Essere dei motociclisti sfegatati non è molto facile quando si ha famiglia, soprattutto se si hanno figli. Il Kiddo racconta la sua esperienza.
di Carlo Nannini (Kiddo)
Le borse sono agganciate alla moto, il bagaglio è quasi pronto. Mancano gli spazzolini da denti, altre due sciocchezze, poi nel pomeriggio si infila tutto in valigia e si parte. Navigatore carico e con la prima tappa impostata, macchina fotografica, carichi anche gli interfoni.
Vado al lavoro ripensando se può mancare qualcosa gustando il sottile piacere prima della partenza, l’eccitazione del viaggio che sta per iniziare, anche se già sappiamo che il fine settimana sarà funestato dalla pioggia. Ma chi se ne frega! Si starà a vedere siamo attrezzati; l’abbiamo presa tante volte l’acqua e non c’erano tutti gli aggeggi elettronici ad aiutarci.
Con mia moglie è sempre stato così, per lei forse anche più che per me, il bello è l’eccitazione dell’incognita, della sfida al maltempo, l’avventura verso la scoperta. Nel periodo dei primi anni insieme affrontavamo ogni momento di “riposo” o di ferie con una domanda: non “se” ma “dove” saremmo andati in moto. È sempre stata la nostra terapia di coppia, il nostro modo di vivere intensamente insieme, il fine ultimo di qualsiasi sbattimento.
Questo, ovviamente, fino a che non siamo diventati genitori. L’aver preparato il bagaglio, adesso, e la piacevole sensazione dell’imminenza del viaggio si accompagna ad un latente senso di colpa perché i ragazzi rimangono a casa. Essere genitori e al contempo motociclisti non è facile.
La moto difficilmente va d’accordo coi figli: non sai dove metterli. Pensiero fugace su una ipotesi di sistemazione su una borsa da serbatoio come fa qualcuno col cane apparte, subito rimosso per decenza, spesso gli amici che ti conoscono bene ti propongono il sidecar. Solo che, costi a parte, a noi l’idea non piace e per i viaggi in coppia i primi anni dopo la nascita dei bambini per un po’ la moto deve aspettare.
D’altronde quando hai figli, ogni altra cosa passa in secondo o terzo piano, inclusi svaghi, amici, persino il sesso. Coi ragazzi c’è sempre qualcosa da fare, qualche impegno con loro e per loro che giustamente viene prima di tutto e capisci che il tempo limitato che ti è concesso di passare insieme e per dar loro una educazione, un indirizzo o semplicemente per goderteli è pochissimo perché crescono con una velocità inimmaginabile, e quel tempo non lo vuoi scambiare con niente al mondo.
Via via che crescono poi è peggio; con l’età aumentano gli impegni: dalle partite il fine settimana, alla scuola, agli amici loro. Altro che moto… A dire il vero, quando erano piccoli, potendomene scappare qualche volta da solo, ho intrapreso anche la fase monoposto prima, racing poi col motard, ma poter stare a vagabondare insieme a mia moglie mi è sempre mancato, e aspettavamo che ritornassero le condizioni ottimali e l’età giusta per lasciare i ragazzi a casa coi nonni.
Così appena saturno entra in trigono con mercurio, giove è metempsicotico a venere, non ci sono tornei che prendono il ponte del due di giugno (tutto), gli amici non hanno compleanni da festeggiare, non è uscito niente dei film della Marvel (incredibile), i nonni sono stati avvisati per tempo, possiamo finalmente caricare i bagagli e partire. Salvo farsi prendere all’ultimo dagli immancabili sensi di colpa perché ce ne andiamo a giro senza i figli, che nel frattempo sono diventati adolescenti e hanno i loro giri, ma ogni volta che arriviamo in un bel posto ci dispiace non condividere la gioia delle esperienze del viaggio con loro.
Vero è che avranno il loro tempo per viaggiare, che per il momento sarebbero anche poco interessati a scoprire il mondo al di fuori della cerchia di amici o dai giochi della Play, ma quando siamo in viaggio, durante i preparativi o quando ci fermiamo ad ammirare qualcosa di straordinario la domanda che quasi inconsciamente ci poniamo è se in qualche modo non siamo dei cattivi genitori.
Una cosa è sicura, che il nostro viaggiare in moto, per ritornare a vivere appieno la passione comune, il viaggio e lo stare insieme come coppia, fa di sicuro molto bene. E questo, probabilmente, ci rende dei genitori migliori.