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1000 Sassi edizione zero, una cavalcata in fuoristrada tra il Chianti e la Maremma

Abbiamo partecipato alla Edizione Zero della 1000 Sassi, un assaggio dell’evento, bello bello, che l’anno prossimo ci porterà alla scoperta della Toscana in fuoristrada.

Che sia una manifestazione che otterrà lo sperato successo lo dimostra il fatto che la mattina seguente, nel  momento in cui dovevamo prepararci a ripartire verso casa, per sistemare quel poco bagaglio che avevamo e caricarlo sulla moto, ci abbiamo messo un’era geologica. Per non dire di quanto ci siamo attardati ai tavoli della colazione, tra pacche sulle spalle, scambi di contatti e saluti prolungati, insomma uno di quei momenti che cerchi di dilatare al massimo per il dispiacere che stia finendo, come quando alla fine dell’estate salutavamo la biondina che ci aveva allietato la vacanza. Sì perché come tutte le manifestazioni ideate dallo staff di Daniele Alessandrini col suo motoclub Motolampeggio, anche la 1000 Sassi oltre a promuovere dei bellissimi giri in moto alla scoperta di territori spesso sconosciuti, si prefigge di far nascere e crescere anche un bello spirito di amicizia tra motociclisti.

Sosta caffè nella bellissima piazza di Greve in Chianti

Lo spirito

L’adventouring in fuoristrada è una specialità che sempre di più sta prendendo campo tra gli appassionati, là dove finisce l’asfalto esiste tutto un mondo da esplorare, il mercato sembra dominato da moto apparentemente assurde come le “super enduro” che però quasi inaspettatamente si rivelano agili e guidabili anche in mezzo ai sassi e alla polvere (vabbè via, con un minimo di esperienza), tanto che ormai vengono prese come metro di paragone per stabilire la fattibilità o meno di certi percorsi offroad. Noi per esempio quando leggiamo “adatto anche alle endurone bicilindriche” inviamo subito la richiesta di iscrizione, della serie “se ce la fanno loro forse ce la possiamo fare anche per noi”.

Biciclindriche ma non solo alla 1000 Sassi (photohouse)

Le moto…

E infatti a questa edizione zero della 1000 Sassi ci siamo presentati nientepopodimenoché… con una Honda XL 600, monocilindrica ad aria con gli anni di Cristo e un chilometraggio pari a due volte il giro dell’Equatore. A dimostrazione del fatto che se in una giornata di prove libere al Mugello è praticamente obbligatorio presentarsi con una supersportiva, in questi eventi dove non conta la prestazione ma lo spirito d’avventura è possibile partecipare con qualsiasi tipo di attrezzo che abbia due ruote e un motore.

La moto più attempata della 1000 Sassi. E pure il pilota proprio un pischello non è. (photohouse)

…e le persone

E infatti alla partenza a Figline Valdarno la varietà dei mezzi era notevole. Accanto alla nostra attempata ma ancor piacente milf (che, aperta parentesi, non si capisce perché di moto simili non ne facciano più, datemi retta voi del marketing, chiusa parentesi) c’erano le onnipresenti bicilindricone più larghe che lunghe insieme a qualche specialistica enduro dove la maggior preoccupazione del pilota era il refueling (ha detto proprio così). E anche quella specie di scoot… di moto… boh quello strano aggeggio – ganzissimo! – che è l’X-ADV Honda, accanto  a quell’altra strana sottiletta che è la Yamaha Tricker.

E soprattutto tra i partecipanti c’era lei: la Donnainsella per eccellenza, schiva e riservata, refrattaria ai selfie e sempre in fuga dal fotografo, colei che leggenda narra che nella trousse degli attrezzi non porti nemmeno un cacciavite ma solo una linea completa di eyeliner, Laura “Coca” Cola (lo so che è una vita che ti fanno la battuta, ma per tenere certi ritmi qualcosa devi assumere per forza), che non paga di essere appena rientrata dalla Gibraltar Race ha voluto complicarsi la vita e si è presentata in sella a una moto dal nome di un mobile Ikea (e dalla guidabilità simile mi sa), come abbia fatto a salire su certi sterrati lo sa solo lei.

Laura Cola con la sua Svartpilen cerca di fuggire dal fotografo Lorenzo Concari nella stupenda piazza di Massa Marittima

 

Idolo a parimerito Pietro “Pedro” Zaccaria, appassionato fan dell’elica, o dell’elicottero visto come faceva volare quella mastodontica GS Adventure, ma soprattutto sorridente felice ed entusiasta di trovarsi lì che in confronto Pinocchio nel Paese dei Balocchi pareva un annoiato impiegato del catasto.

