Nel 2015 avevamo proposto un articolo sulla ricerca di alcuni paesi abbandonati dell’Emilia Romagna, riscontrando un elevato interesse da parte dei lettori. In fondo le due ruote, soprattutto i modelli enduro, permettono di raggiungere luoghi spesso impervi, non senza qualche difficoltà. Nel riproporvi l’articolo del 2015, lo aggiorniamo aggiungendo l’ultima nostra “scoperta”, il castello abbandonato di Spettine.
testo e foto Amedeo Toma
Prima però di raccontarvi il nostro reportage, vi diamo alcuni piccoli consigli su come comportarsi:
-Spesso questi paesi sono difficili da raggiungere, in questo caso è utile utilizzare una moto tutto-terreno, perché non di rado bisogna percorrere strade bianche o mulattiere.
-Tutti i paesi che abbiamo visitato, tre per esattezza, erano di libero accesso, ma bisogna informarsi prima di partire, perché alcuni luoghi richiedono permessi speciali o possono essere anche privati.
-Attenzione a entrare nelle costruzioni abbandonate, perché molte di queste sono pericolanti, e non di rado ci si può imbattere in animali che trovato rifugio.
-Non sempre vi è una storia precisa di questi luoghi, mentre non di rado ci sono leggende tramandate, ma crediamo che proprio questo sia il bello.
Alla scoperta di alcuni paesi abbandonati in Emilia Romagna
Castello di Spettine (Provincia di Piacenza)
Il castello di Spettine si trova nel comune di Bettola, nelle straordinarie colline Piacentine. L’interesse verso questa costruzione è dovuta oltre che al suo stato di abbandono anche al non conoscere precisamente la sua storia. Quello che è certo che oggi è in completo abbandono, la struttura principale è parzialmente crollata e, nel visitarlo bisogna porre veramente molta attenzione, meglio accontentarsi dell’esterno.
Sicuramente il castello era a guardia delle valli Nure e Trebbia e, si pensa che sia stato di proprietà della famiglia Da Spettine. Quello che rende affascinante la visita a questo luogo abbandonato, tenete presente che si arriva al castello tramite un sentiero veramente impervio e difficile da percorrere anche in sella a una moto da off-road, sono certamente i locali interni.
Tra le stanze vi era la Sala del Tribunale, il carcere maschile, privo di aperture, e quello femminile che oltre ad una presa d’aria aveva una seduta con funzione di bagno. Sono visibili in alcuni punti delle pareti incisioni, utilizzate per segnare lo scorrere del tempo. Dell’edificio fa parte anche una piccola chiesetta, impossibile da visitare, e sembra che venisse anche utilizzata per la tumulazione delle salme dei paesi vicini.
Quello che rende ancora più affascinante questo luogo e, che ci siano in corso delle verifiche paranormali…quindi meglio andarci in compagnia.
Case Scapini – Il paese del pianto dei bambini- (Provincia di Parma)
Case Scapini, in provincia di Parma, è a pochi chilometri di distanza dal castello di Bardi. Arrivarci in moto non è un grosso problema, si accede al piccolo paese attraverso una strada bianca, che costeggia il Torrente Ceno. Il borgo è famoso per essere chiamato dai vecchi del luogo “Il paese del pianto dei bambini”.
Probabilmente abbandonato negli anni ’70, è composto di diverse strutture/abitazioni in pietra, che nel corso degli anni sono in parte crollate. Sono ben tre diverse le storie-leggende collegate all’abbandono di questo luogo, ognuna di loro affascinante. La prima riguarda un eccidio, ad opera dei tedeschi, durante la seconda guerra mondiale; successivamente a questo tragico evento, gli abitanti rimasti scapparono per i continui lamenti che si udivano di notte dalle anime dei defunti. La seconda ipotesi, forse quella meno “affascinante”, riconduce comunque alla seconda guerra mondiale; il paese era sulla linea Gotica, realizzata dai tedeschi nel 1944 (linea fortificata che si estendeva da Massa e Carrara fino Pesaro), per bloccare l’avanzata degli alleati.
