Di ritorno dall’esperienza appena trascorsa al Centro Tecnico Federale di Polcanto, dove ho preso parte al corso di Guida Sicura GSSS Classic, posso raccontarvi la mia avventura.
Ma cosa mi ha spinta a frequentare il corso GSSS Classic?
Personalmente ho la patente per la moto da più di vent’anni ma ho avuto un 125 sportivo appena patentata e poi l’attuale Guzzi V7, comprata solamente quest’anno perchè nel frattempo casa e famiglia hanno assorbito gran parte delle mie risorse di tempo e denaro, come capita un pochino a tutte le mie colleghe bikers. Nel frattempo mi è capitato di guidare altre moto ma mai in maniera continuativa, e ciò non permette di trovare il necessario feeling col mezzo e di accrescere l’esperienza su strada.
Finora quindi il mio ruolo in moto è stato quello di zavorrina, veste in cui mi sono trovata perfettamente a mio agio, fino a quando non sono entrata in possesso della mia GuzziNa, ma questo è un discorso a parte.
Durante i circa 9.000 chilometri percorsi alla guida della mia Guzzi in circa 6 mesi mi sono sentita, in realtà, abbastanza a mio agio, sia su asfalto che su strada bianca. Al contempo però mi accorgevo che il controllo di trazione e l’ABS entravano in funzione un pochino troppo spesso per i miei gusti, segno che evidentemente la mia guida non era poi così fluida e che le situazioni di potenziale rischio c’erano eccome. Ho sempre cercato di seguire i consigli che mio marito via via cercava di darmi, ma non è detto che una persona che sa guidare, sia poi in grado di insegnarlo, perchè guidare è anche frutto di esperienza, sensibilità e conoscenze tecniche non semplici da trasmettere.
La motivazione che mi ha spinta ad iscrivermi al corso classic di GSSS è stata la voglia di acquisire sicurezza in sella alla mia moto, in modo da godermi solo il bello di un viaggio su due ruote, senza ansie. Poi le recensioni positive sui social e le esperienze di un paio di amiche che si sono trovate egregiamente, sono state determinanti. Ma poi si sa, ognuno di noi viene da una storia personale che rende unico il proprio approccio al corso, quindi eccomi qui a raccontarvi di me.
I giorni che hanno preceduto la partenza per raggiungere la sede del corso GSSS Classic sono stati caratterizzati da dubbi e piccole ansie del tipo “chissà se trovo la strada” o “speriamo di non essere troppo imbranata” ma anche, e soprattutto, dalla voglia di esserci. Da una parte non vedevo l’ora di arrivare a Polcanto, mentre dall’altra non sapevo bene cosa gli istruttori si aspettassero da me. Ho poi capito immediatamente che nessuno si aspettava niente, a parte la disponibilità a mettersi alla prova.
Al mio arrivo presso il Centro Tecnico Federale di Polcanto subito mi sono guardata intorno nella speranza di trovare altre esponenti del gentil sesso e ho visto con piacere che eravamo ben 5 le iscritte. Come mi è stato riferito poi da Gianni Giorgi (che insieme a Carlo Cianferoni ha fondato “Curve&Tornanti”), mediamente, per ogni gruppo di 21 persone, ci sono sempre 2 o 3 donne, quindi stavolta siamo state più numerose del solito.
Lo stesso Gianni mi ha poi riferito che l’approccio delle donne nei riguardo dei Corsi di Guida Sicura GSSS è tendenzialmente più costruttivo: “in genere le donne non hanno niente da dimostrare e si concentrano molto su quello che stanno facendo, non hanno paura di mostrare qualche debolezza o incertezza e seguono con più precisione le istruzioni. Diciamo che comunque già una persona che si iscrive ai nostri corsi, di qualunque sesso sia, fa parte di quella categoria di persone disposte a imparare e a mettersi in discussione a favore della sicurezza”.
I corsi GSSS sono nati con uno spirito etico. I fondatori Gianni Giorgi e Carlo Cianferoni, vivendo in queste zone e accompagnando spesso gruppi in giro sulle strade dell’appennino, si sono resi conto che persone con moto anche impegnative, non erano assolutamente in grado di guidare il proprio mezzo con consapevolezza, mettendosi spesso anche in condizioni di pericolo.
L’obiettivo del corso GSSS Classic è quello di fornire un approccio globale alla tecnica di guida per conseguire una consapevolezza maggiore e affrontare tutto ciò che può capitare sulla strada con maggiore sicurezza. D’altronde essere motociclisti vuol dire far parte del proprio mezzo e partecipare in modo attivo alla sua guida, utilizzando tutti i sensi. La formazione, sia in aula che su strada, è a cura di Istruttori di Guida Sicura iscritti all’apposito Albo della Federazione Motociclistica Italiana, un’ottima garanzia di affidabilità.
Durante tutti i corsi di guida dinamica sicura su strada si lavora a priorità di sicurezza, e non a priorità di velocità. Non si deve quindi pensare che al termine di questo corso saremo tutti dei piloti provetti. Una volta terminata la parte didattica si può solamente “capire”, poi saranno l’esercizio e la perseveranza nel fare propri gli argomente a far sì che si assuma un proprio stile di guida, sicuro e consapevole.
