, sculture, memorie storiche e scientifiche… Fantastica piazza della Signoria, il Duomo con il Campanile di Giotto e il Ponte Vecchio che collega le due sponde del fiume Arno. Che dire, una città unica che sa affascinare e ammaliare nel giro di una breve passeggiata. Da Firenze si passa a Siena, altra meravigliosa città toscana racchiusa in mura medievali. Tra i vari monumenti e luoghi di interesse da visitare sicuramente il Palazzo Comunale e la Torre del Mangia situata nella bellissima piazza del Campo, famosa per la sua originale forma a conchiglia, e il Duomo.
La prossima tappa prevista è Saturnia. Per adesso i chilometri percorsi salgono a quota 5.500. Camminando sulla strada che porta ad Asciano, seguono le curve magiche e suggestive che solo le Crete Senesi sanno regalare. Paesaggi lunari, una natura spoglia, composta di calanchi e biancane e di isolati laghetti artificiali che donano al paesaggio un tocco di vita e di colore. Spettacolare! Arriva poi un’altra meraviglia per noi motociclisti, la Maremma! Entrare in questo luogo significa varcare la porta della natura ancora incontaminata e protetta da diverse aree naturalistiche. Si raggiunge così Saturnia, famosissima per le sue Terme naturali. Finalmente giunge il meritato relax. Incantevoli le Cascate del Mulino, dove le sorgenti termali, la cui temperatura delle acque solfure è di 37.5°C, hanno scavato naturalmente delle vere e proprie vasche. Questo però, essendo un posto ad accesso gratuito, è sempre molto affollato e difficilmente si trova posto per potersi rilassare. In alternativa ci si può spostare presso il complesso termale a pagamento, composto da diverse vasche ognuna con delle specifiche proprietà; queste acque solfure hanno davvero effetti terapeutici, tanto da donare relax e benessere al solo immergersi. Dopo tanti chilometri percorsi, una giornata cosi rilassante è quasi d’obbligo!
Dalla stupenda città termale si scende verso Sud, nel Lazio, facendo sosta al lago di Bolsena e raggiungendo poi Civita di Bagnoregio, la cosiddetta “città che muore”. E’ così chiamata perché a seguito di alcuni crolli determinati dalla progressiva erosione della collina,la maggior parte della popolazione ha abbandonato le proprie abitazioni. Qui il tempo sembra davvero essersi fermato a quegli istanti; questo meraviglioso borgo, poggiato su di uno sperone di roccia che domina la valle dei calanchi, è visitabile solo attraversando a piedi un ponte in cemento armato. Il suo centro conserva ancora abitazioni medievali e monumenti, come la chiesa di San Donato. Numerosi sono inoltre i ristoranti con formule bed and breakfast per i tanti turisti.
Ormai sono pochi i chilometri che mancano al termine di questo viaggio e inizia a farsi sentire un po’ di malinconia. Prima di far ritorno a casa, ancora un po’ di montagne; i Monti Lepini, alture che fanno parte dell’anti Appennino laziale. Inizia la salita verso Cori e qui le strade non sono delle migliori: sconnesse e piene di buche. Ma fortunatamente proseguendo migliorano. Anche qui si sente il profumo della natura selvaggia e indescrivibile è la meravigliosa vista di un cucciolo di cavallo mentre viene allattato dalla madre.
Come stupende sono le viste a strapiombo e il tratto finale, scendendo da Sezze, ricco di tornanti. Con questa tappa, terminano i percorsi tortuosi di montagna. Si percorre poi la SS 7, fiancheggiata dalle stupende acque di Terracina, Sperlonga, Gaeta, e Formia. Ecco che già si respira aria di casa.
Gli ultimi chilometri sono un po’ malinconici, ma aver completato l’obiettivo di visitare gran parte dell’Italia, riempie di gioia. Dopo un’esperienza del genere si raggiunge più che mai la consapevolezza di quanto il nostro sia un paese meraviglioso! E’ capace di offrire, nel raggio di pochi chilometri, luoghi e temperature completamente diverse tra loro; dai 35°C delle spiagge dorate di Tropea e Otranto, ai -2°C colorati dal bianco della neve del Parco Nazionale dello Stelvio. Sentirsi in diretta comunicazione con l’ambiente che ti circonda, una magia che solo il viaggio in moto può avverare!
35 giorni di viaggio, oltre 7.000 chilometri percorsi in 15 regioni, quasi 40 città visitate.
Un ringraziamento speciale va a Peggy, la nostra moto, che si è mostrata una fidata compagna di viaggio.
Si ringrazia: Officina Cuomoto, Tucano Urbano, Midland, Scorpion Exo, Buff, Abus, Sifam.