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Come arrivare a Singapore grazie a una Cagiva Mito 125

Il Ceppa a Singapore

di Michele Prontelli  il “Ceppa”

Questa è la storia incredibile, di passione e amore delle due ruote, di attaccamento ad un marchio Cagiva, di dedizione verso uno dei modelli più amati del marchio dell’elefantino Mito, che ha portato Michele Prontelli  il “Ceppa”, ad arrivare fino a Singapore. Forse anche a ritornarci….per un trofeo con le Mito Malesia e Singapore.

La sua storia

Per capire meglio questa storia, è bene partire dal principio per aiutare i lettori ad immergersi meglio nel termine “passione”. Classe 1985; raggiunta l’età minima consentita dal CdS(14 anni, 1999) mi viene regalato lo scooter (NRG 50 – Piaggio) anche se in mente avevo lei; la Cagiva Mito Lawson.

Dovetti aspettare i 18 anni (2003) per poterla guidare (oltre 11kw a libretto, come da CdS); ma era un sogno che si realizzava; un sogno che finalmente è divenuto realtà (così come lo è stato in precedenza per molti adolescenti prima di me). Da quel giorno la Cagiva Mito 125 è sempre stata nella mia vita, ho passato interi pomeriggi a testare, alzare, abbassare smontare quella moto; ho avuto la fortuna di poter conoscere Claudio Castiglioni (lungimirante Presidente della Cagiva) e molte persone hanno riconosciuto in me, merito di tutti questi miei lavori eseguiti per passione, un punto di riferimento.

A Singapore grazie alla passione della Cagiva Mito

Proprio per questo un bel giorno mi arriva una email, da un ragazzo di Singapore, il quale mi chiedeva un consiglio sulla sua Cagiva Mito; aveva visto in me la persona giusta alla quale domandare. Da una email ne seguirono altre 10 e poi 20 fino a quando non mi ha invitato a trascorrere una settimana in quel di Singapore, addirittura organizzando (in mio “onore”) raduni – gite con la Mito, addirittura un’uscita in pista in quel di Johor Circuit (con tanto di Cagiva Mito pronta per me, per poter girare) e assaporare i profumi e gli odori di Singapore – Malesia.

Il Ceppa a Singapore

Con un caloroso abbraccio vengo accolto in quel di Singapore, dopo 16 ore di volo; stanco ma felice; sono al corrente che l’indomani dovrò vedermela con il Jet Lag e con una giornata intensa: è in programma il check delle Cagiva Mito prima di andare in pista a Johor Circuit. Il risveglio è clamorosamente doloroso (Singapore 8:00 mattina; Italia 1:00 del mattino), ma la voglia di vedere le Mito dei ragazzi è tanta; così con precisione svizzera, i ragazzi mi portano le Cagiva Mito da sistemare (pulizia valvola, check catena e controlli vari) e sono felicissimo di rispondere alle loro domande.

Il Ceppa a Singapore, definito Mito Legend

Cagiva Mito Legend

Mito Legend vengo considerato da alcuni in questo paese; un ragazzo addirittura mi ha chiesto se potevo salire sulla sua Mito per poter essere immortalato in una foto; da non credere. Ho trovato un’ospitalità che non mi aspettavo; non trovavo il modo di offrire cene o pranzi in quanto “ero il loro ospite”; anche in casa mi hanno sempre trattato come un principe. Le mille luci di Singapore ti avvolgono letteralmente durante la notte (la temperatura non scende mai sotto i 26 gradi); la città si trasforma e vive una seconda giornata; molti negozi e attività aprono esclusivamente fra le 21 e le 7 del mattino.

Le mille luci di Singapore insieme alla compagna Mito

Percorrere le strade della metropoli con la Mito, la quale riflette le luci elettriche della città il tutto condito da un’inebriante profumo di “2 tempi” , veramente non ha prezzo. Mai mi sarei aspettato arrivare fino a qua, mosso esattamente dalla stessa passione con la quale svitavo le prime viti sulla mia Lawson.

