Considerazioni semiserie passando di palo in frasca su EICMA 2024, appuntamento al quale proprio non si può rinunciare.
Dopo qualche edizione un po’ sottotono, con varie defezioni importanti, quest’anno a EICMA 2024 c’erano proprio tutti. Tutti gli appassionati, tutti gli operatori, e soprattutto tutte le Case, anche quelle che per un certo periodo avevano deciso, erroneamente, che presentare le novità sul web avesse lo stesso impatto di una presenza dal vivo.
Però dobbiamo dire subito una cosa: sarà che abbiamo girovagato per gli stand con un approccio volutamente disincantato, dovessimo dire quale sia la Moto Regina di questo EICMA 204, oppure semplicemente quella che ci ha fatto strabuzzare gli occhi… beh… saremmo in difficoltà. Per mancanza di candidate. Intendiamoci, luci colori ed emozioni non sono mancati, solo che non abbiamo provato quel cosiddetto effetto WOW.
Meno marketing più sostanza?
Il nostro cuore è rosso da sempre, in genere dopo aver studiato “le altre” andavamo diretti allo stand Ducati col pensiero “ok adesso ci rifacciamo gli occhi!”. E in effetti il centro stile di Borgo Panigale sforna sempre moto che fanno girare la testa, e anche quest’anno gli occhi si sono riempiti di bellezza. Solo che il clou era il nuovo motore bicilindrico a L, il più leggero di sempre con un po’ meno alesaggio, un po’ meno potenza, e un po’ meno …tradizione.
Ok parliamoci chiaro, anche un po’ meno marketing non guasta, certo è che dopo la dipartita del telaio a traliccio, della frizione a secco, del monobraccio, l’idea di fare a meno anche della distribuzione desmo sta facendo storcere il naso a tanti puristi. Sicuramente ne beneficeranno intervalli e costi di manutenzione, sicuramente sarà adottato su altri modelli della gamma, ma lascia un po’ perplessi la scelta di farlo esordire sulla Panigale “piccola” e sulla Streetfighter. Secondo noi, tecnici scribacchini da divano, sarebbe stato meglio su una Multistradina o sulla DesertX.
Finalmente!
Vasti come una piazza d’armi come sempre gli spazi delle giapponesi, ma con proposte che non ci hanno fatto palpitare. Casomai incuriosire, come il nuovo motore Honda V3 sovralimentato che assicurano già al banco, o come la Kawasaki HEV Hybrid.
E invece no, colpo di scena! Allo stand Suzuki c’era la moto che in un angolino del nostro cervello ci ha fatto fare due conti in attesa di conoscerne il prezzo definitivo: la DRz in versione supermotard e soprattutto Enduro. Eventi on-off di ogni tipo stanno proliferando, e il mercato era sempre più nostalgico di quelle belle monocilindriche con le quali affrontare comodamente trasferimenti su asfalto e sterrate più o meno impegnative. Finalmente è arrivata, in barba alle norme antinquinamento che davano per spacciato il monocilindrico di media/grossa cilindrata.
Come un mantra
L’uovo di Colombo, anzi il mantra di EICMA 2024, pare essere “450 cc + ruota anteriore da 21”, visto che praticamente in ogni stand si sono viste proposte del genere sia mono che bicilindriche. Per esempio l’ammiratissima CFmoto, o, bellissima e inaspettata, la Mondial Mud. E poi la Morini Alltrhike, il prototipo della Keeway Rally, per non dire della spettacolare Kove o dell’attesissima concept BMW F 450 GS. Allestimenti e blasone a parte pare che nel settore si vada sempre più verso la monomoto.
La Cina è sempre più vicina
Se fino a qualche anno fa certi prodotti erano relegati alla voce folklore, adesso fanno paura. La categoria più gettonata è quella delle supertourer a manubri alti, anche in questo caso si somigliano un po’ tutte col bicilindrico in linea e una linea standardizzata, ma cominciano a essere davvero appetibili, soprattutto in virtù di una politica di prezzi aggressivi. I dubbi continuano a riguardare la rete di vendita e l’affidabilità, qualcuno fa notare che spesso gli intervalli di manutenzione sono ravvicinati a ogni 5/6000 km, un po’ pochini, forse indice di necessità di attenzioni superiori alla media o forse di recupero spese grazie ai tagliandi. Vedremo.
Pillole di EICMA 2024
Faraonico anche lo stand KTM, a dispetto delle voci di crisi. Lì, oltre ai fari alla Predator di certe proposte tutte spigoli, ha fatto notizia la furba 390 tuttofare. Mentre nello spazio dedicato alla MV si sono viste opere d’arte su ruote, tanto belle quanto inavvicinabili.
Tanto per rimanere sull’esoterico, poco più in là Bimota, in attesa di rientrare nel mondiale Superbike, abbagliava con la sua Tera dalle sospensioni “lo famo strano” e la KB998 tutta alluminio e carbonio.
Finiamo con una carrellata di signorine, e appuntamento a gennaio col Motor Bike Expo.