Abbiamo avuto modo di fare un lungo giro a Cuba in motocicletta a bordo di una Harley, grazie a una inaspettata occasione
Cuba in motocicletta, un sogno inaspettato che si realizza. Un’occasione imperdibile che ho colto al volo, senza badare agli impegni che dovevo disdire, alle cose da fare. Nell’isola caraibica non si possono noleggiare veicoli, tantomeno motociclette. Ma un tour operator italiano, Altrimenti On The Road, c’è riuscito, grazie alla collaboratore di una serie di referenti in loco e la possibilità di disporre di una decina di motociclette e un trike, tutti marcati Harley Davidson. Ed eccomi quindi fra i pochi europei, ad aver girato Cuba in Motocicletta.
Che questa avventura avesse un fascino incredibile si è palesato subito, grazie la reazione di quanti lo avevo detto in anticipo. C’era un misto di compiacimento e invidia che scaramanticamente mi portava nei giorni precedenti a non raccontarlo più in giro.
Ma cos’ha di così speciale Cuba per suscitare sempre tanto interesse? Come mai questo luogo politicamente controverso, amato e odiato, contestato ed esaltato ha tanto fascino?
Embargo e periodo especial
Ero già stato a Cuba vent’anni fa, a trovare un amico dei tempi della superiori che viveva da anni a L’Havana e già allora ero rimasto turbato dal fascino di un arcipelago che da anni sfidava la nazione più potente al mondo, con una fierezza dovuta non solo al contestato governo mono-partitico, con connotazioni dittatoriali, ma anche da un sicuro consenso. Il momento della mia visita era avvenuto poco dopo periodo especial, e già allora considerai che di fronte a tanti sacrifici, non poteva reggere un regime se non sostenuto da una consistente parte della popolazione.
Cuba è diventata una specie di laboratorio per l’umanità, una Pompei moderna, dove l’eruzione rivoluzionaria e il successivo embargo hanno cristallizzato agli anni ’50 il Paese. Nel contempo l’elevato grado di istruzione, la bassissima mortalità infantile e l’alto livello della sanità, in un’area geografica dove gli anche gli Stati Uniti fanno fatica a mantenere parametri similari e gli altri paesi centro e sud americani nemmeno si avvicinano lontanamente, fanno si che Cuba possa tenere la testa alta riguardo la politica sociale.
Certamente se dovessi vivere a Cuba mi immaginerei con un livello di vita da europeo, come le persone che ho conosciuto nell’altra e questa esperienza, e non certamente come uno dei cubani che ho visto vivere nelle capanne dei tanti paesini attraversati. Ma non posso negare che l’allegria e la socievolezza di questo popolo ha qualcosa di particolare, soprattutto quando arrivi dall’area geografica più ricca d’Italia, dove la gente ha spesso il muso lungo ed è sempre scontenta di quanto possiede e della vita che fa.
La partenza da Havana
Questo viaggio a Cuba in motocicletta è partito dalla capitale. L’Havana è una città che racchiude tutti gli elementi di Cuba: fascino, storia, vitalità, povertà, ricchezza umana, bellezza sfrontata. Il centro città e il malecòn sono i punti più apprezzati dai viaggiatori. Percorrere il lungomare in moto è un’emozione indimenticabile. Fra l’oceano che spruzza qua e là bagnando la strada, e le architetture coloniali, alcune restaurate ed altre fatiscenti, attorniati da auto americane degli anni ’50, ci si sente partecipi di una storia che rende la Habana (questo il nome vero) uno straordinario teatro dove il passato diviene il presente. Si scorgono le diverse fortificazioni che protessero l’Avana nel periodo dei fiorenti commerci sulle rotte caraibiche, mentre entrando nella “Habana vieja” imponenti palazzi si alternano a case dai lunghi colonnati, piazze e vicoli, splendidi alberghi da belle epoque e case diroccate.