A causa di bombardamenti il paese venne abbandonato. La terza storia sembra collegata all’improvvisa morte di una bambina, che colpi così tanto gli abitanti da spingerli a fuggire da questo luogo. Ovviamente sono storie tramandate, ma quello che è certo, che effettivamente emotivamente questo luogo è molto suggestivo.
Il vento che si infila tra le gole del Torrente Ceno, muove con forza i rami degli alti alberi che hanno nel corso degli anni quasi completamente ricoperto le mura delle vecchie abitazioni, generando frusci e rumori talvolta poco identificabili. All’interno delle abitazioni, nelle case che sono ancora in piedi, in alcune finestre sono presenti vecchie tende…incredibilmente ancora in buono stato.
Pastorale (Provincia di Forlì-Cesena)
Il paese di Pastorale, si trova in provincia di Forlì-Cesena, nel comune di Verghereto a 720 metri s.l.m.; non è particolarmente affascinante, ma è comunque una meta interessante da raggiungere in moto, grazie alla bellezza di panorami e strade che accompagnano lungo il percorso.
Il piccolo Borgo fu abbandonato, a causa di un terremoto nei primi anni ’60, che danneggiò completamente e irrimediabilmente le strutture delle case. Composto di una decina di abitazioni, oggi è utilizzato da alcuni contadini per riporre attrezzi che sono utilizzati nelle campagne circostanti. In questo luogo tutto è rimasto fermo al giorno del terremoto, cosa che c’è confermata da uno dei pochi abitanti di Pastorale; bambino ai tempi del sisma, fu costretto ad abbandonare il paese, per farci poi ritorno in età adulta, costruendo una nuova casa all’ingresso del paese.
Da quello che ci è stato raccontato, tanto furono intaccati i solai, da non permettere in molte abitazioni di rientrare per prelevare i proprio oggetti personali.
Anche in questo luogo, vicino, rimangono tracce della seconda guerra mondiale, perché a poche centinaia di metri si trova Tavolicci, luogo famoso per l’eccidio del 22 luglio del 1944. Il brutale evento portò all’uccisione, da parte dei nazi-fascisti, di ben 64 civili, tra cui ben 19 bambini; incredibile l’esecuzione, con donne, bambini e vecchi, che furono rinchiusi in una casa al centro del paese per essere bruciati vivi. I capi famiglia, furono torturati e uccisi, dopo esser stati costretti ad assistere all’assurdo eccidio dei propri familiari.
San Paolo in Alpe (Provincia di Forlì-Cesena)
Tra quelli visitati è certamente il luogo più impegnativo da raggiungere, visto che si trova a un’altezza di 1030 metri s.l.m. sull’appennino tra Forlì e Cesena. Una volta lasciata la strada asfaltata, si percorrono circa 5 km di strada bianca, attraverso un bellissimo bosco attrezzato per i turisti.
A un certo punto, a circa 3 km dall’arrivo, la strada è sbarrata e bisogna proseguire a piedi. Comunque, da dove si lascia la moto al punto di arrivo, il percorso non è particolarmente impegnativo ed è quasi tutto all’ombra. San Paolo in Alpe si trova in pratica su una distesa, sulla dorsale che divide i rami del Bidente di Ridracoli dal Bidente di Campigna.
In questo luogo, si ha una bellissima veduta su Passo Calla, oltre che alla riserva naturale di Sassofratino e la foresta della Lama.
La struttura principale è quasi completamente collassata, la porzione ancora in piedi è utilizzata come rifugio delle mucche portate a pascolo.
Anche la storia di questo luogo è direttamente collegata alla II guerra mondiale, poiché il piccolo paese era posto lungo la linea Gotica. Nel 1944 fu utilizzato dal Comando del Gruppo Brigate Romagna per paracadutare armi, vestiario e viveri per i partigiani, nascosti dagli abitanti di San Paolo in Alpe. La storia racconta che solo una parte di quello che era paracadutata poi riusciva a essere recuperato, visto la difficoltà nel raggiungere alcune zone circostanti. In seguito il campo di lancio fu attaccato e distrutto dalle truppe tedesche, che non risparmiarono neanche la piccola Chiesa di S. Agostino.
Anche questa struttura è completamente collassata, tranne il campanile che è ancora ben conservato.
Si ringrazia il sito http://www.paesifantasma.it/ per alcune informazioni fornite.