Il Ceppa pronto a scendere in pista sul circuito Malesia Johor Circuit

Il giorno seguente , di buon orario (jet lag continua a fare la carogna su di me) ci troviamo sotto casa, con le Cagiva Mito belle calde; destinazione Malesia Johor Circuit. Circuito molto bello, realizzato su una specie di collina; lungo oltre 3860 metri; i ragazzi sono entusiasti di questa giornata, per loro era la prima volta in pista ed io avevo smesso di correre da 2 anni; l’emozione e’ stata grossa per entrambi. Veramente, mettersi il casco e sfrecciare fra i cordoli con le Cagiva Mito dall’altra parte del mondo, è una sensazione molto, molto appagante. Ai box poi, i ragazzi mi chiedevano consigli di guida , ci scambiavamo pareri ed era come se ci si conoscesse da una vita.

Il Ceppa in giro in compagnia a Singapore

Non c’erano pregiudizi, non c’erano differenze razziali o di credo; qua si parlava esattamente la stessa lingua. A proposito di lingua; ho sempre avuto a mia disposizione l’inglese “scolastico, giusto le basi. Da quando ho conosciuto loro , mi sono messo a guardare film in DVD in lingua originale con sottotitoli in italiano o le repliche dei GP in inglese con tanto di interviste al podio. Step by Step, usando questa modalità sono riuscito a vivere sereno e a farmi capire in qualsiasi occasione dai ragazzi; alcuni mi hanno apostrofato:”you speak the same english of Valentino Rossi!”. Gli ho raccontato la storia e, tirando le somme, avevano proprio ragione!

La vita è sempre frenetica a Singapore, sia di giorno sia di notte

Nei giorni seguenti mi viene mostrata Singapore e la Malesia, riesco ad entrare nel modo di vivere asiatico, delle loro abitudini, usi e modi di fare. Sono 3 le cose che mi hanno colpito in particolare:

1)     La sicurezza: A Singapore in particolare i controlli sono molto rigidi; all’immigrazione ci facevano scendere dalla moto, via i caschi di dosso, aprire i sellini delle Cagiva Mito e controllare tutto minuziosamente con la torcia. Ogni volta. Ho più volte compilato la white card (carta immigrazione) sulla quale dovevo scrivere chi ero, cosa facevo lì, dove dormivo e i numeri/via di chi mi ospitava o dove era possibile reperirmi. Mi hanno detto i ragazzi che la polizia controlla e non scherzano molto su queste cose. Le regole ci sono e le fanno rispettare, i timbri sul mio passaporto confermano quanto sopra scritto.

2)     La civiltà: Finalmente ho riscoperto il “buongiorno” dato da chiunque di prima mattina; il silenzio nei treni e servizi pubblici (non si telefona) e l’educazione generale. Non si attraversa la strada dove non vi sono le strisce pedonali, non si butta la carta a terra e si ha il rispetto del prossimo. Non ero solo io ad essere considerato un “principe”, ma è la civiltà di tutti i giorni che ti rende importante verso il prossimo; cosa che qua nel nostro paese, purtroppo, abbiamo dimenticato.

3)     Il cibo: Nonostante l’uso forte di molte spezie (la loro cucina è influenzata da una moltitudine di etnie), i cibi sono molto buoni e appetitosi. Per farmi vivere ancora di più questa esperienza, quando andavamo a pranzo/cena fuori, mi ordinavano un poco di tutto per farmelo assaggiare, in modo di avere una panoramica a 360 gradi sulle loro pietanze.

Ho lasciato letteralmente il cuore in questi territori, ma quello che più mi ha sorpreso, è che i ragazzi continuavano a pensare al modo di farmi tornare il prossimo anno, infatti stiamo collaborando per realizzare una nostra uscita in pista (sorta di Trofeo Cagiva Mito) a Johor, radunando tutte le Mito presenti (tutte o quasi) in Malesia e Singapore. Ci riusciremo!? Non lo so, però loro hanno già creato il gruppo:”Michele SG Plan Future”. Questa è la loro mentalità; pensano anno in anno, sono già nel 2015; mentre noi guardiamo fino a mezzogiorno. Benvenuti a Singapore.

Una moto che è diventata un Mito anche dall’altra parte del Globo

 

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