Il contrasto fra bellezza e povertà crea un insieme incredibilmente coerente. Quando questa città sarà tutta restaurata e rileccata, non sarà più la stessa cosa. Per chi arriva dall’Europa ci troverà un po’ di Barcellona, di Napoli e di Lisbona, ma l’Avana è qualcosa di unico e irripetibile e sono contento di averla vista per ben due volte prima che il cambiamento rischi di snaturarla.
Una città ricca di monumenti
Tra i monumenti la Cattedrale dell’Avana, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO; Il Castillo del Morro progettato dall’ingegnere italiano Battista Antonelli; La Fortaleza de la Cabaña; Il Castillo de la Punta; Il Campidoglio Nazionale; La Plaza de la Rivolucion con le immagini di Che Guevara e Camilo Cienfuegos, altro rivoluzionario famoso, non ultima nella piazza il Memorial a José Martí. Questi sono alcuni tra i monumenti più rappresentativi della capitale cubana.
Ma è tutta la città ad essere un monumento, con le sue strade e i suoi locali ricchi di musica e di storia, come la Bodeguita del Medio, bar storicamente frequentato da Ernest Hemingway.
Nel mio precedente viaggio mi ero recato dove sorge il monumento dedicato al grande scrittore americano ed ero riuscito anche a conoscere Gregorio Fuentes, l’allora ultracentenario che aveva ispirato il libro “Il Vecchio e il Mare”.
Con il gruppo di motociclisti di cui faccio parte lasciamo l’Avana districandoci in un traffico intenso, per muoverci verso nord. Siamo tutti a bordo di Harley Davidson e personalmente guido una Road King. La strada che percorriamo è una delle principali arterie della nazione, una sorta di autostrada senza pedaggio, dove transitano veicoli di tutti i tipi e anche carretti a cavallo, spesso intervallata da incroci dove può attraversare di tutto.
Bisogna fare molta attenzione, perché sul nastro d’asfalto spesso ci sono buche ampie e anche terribilmente profonde.
Il Parco naturale Las Terrazas e Vinales
La nostra prima meta è Vinales, ma prima ci concediamo una deviazione verso un’area divenuta parco naturale: Las Terrazas. In questo luogo un tempo si coltivava caffè, con il metodo dei terrazzamenti da cui prende il nome, ora la flora e la fauna che la costituiscono sono tutelati come Riserva Biosfera Unesco. Qui diverse piante rare e il tocororo, un uccellino divenuto simbolo nazionale per il piumaggio con i colori della bandiera cubana.
Un tratto di curve dove l’attenzione non può calare e si apre lo scenario della Vallata di Vinales, una depressione carsica situata nella parte più occidentale dell’isola. Per la sua bellezza anche questo luogo è sotto la tutela UNESCO, come Parque Nacionale de Vinales.
La vallata, molto verde, si alterna a palmeti e coltivazioni di tabacco, mente sulle pendici delle colline ci sono diverse grotte come la Cueva de José Miguel e la Cueva del Indio, abitate fin da tempi remoti dagli indigeni cubani. In questo luogo si danno appuntamento gli amanti del trekking e dell’arrampicata, per i tanti sentieri e picchi adatti a queste attività. Ciò porta alla presenza nella località, di molti giovani provenienti da tutto il mondo. La cittadina di Vinales è graziosa con le sue case coloniali soprattutto nella strada principale, su cui si affacciano diversi localini accoglienti e un mercatino di prodotti artigianali. Tutte le sere Vinales si scatena nei balli caraibici, presso il circolo culturale nei pressi della chiesa.
La Baia dei Porci
Rientriamo a L’Avana, il giorno successivo, perché seppur la distanza non sia eccessiva, i tempi di percorrenza sono sempre molto lunghi. La prossima destinazione è Cienfuegos, dove circa 250 km ci porteranno nella bella e accogliente baia. Percorriamo l’autopista 1, quella che attraversa tutta Cuba, per poi deviare verso una località storica per tutti i cubani: la Baia dei Porci. La strada diventa più stretta e lungo di essa si trovano i cippi commemorativi dei 154 morti delle Forze Armate Rivoluzionarie Cubane, che respinsero l’attacco di un migliaio di esuli cubani e mercenari, sotto l’egida della CIA.