In aula si studiano anche i dispositivi per la sicurezza passiva, affrontando l’argomento “abbigliamento da moto”, di importanza fondamentale in quanto, unito a tutti gli altri elementi di sicurezza attiva, può realmente salvarci la vita.
Tutti i partecipanti sono seguiti durante la parte pratica in base alle proprie necessità, nessuno è trascurato e nessuno si aspetta da voi di avere chissà quali abilità. Si richiede solamente di avere una buona gestione del mezzo, una sufficiente autonomia e voglia di imparare e mettersi in gioco. In effetti, la parte più complicata per me, è stato “purificarmi” da cattive abitudini acquisite e sforzarsi di sostituirle con movimenti e sensazioni del tutto nuove. E’ stato un po’ come dover ricominciare daccapo.
Ovviamente, durante tutta la durata della nostra permanenza a Polcanto, noi rappresentanti femminili, siamo state oggetto di un trattamento eccezionale; sarà perchè in fondo gli uomini sentono di doverci proteggere (e a noi piace lasciarglielo credere), o forse perchè sapevano che senza di noi si sarebbero annoiati, insomma, ho trovato gentilezza e un sorriso da parte di tutti.
I corsi di GSSS sono anche un momento sociale, spesso si creano gruppi che si tengono poi in contatto, magari tornano per frequentare insieme lo stesso corso o uno successivo, e si crea comunque sempre una atmosfera piacevole.
L’ambiente (il Centro Tecnico Federale di Polcanto) è fantastico. Non parliamo di un albergo di categoria extra lusso e nemmeno di un ristorante stellato, ma di una atmosfera del tutto particolare, si respira un’aria particolare, fatta di motociclismo e di cordialità. La sensazione è quella di essere trattati come figli dalla signora Anna che coccola gli allievi e li vizia a tavola (e non la fate arrabbiare asciugando moto e visiere con gli asciugamani delle camere) e che di nascosto ti allunga un espresso prima che cominci la mattinata in sella. La sera poi i racconti del mitico Mauro Zecchi sono imperdibili, storia e leggende che ruotano intorno al circuito del Mugello, le corse col fratello a bordo del sidecar e la sua fantastica Guzzi.
Alcuni corsi vengono svolti in Val d’Orcia, questo consente di lavorare in maggiore tranquillità durante il weekend, in quanto le strade in tale zone sono meno frequentate dai motociclisti durante il fine settimana. I corsi che hanno sede a Polcanto finiscono invece il sabato mattina: alcune strade e alcuni passi dove si svolgono le esercitazioni su strada diventano affollate e meno sicure.
Interessante anche la possibilità di organizzere dei corsi su richiesta (tramite Club o semplicemente un gruppo di amici) per almeno 10 persone, si sceglie insieme ad un percorso lungo il quale tenere la parte pratica, e la durata può essere anche di una sola giornata. Ovviamente i tre giorni di corso permettono di avere più tempo per lasciar sedimentare le nozioni ricevute durante il giorno e provarle i giorni successivi con la supervisione degli istruttori, che possono eventualmente correggere posture sbagliate o tornare sulle criticità incontrate da ognuno.
Riassumendo la mia esperienza, se non si fosse capito da quanto scritto fin qui, è stata decisamente positiva. Impegnativa, fisicamente e psicologicamente, ma formativa al massimo. Le emozioni si sono alternate in maniera repentina passando dall’eccitazione allo sconforto, momenti in cui pensi di aver centrato l’obiettivo, e altri in cui credi di non aver capito niente. Ma questo mi ha consentito di crescere e riflettere, perchè solo affrontare degli ostacoli permette di raggiugnere l’obiettivo.
Gli istruttori GSSS sono stati semplicemente fantastici, tutti diversi tra loro ma perfettamente complementari. Il vantaggio di avere ogni giorno un tutor differente è stato quello di poter apprendere sfumature diverse dello stesso argomento. Ognuno dei corsisti ha trovato il suo istruttore preferito, ma io ovviamente non dirò il mio.
Quando si torna a casa con la mente che torna alle giornate appena trascorse, si comprende che Gianni ha pienamente ragione: “Quando finisce il periodo formativo con gli istruttori, inizia il vero corso. La persona che si impegna con se stessa piano piano sentirà che le nozioni ricevute sedimentano fino a far parte del proprio bagaglio di esperienza. Occorre tempo per far proprie tutte le nozioni e ognuno ha i suoi ritmi, ma poi il piacere di una guida appagante e sicura, ripagherà ampiamente degli sforzi investiti.”
Sul sito di GSSS potrete trovare tutte le indicazioni relative alle varie tipologie di corsi disponibili, con descrizioni esaustive e relativi prezzi, oltre ai contatti utili per chiedere ulteriori informazioni.
Testo e foto di Nadia Giammarco.
Articolo molto interessante, stavo cercando giusto una recensione recente dell’esperienza ai corsi GSSS redatta da una DONNA! 🙂
Ti ringrazio molto