Pietro Zaccaria, un mostro di simpatia, di bravura, e anche di moto (photohouse)

 

Le strade bianche della Toscana

Il percorso di questa edizione zero della 1000 Sassi si è sviluppato su 280 km tra Figline Valdarno e Massa Marittima, per lo più su strade bianche aperte alla circolazione, ma con l’aggiunta di qualche sapiente spolverata di peperoncino qua e là. Tracciato con la consueta maestria dall’amico Kiddo, profondo conoscitore dei luoghi, e fornitoci in versione roadbook cartaceo e file gpx, ha attraversato le riserve dell’Alto Merse, del Belagaio, parte della via Francigena, portandoci dalle colline del Chianti fino in Maremma, tra i soliti panorami da cartolina solo in parte offuscati dalla preoccupazione per dei nuvoloni incazzati neri che a un certo punto hanno fatto temere diluvi universali ma che invece alla fine hanno scaricato poca acqua, nemmeno sufficiente a tener giù la polvere. In compenso, avendo inserito la membrana antipioggia sotto giacca e pantaloni, una volta che è uscito di nuovo il sole – di luglio, non proprio pallido – ci siamo ritrovati comunque fradici. Di sudore. Mai contenti noi motociclisti, lo so.

Geometrie alla 1000 Sassi

 

Inconvenienti

Alla fine comunque un po’ di stanchezza ma tanta felicità e soddisfazione per i luoghi attraversati, per l’impeccabile organizzazione, per le splendide location che ci hanno ospitati, per le storiche piazze che ci hanno accolti. Tutto è filato liscio, solo qualche moto appoggiata in terra per stanchezza a fine giro o per errata valutazione stampella laterale ancor prima di partire, una caviglia un po’ gonfia, una gomma forata + filo della frizione spezzato (il Kiddo deve aver fatto qualche sgarbo al fato), e un bischero che si è infilato in un fossetto tanto stupido quanto subdolo per uscire dal quale ha dovuto aspettare il dietro front del suo compagno di merende (grazie Luca).

Non sono infilato nel fosso, volevo parcheggiarla senza cavalletto

 

Per tutto il resto la macchina organizzativa ha funzionato egregiamente, la sistemazione negli alberghi, il trasporto bagagli, l’ambulanza (un mezzo 4 x 4 in grado di raggiungere qualsiasi punto del percorso), i medici, i fotografi, nulla è stato lasciato al caso, e sono tutte cose che fanno la differenza e che ritroveremo nelle prossime edizioni aperte a tutti, dove anzi, probabilmente i partecipanti saranno dotati di un geolocalizzatore per aumentare ancora di più il livello di sicurezza, e dove, meteo permettendo, potranno cenare all’aperto nelle piazze più belle d’Italia.

Suggerimenti agli organizzatori…

Trattandosi di un’edizione zero di presentazione, questa 1000 Sassi prevedeva una sola tappa delle tre che saranno in programma il prossimo anno lungo un percorso a triangolo Figline – Massa Marittima – Volterra – Figline. E come detto era di 280 km, chilometraggio “normale” per un appassionato motociclista, ma a detta di molti un pelo eccessivo considerando la fatica aggiuntiva di percorrerne tanti in fuoristrada, di moltiplicare lo sforzo per tre giorni, ma soprattutto pensando all’auspicata volontà degli organizzatori di avvicinare a questo mondo tutti coloro che abbiano voglia di infilarsi un paio di stivali e di provare a cimentarsi con gomme tassellate in un turismo fuoristrada senza ansie e con tanto divertimento. Secondo noi con una limatina di poche decine di km, magari prevedendo la possibilità di un paio di tagli strategici a uso e consumo di coloro eventualmente in debito di ossigeno, sarebbe perfetta.

…e ai partecipanti

Un piccolo appunto va ai partecipanti: fermo restando lo spirito non competitivo e la preponderante voglia di stare insieme, abbiamo notato che in questi eventi spesso si formano spontaneamente dei gruppi in cui uno che sa la strada fa da capobranco e gli altri lo seguono. Ora, oltre a studiarlo metro dopo metro, chi ha tracciato il percorso si è fatto un mazzo tanto a redigere il roadbook o la traccia gpx che poi vengono forniti. Sarebbe cosa buona e giusta che tutti si organizzassero con gli opportuni strumenti tecnologici per poter seguire la traccia anche in autonomia, non certo in nome di un insano ognun per sé e Dio per tutti, quanto per poter gestire al meglio ognuno le proprie forze coi propri tempi, in modo che ci si possa ricongiungere al gruppo anche dopo essersi fermati a fare pipì, o a scattare qualche foto o a contemplare i panorami.

Tracce di storia lungo il percorso della 1000 Sassi

 

Che oltretutto sono fantastici e non vediamo l’ora di partecipare alla vera prima edizione 2020 della 1000 Sassi.

Grazie a Photohouse per l’utilizzo delle foto, quelle belle sono di Lorenzo Concari

 

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