In merito questo episodio la storia politica ed economica di Cuba ebbe una svolta che arriva fino ai giorni nostri: Cuba si avvicinò nella sfera di influenza dell’Unione Sovietica, ci furono i giorni dei missili sovietici che portarono il pianeta sull’orlo della Terza Guerra Mondiale, seguì l’embargo americano e quell’isolamento che ha portato Cuba a essere un’icona tra passato e orgoglio rivoluzionario. Lo sbarco avvenne a Playa Giron dove a pochi metri dalla battigia si trova l’omonimo museo creato a memoria di quell’evento. Al suo interno reperti bellici, foto e altro materiale rievocativo, mentre all’esterno c’è un aereo e un mezzo blindato su cui svetta una grande bandiera cubana.
Cienfuegos
Il tratto di strada che ci porterà a Cienfuegos, ci regala scorci di paesini, ma anche qualche insidia, un po’ per le solite buche ma anche per qualche animale sulla strada. Ma il nostro apripista, il mitico Guido (un nome un destino) conosce bene la strada e i suoi pericoli, segnalandoceli sempre con anticipo.
Cienfuegos è inserita in una vasta baia che la protegge. La regione popolata da indigeni fu occupata da coloni francesi e successivamente dagli spagnoli. Cienfuegos letteralmente significa cento fuochi e il suo centro, per il valore storico e culturale (è il luogo caraibico con il più alto numero di edifici neoclassici), è stato inserito nel 2005 nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Anche qui la vita scorre con i ritmi cubani, gente indaffarata ma non frenetica, luoghi di aggregazione, bar e musica a ogni angolo.
La nostra prossima meta è Trinidad, una delle città più belle di Cuba
La strada di soli 80 km ci consente anche la sosta in un delfinario per assistere a un’esibizione, che seppur sulle prime ci vede diffidenti (personalmente non amo gli animali in cattività) non si può negare la bellezza e l’eleganza di questi mammiferi intelligentissimi.
Trinidad è una delle città più antiche di Cuba. Fondata nel 1514 da Diego Velàzquez, fu per molti secoli un punto strategico per i commerci di zucchero e purtroppo anche degli schiavi.
Rimane una delle città più incredibilmente autentiche di Cuba, grazie alle architetture coloniali, i monumenti e le strade nell’originaria pavimentazione di ciottoli e pietre. Non ultima cosa l’atmosfera che si respira è magicamente coinvolgente: un luogo dove la musica è regina delle notti, lungo la scalinata – di fianco la Iglesia Parroquial de la Santissima Trinidad – trasformata in un locale all’aperto con musica e danze, ma anche nei tanti localini che ininterrottamente offrono i cocktail cubani e musica caraibica in versione non stop 24 ore su 24.
Trinidad rimane per questo motivo nel cuore dei viaggiatori e anche per me è stato il luogo più evocativo di questo viaggio.
Riprendiamo il nostro viaggio con destinazione Santa Clara, uno dei luoghi più famosi della recente storia cubana, ma prima ci fermiamo a Managa Iznaga, per visitare la celebre torre che un tempo serviva per tenere sotto controllo gli schiavi al lavoro sul territorio, una costruzione di sette livelli che da simbolo di oppressione è diventata opportunità economica, visto il flusso turistico che genera diverse attività locali, dall’artigianato di tessuti al commercio di questi.
Santa Clara e la celebrazione del Che
Attraversiamo tratti di foresta tropicale senza mai perdere d’occhio l’insidioso manto stradale e giungiamo a Santa Clara, che si annuncia con una collina su cui l’immagine di Che Guevara si staglia con una sorta di mosaico fatto di vegetazione.
Questa è una delle città simbolo della rivoluzione cubana e qui sono conservate le spoglie di Ernesto Che Guevara, rivoluzionario argentino considerato eroe nazionale dai cubani e celebrato in questa città che lo vide protagonista in battaglia.
A Santa Clara c’è la piazza dedicata alla rivoluzione, il museo e il mausoleo dove sono conservate le sue spoglie, insieme a quelle della quarantina di guerriglieri cubani morti in Bolivia con lui.
Un luogo che colpisce emotivamente
Non posso negare che per quelli della mia generazione, entrare bella sala dove c’è l’ossario del Che e dei suoi uomini, ha un forte impatto emotivo. Le cellette, con solo il nome di battaglia di ognuno, hanno un garofano rosso che ogni giorno viene rinnovato. Sul lato dell’ossario scorre dell’acqua lungo una parete verde di muschio, il cui suono è ben distinguibile per il silenzio assoluto richiesto ai visitatori.
Nel museo tante foto e oggetti appartenuti al Che, testimoniano un’esistenza avventurosa e senza compromessi.
Comunque politicamente la si pensi, è impossibile non ammirare la grande coerenza e onestà intellettuale di quest’uomo, che poteva vivere da potente e onorato a Cuba, mente invece andò a morire dopo anni di privazioni in un paese ostile.
Santa Clara, non ha altre attrattive essendo stata bombardata e distrutta durante il conflitto rivoluzionario dall’aviazione del generale Batista, quindi ci rimettiamo in marcia per tornare a L’Avana. Anche in questa lunga tratta di strada non sarà concessa alcuna distrazione, ma il piacere di essere a Cuba in motocicletta è già di per se una di quelle cose che difficilmente si dimenticano.
Rivedo L’Avana volentieri e un’ultima serata si conclude al Caffè Paris tra ottima musica e mojito.
Di questo viaggio mi rimarranno le tante emozioni, le foto e la maggior comprensione di questa orgogliosa nazione. Non ultima cosa – per me che sono abituato a viaggiare solo – la bella esperienza di condividere con un gruppo di motociclisti tutto questo. Ho trovato veramente delle persone splendide e casiniste, compagni di strada e di serate “no limit”. Ringrazio tutti per la pazienza dimostratami.
testo e foto Claudio Falanga
Come fare il viaggio “Cuba in motocicletta”.
Come dicevo mi sono avvalso della collaborazione di un Tour Operator specializzato in viaggi in motocicletta: si tratta di Altrimenti On The Road. Il nostro viaggio era accompagnato da una dei titolari, Martina, che si è dimostrata una vera motociclista attenta ai ritmi e ai bisogni dei partecipanti, anche nell’aver confezionato il viaggio.
In questo mestiere, avendo a che fare con un popolo particolare come quello dei viaggiatori in moto, non ci si può improvvisare e Altrimenti On The Road si è dimostrato un tour operator davvero all’altezza.
A Cuba organizzandosi da soli
Chiunque desideri recarsi a Cuba deve richiedere un visto. Il visto Cuba può essere richiesto online. Una volta ricevuto il visto per posta, si devono inserire i dati del proprio passaporto sul visto prima di partire.
Abbigliamento utilizzato:
Ottimo comportamento per questo casco jet, e anche gli occhiali, che sulle prime mi avevano trovato scettico si sono dimostrati fruibili.
Giubbotto Estivo traforato Hevik
Oramai un classico dell’abbigliamento Hevik risulta ideale nei viaggi estivi, nel traffico cittadino, con frequenti stop, un po’ meno.
Essendo in pelle andrebbero abbinati all’omonimo giubbotto, ma anche sul giubbotto traforato non hanno sfigurato.
Ottima vestibilità e ottimo taglio estetico per questi jeans tecnici
Gli Stivaletti Stylmartin Indian si sono dimostrati ottimi per comfort, soprattutto per il sostegno alla caviglia e il grip a terra. La Road King non è certo una piuma, e calzature adatte danno grande sicurezza.